Oristano
15 Febbraio 2017
Cari amici,
Che l’euro non sia
stato un bene per noi italiani è un dato di fatto. Tuttavia chi sbaglia, chi
commette un errore anche sovrumano, può pensare di tornare indietro, di
rimediare, ma solo se non si è superata una certa soglia, il così detto “punto di non ritorno”; nel caso dell’euro,
a mio avviso, per noi italiani questo ‘punto’ è stato abbondantemente superato. Oggi
rifletto su questo problema con Voi perché si sentono troppe campane in giro: c’è chi sostiene
che dalla crisi si può uscire solo tornando alla nostra vecchia lira, e chi,
invece, chiede l’applicazione di una diversa mentalità di governo nell’Unione
Europea (praticamente a guida tedesca), che con la politica finora applicata continua
ad affamare i Paesi più deboli. Nel caso nostro, l’Italia (che forte non è) si trova come un vaso di
coccio tra vasi di ferro, con possibilità di pericolosa rottura in qualsiasi momento.
Indubbiamente il nostro
malessere, che continua a covare e a crescere, è alimentato proprio dalla
mentalità da “bilancio ragionieristico” che l’UE, con mentalità germanica continua
ad applicare, senza sconti per nessuno. La Germania in primis dovrebbe fare memoria, senza dimenticare
l’enorme costo che tutta l’Europa pagò all’atto della riunificazione delle 2
Germanie, con la parificazione del marco orientale (che valeva molto meno della
metà di quello occidentale) e che consentì una ripresa rapida e indolore.
Matteo Salvini e Beppe Grillo oggi spingono sull’acceleratore per convincere gli italiani che l’unica soluzione ai nostri mali è uscire dall’euro; fanno leva sopratutto sulla recente decisione inglese di uscire dall'UE, sulla così detta Brexit (dimenticando, però, un piccolo particolare: gli inglesi non avevano mai abbandonato la sterlina) e sul malessere francese, alimentato da Marine Le Pen. Nel nostro caso, invece, se l'Italia dovesse realmente uscire dall'euro (e di conseguenza dall'UE), a detta di molti esperti economisti, sarebbe un vero disastro economico senza precedenti.
Matteo Salvini e Beppe Grillo oggi spingono sull’acceleratore per convincere gli italiani che l’unica soluzione ai nostri mali è uscire dall’euro; fanno leva sopratutto sulla recente decisione inglese di uscire dall'UE, sulla così detta Brexit (dimenticando, però, un piccolo particolare: gli inglesi non avevano mai abbandonato la sterlina) e sul malessere francese, alimentato da Marine Le Pen. Nel nostro caso, invece, se l'Italia dovesse realmente uscire dall'euro (e di conseguenza dall'UE), a detta di molti esperti economisti, sarebbe un vero disastro economico senza precedenti.
L'eventuale uscita
dell’Italia dalla moneta unica comporterebbe, a caduta, tutta una serie di problematiche impressionanti
che porterebbero innanzitutto il Paese al default, ma soprattutto causerebbe un
drammatico impoverimento degli italiani; un default sicuro, come già avvenuto per l'Argentina
e peggiore di quello che ha sfiorato di recente la Grecia, che naviga ancora in acque poco tranquille. Almeno secondo gli
esperti. Proprio il precedente della Grecia dovrebbe insegnarci qualcosa, in
quanto esperienza già vissuta, concreta. In Grecia, nel periodo 2014-15, bastò
la percezione di un possibile ritorno alla dracma per produrre effetti
devastanti: prelievi massicci di contanti in banca, trasferimenti di capitali
all’estero in modo lecito o illecito, smobilizzo e quindi crollo dei titoli di
Stato, enormi problemi di cassa per la finanza pubblica ecc. Tutto ciò accompagnato, a causa della forte mancanza di liquidità per le esigenze
correnti dello Stato, dal drastico taglio dagli stipendi delle cure ospedaliere, delle pensioni e dell'assistenza anche minima ai cittadini.
Sicuramente molti di
Voi ricorderanno i pesantissimi oneri posti dall’UE ai greci, che, con l’acqua
alla gola, accettarono le severe misure molto dure loro imposte, pur di non
tornare alla vecchia dracma. Per bloccare il deflusso di denaro furono prima
chiuse le banche per 20 giorni e poi introdotti dei limiti al prelievo di
contanti dai bancomat (sono tuttora in vigore i c.d. capital controls): tetto
di 60 euro al giorno, forti restrizioni per i pagamenti all’estero e per gli
stessi assegni ecc. Credo che tutto questo, se non anche peggio, succederebbe
in Italia, vista l’ampiezza del nostro debito pubblico.
Stranamente, però,
questo possibile scenario viene ignorato o taciuto, proprio da chi propugna (come
detto prima) il ritorno alla lira. Il Fatto
Quotidiano dell’11 Settembre scorso ha riportato un autorevole commento di
Lorenzo Codogno, già Direttore Generale del Tesoro, che ha dichiarato: “Finché
è un dibattito tra accademici non accade nulla, ma appena l’ipotesi [di
uscire dall’euro] venisse anche lontanamente presa in considerazione da qualche
politico […] si scatenerebbero corse agli sportelli e, a cascata, i default di
debiti sovrani e privati”. L’autorevolezza della fonte ci induce a
pensare che quanto dichiarato sia realtà, non certo fantasia.
In questa “parvenza di
Europa” (mi scuso per il termine drastico, ma credo che i Paesi che oggi
compongono l’Unione Europea non intendano proprio creare un vero e reale Stato
federale), dove gli Stati aderenti continuano ininterrottamente a “portare
acqua” alla Germania. Quet'ultima, pensate, quale "mente illuminata" ha pure
pensato ad un euro a 2 velocità, sostituendo quello attuale con un Euro 1 e un
Euro 2, allargando ulteriormente il divario tra "Paesi ricchi e poveri", dove ovviamente l'Italia sarebbe uno di quelli di serie B.
Se nulla cambia, ho la netta sensazione che l’UE stia per arrivare al capolinea. Ne sono testimonianza, oltre quanto prima evidenziato, la mancata risoluzione dei problemi legati all’immigrazione, la disoccupazione sempre in crescita, il mancato allineamento dei regimi fiscali e tributari e molto altro.
Se nulla cambia, ho la netta sensazione che l’UE stia per arrivare al capolinea. Ne sono testimonianza, oltre quanto prima evidenziato, la mancata risoluzione dei problemi legati all’immigrazione, la disoccupazione sempre in crescita, il mancato allineamento dei regimi fiscali e tributari e molto altro.
Cari amici, la mia opinione personale
(ne sono davvero convinto) è che l’Euro alle condizioni attuali non può durare a lungo e avrà presto la sua fine; ma
non perchè gli Stati che compongono l'UE uno alla volta usciranno dall'euro: crollera unitamente al castello (vera Torre di Babele) che lo ha costruito! Quell’Europa fittizia, che in tutti
questi decenni non è mai riuscita a fare dei seri passi avanti come unione di
Stati, avendo creato (sbagliando) una moneta unica prima dell’unione politica.
Insomma, un'UE che ha voluto costruire il tetto prima della casa, senza neppure i primi
pilastri portanti! Ecco perché presto potrebbe arrivare, per l’Unione e per l’Euro,
la parola fine.
Ma questo lo vedremo strada facendo: sarà, credo, tutta un’altra (triste) storia.
Ma questo lo vedremo strada facendo: sarà, credo, tutta un’altra (triste) storia.
A domani.
Mario
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