Oristano 27 Novembre 2018
Cari amici,
A volte le cose che
sembrano fatte, all’improvviso prima frenano e poi si impantanano. È successo
così anche per l’adozione dell’ora legale valida “tutto l’anno”, che l’Europa
aveva ipotizzato di far applicare quanto prima ai Paesi aderenti. Su quest’argomento
ho già avuto modo di esprimermi in data 9 Settembre 2018, con un post su questo
blog che riportava la notizia del Referendum indetto dall’UE per capire se negli
Stati membri c’era gradimento o meno sul mantenimento in tutto l’arco dell’anno
dell’ora legale. Chi è curioso può andare a leggere quanto scrissi cliccando
sul link che riporto: http://amicomario.blogspot.com/2018/09/ora-legale-leuropa-suggerisce-di.html.
A premere sull’adozione
senza cambiamenti dell’orario legale erano stati per primi i Paesi del Nord
Europa, ai quali si erano subito aggiunti quelli della fascia Baltica, seriamente
preoccupati delle conseguenze che il cambio annuale crea nelle persone; erano
proprio i motivi di sanità pubblica, a partire dai seri disturbi del sonno, più
che quelli del risparmio energetico, a spingere questi Paesi ad inoltrare la
richiesta. L’U.E., come ricordato nel post prima indicato, fece partire un
sondaggio che ebbe uno quantità impressionante di Si.
A questo punto L’UE non
poteva certo ignorare i risultati del sondaggio, espresso con ben 4,6 milioni di voti,
il numero più alto mai avuto da una consultazione pubblica UE. Tutti, a questo
punto, si aspettavano che venisse fatta partire la procedura necessaria per
mettere in condizioni i Paesi membri di adeguarsi e deliberare in proposito. Alla
fine di Ottobre, invece, a sorpresa iniziano ad apparire i primi “distinguo”.
A rompere il ghiaccio è
stata l’Austria, Paese a cui dal 1 Luglio spetta la Presidenza del Consiglio
dell’UE, che, con un improvviso colpo di freni, ha dichiarato: “Non
avverrà nel 2019”. Anche il Ministro dei Trasporti di Vienna, Norbert
Hofer, ha dichiarato convinto: “Non sarà sostenuto dalla maggioranza degli
Stati membri; serve più tempo ad alcuni settori, quali il
trasporto aereo”.
In realtà il Governo di
Vienna fa capire di non essere contrario – in linea di principio ad accettare
in perpetuo l’ora legale, con l’abolizione del continuo passaggio ora solare-ora legale e viceversa, ma di
essere abbastanza preoccupato per le conseguenze che un simile cambiamento
comporta. “In alcuni settori – sostiene Hofer – si renderanno necessari
preparativi tecnici, come nel caso del settore del trasporti aereo. Le
compagnie aeree ci dicono che hanno bisogno di almeno 18 mesi per prepararsi”.
Spesso, amici, cambiare
è un po’ “morire” e per “risorgere” non bastano certo 3 giorni! Nel caso delle Compagnie
aeree, per esempio, cambiare orari vuol dire ridefinire tutto il mercato che vi
ruota intorno, dagli slot alle fasce orarie di decollo e di atterraggio.
Insomma, già solo per il mondo dell’aviazione civile, abolire il doppio cambio
dell’ora nel prossimo anno non è qualcosa di immediatamente fattibile.
Ai dubbi posti dall’Austria
si sono aggiunti quelli della Danimarca. Anche il Ministro danese Ole Birk
Olesen ritiene troppa frettolosa l’iniziativa del team di Juncker. “Abbiamo
bisogno di un dibattito pubblico approfondito su questo. Abbiamo bisogno di più
tempo per avere la posizione danese sul cambio”, ha sostenuto.
Insomma, a detta di alcuni Stati membri tutto questo cambiamento rischia di
essere un pasticcio.
È sempre così: tra il
dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare! Allora, per evitare navigazioni
perigliose, per ora l’abolizione del doppio cambio dell’ora può attendere. La
diatriba tra la Commissione europea di Juncker, pronta a far
entrare subito in vigore l’ora legale perpetua a partire dal 2019, e la Presidenza
(austriaca) del Consiglio Ue che chiede tempi ben più lunghi, è appena
cominciata. Lo stop posto al team di Juncker dall’Austria appare forte e chiaro:
“Se
si intende farlo nel 2019, come suggerito dalla Commissione, questo non sarà
sostenuto dalla maggioranza degli Stati membri”, come ha messo in
chiaro il Ministro austriaco dei trasporti, Norbert Hofer, in occasione della
riunione informale del Consiglio Ambiente e Trasporti a Graz, in Austria.
Cari amici, penso anch’io
che la fretta è sempre stata una cattiva consigliera. La preoccupazione della Presidenza
austriaca, che vorrebbe evitare cambiamenti frettolosi, appare giustificata. “Dobbiamo stare attenti a non finire con un
mosaico di fusi orari in tutta Europa”, è stato ribadito.
Insomma, il sunto della
diatriba è questo: si può certamente entrare nell’ordine di idee di abolire il
doppio cambio dell’ora mantenendo l’ora legale tutto l’anno, se questo può essere
ritenuto necessario, ma “il cambio” deve essere opportunamente predisposto, consentendo
i tempi tecnici giusti, senza creare caos o danni. Nel caso in parola, sostiene
l’Austria, potrebbe essere fatto partire magari nel 2021, in questo caso ci
sarebbe tutto il tempo per prepararsi.
Amici, non
dimentichiamo un particolare: in Primavera in Europa ci saranno le elezioni;
cosa succederà con i nuovi eletti? Chissà!
A domani.
Mario
Salvador Dalì, orologi sciolti
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