Oristano
Novembre 2018
Cari amici,
Ci sono connubi
straordinari, in musica si direbbe un ensemble perfetto. Poesia e
musica, per esempio, legano bene insieme, capaci di costruire un’unione
straordinaria, in grado di infondere un pathos particolare, essendo l’una
amplificatrice dell’altra, fondendosi insieme in modo eccelso.
Affascinante e allo
stesso tempo commovente è stato, Venerdì 23 Novembre, il reading di Guido
Dorascenzi, che ha calamitato nella Chiesa di S. Francesco ad Oristano un folto
e attento pubblico. Ad accompagnare Guido nella lettura delle sue riflessioni
poetiche, il flauto di Cristina Scalas e la chitarra di Davide Mocci, che hanno
scatenato applausi a non finire, intrisi anche di un velo di sottile commozione.
Alle 19,00 Guido è
salito con i due ragazzi sull’altare. Ha in primo luogo salutato il pubblico,
ringraziandolo per la presenza particolarmente significativa, in quanto evidenziava
nei suoi confronti affetto e amicizia. La poesia, ha detto Guido, è capace di
nutrire l’anima, è un potente balsamo contro le ferite della vita; si, un mezzo
straordinario, capace di elevare l’uomo, facendolo volare e trasformandolo in
un aquilone, che dall’alto del cielo osserva lo svolgersi della quotidianità.
Dopo la premessa ha
iniziato la lettura delle poesie, versi spontanei i suoi, sgorgati dal cuore di
un uomo che ha vissuto le diverse epoche della vita; quella di una persona che ha
molto amato ma anche molto sofferto, che è passato nella gioia ma è anche affondato
nella palude del dolore; ma dalle cadute Guido è sempre riuscito a rialzarsi, lottando sempre con forza, senza timore.
Tutte poesie toccanti
quelle che ha letto, piene d’amore per tutti, a partire dalla Sardegna, terra
di mille bellezze, ma anche di mille contraddizioni; una terra, tuttavia, da amare e
difendere: sempre. Poesie, le sue, che passano dall'inno alla bellezza all'analisi profonda e graffiante delle negatività che ci avvolgono: la povertà, la tristezza dei
diseredati, quella degli “ultimi”, coloro che, dopo una vita intensa sono finiti sulla strada, magari a
fare i clochard. Le sue poesie sono anche un'analisi della fragilità dell’uomo:
che spesso per le sue debolezze cade; ma quello che è importante non è tanto il cadere, ma il sapersi
rialzare, rimettersi in piedi caparbiamente, rnascere a nuova vita.
Nei difficili momenti
che la vita ti fa attraversare, la salvezza è spesso quella che viene da un
amico vero; quello che cerca di riportarti il sorriso quando ti asciuga le
lacrime, o si siede a fianco a te, per terra, e ti abbraccia quando gli altri fanno finta di
non vederti. L’amico è quello che quando sei caduto non ha paura di starti a
fianco, di sostenerti di aiutarti a riprendere la strada, mentre altri
sorridono beffardi e gioscono magari per le tue disgrazie.
Le poesie lette da Guido hanno
toccato le corde più intime del cuore dei presenti, che in un silenzio commovente erano immersi in quel mix di parole e musica che li avvolgeva come in un caldo abbraccio. Poesie che parlavano di sogni, di desideri da
realizzare, come quei sogni di speranza che un po’ tutti facciamo la notte di S. Lorenzo,
quando al passare di una stella cadente esprimiamo un nostro desiderio con la
segreta speranza che si avveri!
La Poesia, ha detto Guido negli intervalli tra una lettura e l'altra, è quel mezzo che ci consente, socchiudendo gli occhi, di tornare indietro nel tempo: di vedere, come in un film accelerato, la giovinezza fuggire via, di osservare l’aquilone dei nostri sogni volare lontano verso l'ignoto, ritrovandoci all'improvviso immersi nel tempo della nostra maturità, gravida del peso delle responsabilità, a pensare alla vecchiaia imminente, nell’attesa che venga la notte buia, infinita a spegnere tutto il nostro vissuto terreno.
La Poesia, ha detto Guido negli intervalli tra una lettura e l'altra, è quel mezzo che ci consente, socchiudendo gli occhi, di tornare indietro nel tempo: di vedere, come in un film accelerato, la giovinezza fuggire via, di osservare l’aquilone dei nostri sogni volare lontano verso l'ignoto, ritrovandoci all'improvviso immersi nel tempo della nostra maturità, gravida del peso delle responsabilità, a pensare alla vecchiaia imminente, nell’attesa che venga la notte buia, infinita a spegnere tutto il nostro vissuto terreno.
Poesia è anche stimolare una forte riflessione sull’uguaglianza che manca; è pensare, riflettere, che tutti i bambini, di qualsiasi razza e colore, sono tutti
figli di Dio, quindi eredi dello stesso Padre, ma che continuano, in tante parti del mondo, ad essere vilippesi; un'uguaglianza tempo per tempo cercata, come ha provato a farlo, in momenti
più difficili di quelli di oggi, Martin Luther King, ma purtroppo mai raggiunta. Poesia è accogliere in casa un figlio
abbandonato, e amarlo più che se fosse frutto della tua carne. Questo Guido lo sa bene, perché sulla sua
adozione di Riccardo ha scritto un bellissimo libro: “Comminiamo insieme”.
Amici, il monologo di
Guido ha affascinato nono poco, piacevolmente accompagnato e intervallato dalla splendida esecuzione di
famosi brani da parte dei due bravissimi artisti, Davide e Cristina, che sono
riusciti a creare una meravigliosa atmosfera, che poi ha portato tutti a tributare
loro applausi a non finire.
Tra le ultime letture
di Guido una poesia particolare: “Quelli come me”, dove ha analizzato se stesso, dichiarando senza paura di essere stato uno che ha conosciuto fin da piccolo anche il dolore, l’indifferenza, l’abbandono. È triste pensare, ha detto, che
quando hai bisogno d’aiuto nessuno ti tende la mano, mentre tu la offri sempre spontaneamente
agli altri. “Ma poco importa - ha detto - il dolore può avermi messo a terra, ma non mi ha
mai battuto”.
Le ultime parole di
Guido sono state dedicate a Rita, sua dolcissima compagna dai tempi della
scuola, alla quale anche ora, dopo tanti anni dichiara un amore infinito. “Quando
arriverà l’ultimo treno – ha detto con grande commozione –
vorrei che Lei si ricordasse di me con un sorriso, come se fossimo ancora
insieme; vorrei che guardando il mare, lei trovasse le mie parole nel sibilo
del vento o nel rumore della risacca, perché io sarò sempre e comunque con Lei”.
Prima di salutare il
pubblico ha ricordato che l’indomani in Piazza ci sarebbe stato l’incontro della
Città per dire NO alla violenza nei confronti delle donne, invitando tutti a
partecipare. Poi, in preda ad una commozione troppo forte, si è eclissato ai presenti, per ricomparire poco dopo ad abbracciare i due ragazzi che con grande affetto lo avevano accompagnato e il pubblico.
Amici un grande
reading, quello di Guido, che mi ha commosso molto, perché, sotto certi aspetti,
io e Lui abbiamo diverse cose in comune.
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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