Oristano 12 aprile 2021
Cari amici,
Il tentativo dell’uomo di
trovare adeguate risposte all’invecchiamento, ai traumi e alle malattie,
utilizzando con l’avanzare della tecnologia “pezzi di ricambio prima “umani”
e poi completamente “tecnologici” è qualcosa di iniziato già parecchi
anni fa. Il primo trapianto di cuore umano al mondo, per esempio, venne
effettuato il 3 dicembre del 1967 dal prof. Christian Barnard, e da quel
momento la tecnica dei trapianti da umano ad umano è proseguita, interessando
tanti altri organi con risultati davvero straordinari. Ma non sempre, però, è
possibile reperire gli organi richiesti, tanto che si cerca di fare ricorso
sempre più alla tecnologia avanzata, che si è rivelata capace di realizzare
protesi davvero strabilianti.
Da tutto questo ne
deriva, ogni giorno di più, che il corpo umano sta diventando sempre più
robotizzato, in quanto si continuano ad inserire all’interno dell’organismo
strumenti tecnologici sempre più sofisticati, in grado di sostituire le parti
non più regolarmente funzionanti. Ebbene, questa nuova tecnica avveniristica è
stata definita “Biohacking”, che risulta essere, ormai, la pratica più
innovativa nella ricerca di “cambiare la nostra chimica e la nostra
fisiologia attraverso la scienza e l'auto-sperimentazione”. È, questa, una
definizione davvero molto ampia, anche se c’è da dire che l'idea di
“biohacking” non è statica, ma risulta essere in continua evoluzione.
Una scienza certamente
nuova di zecca, mai ipotizzata prima d’ora, tanto che viene già definita “la
scienza della longevità”, in quanto nella mente degli scienziati “Biohacking”
si propone di arrivare ad allungare “senza fine” la vita dell’uomo. Ma vediamo
ora insieme le tecniche più recenti che compongono questa nuova “officina di
riparazione umana”, che tanto sta già facendo discutere. Partiamo da un
punto cruciale del nostro corpo: il midollo spinale. Sappiamo bene che il suo
mancato funzionamento paralizza il corpo.
Già da tempo, in questo
campo, chi ha una parte del corpo che non risponde ai comandi può indossare un esoscheletro.
Si tratta di una struttura cibernetica esterna, dotata di una muscolatura
artificiale in grado di potenziare le capacità fisiche (forza, velocità,
agilità) dell’essere umano. Gli utilizzi sono diversi: utile in campo
lavorativo, militare e medico. Gli esoscheletri per disabili, per esempio,
consentono a chi ha perso l’uso delle gambe di rimettersi in piedi e tornare a
camminare. Secondo il futurologo Nikolas Badminton le sedie a rotelle in un
futuro prossimo sono destinate a scomparire.
Un sistema più avanzato è
quello dell’Implanting, ovvero dell’innesto di dispositivi tecnologici
direttamente all’interno del corpo umano. La pratica dell’innesto di chip nell’uomo
(tecnica usata principalmente negli arti superiori) si sta sviluppando a vista
d’occhio. In questo modo è possibile aprire porte senza usare un badge, pagare
senza utilizzare una carta di credito o uno smartphone o controllare i
dispositivi domotici della propria casa, giusto per fare alcuni esempi tra i
più comuni. Secondo stime (seppure non ufficiali) le persone nel mondo munite
di chip sottopelle potrebbero già aver superato quota 100 mila.
Amici, e c’è ben altro! Siamo
ovviamente solamente agli inizi, considerando che sono passati poco più di 20
anni da quando, nel 1998, il professore Kevin Warwick, dell’università di
Reading, nel Regno Unito, fu il primo al mondo ad impiantarsi un chip Rfid nel
proprio braccio. Anche in campo medico questa pratica data da anni, se pensiamo
all’impianto delle valvole cardiache o alle protesi di vario tipo, ma ora, a differenza
del passato, la tecnologia ha fatto ulteriori passi importanti. Pensate che gli
ultimi esperimenti hanno creato un Chip che può essere impiantato nel midollo
spinale per ricreare il movimento non più esistente!
Si, amici, l'uso di
questo tipo di tecnologie ad impianto sta consentendo di raggiungere risultati davvero
strabilianti, partendo dagli animali. Due scimmie hanno ripreso a camminare
dopo una lesione spinale grazie a un by-pass wireless capace di raccogliere gli
impulsi elettrici nel cervello e inviarli a un chip impiantato nel midollo
spinale, scavalcando il tratto interrotto. L'esperimento è stato condotto con
successo dal Politecnico di Losanna nel 2016 e non si esclude che possa essere
applicato con successo anche sull'uomo. Ma le frontiere del Biohacking sono
molto più vaste e misteriose!
Una categoria particolare
di Biohacker, per esempio, non rivolge la sua attenzione alle tecnologie
digitali ma ai “Nootropi”, particolati farmaci noti come smart drugs
(droghe intelligenti) in grado di aumentare le capacità cognitive dell’essere
umano ovvero le abilità e le funzionalità del cervello. Frontiera questa, molto
preoccupante e pericolosa perché rivolta all’editing genomico, che consiste
nell’utilizzo delle tecniche di ingegneria genetica per manipolare e modificare
il DNA degli esseri viventi. Un enorme problema etico, in quanto potrebbe
essere messa in discussione la stessa natura dell’homo sapiens, così come
esiste da 130 mila anni circa. Eppure esiste oggi un movimento che raccoglie
già non poche adesioni, ed è noto come “Transumanesimo”.
Il transumanesimo non
esclude affatto il superamento della specie homo sapiens, anche perché secondo
uno dei suoi più noti esponenti, il futurologo di Google, Ray Kurzweil, solo
l’interfacciamento del cervello umano con le macchine potrà consentire all’uomo
di rimanere competitivo con l’intelligenza artificiale. E non è un caso che uno
degli imprenditori più visionari del mondo, Elon Musk, risulti impegnato
in prima linea in questo campo con Neuralink, azienda di neuro-tecnologie
che punta a sviluppare l’interfaccia che collega il cervello con un computer.
Lo scopo, a breve termine, è quello di curare gravi malattie ma lo stesso Musk
ha espressamente affermato che l'obiettivo ultimo è il potenziamento umano.
Cari amici, personalmente
questa rivoluzione che prevede il superamento della specie homo sapiens, mi fa
tanta paura, perché credo che l’uomo non sarebbe più uomo. Eppure, secondo uno
studio di Ericsson, l'interfacciamento tra cervello umano e dispositivi
elettronici sarà realtà entro il 2030. E una delle novità più importanti sarà
il potenziamento di vista, udito, gusto, olfatto e tatto. E proprio per questo
motivo i ricercatori dell'azienda svedese annunciano l'avvento dell'internet
dei sensi. Camminando in un sentiero di montagna sentiremo meglio gli odori e i
rumori ma la domanda davvero importante è: saremo ancora esseri umani?
Ponetevi anche Voi la
stessa domanda…
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento