lunedì, aprile 19, 2021

IL CORONAVIRUS AUMENTA LO STRESS E L'ANSIA: LA CAUSA? LA MANCANZA DI CONTATTO FISICO. TORNEREMO PRESTO A RIABBRACCIARCI?


Oristano 19 aprile 2021

Cari amici,

È trascorso più di un anno dallo scoppio della pandemia causata dal Coronavirus ma per il contatto umano poco o nulla pare cambiato. Siamo passati dall’affettuosità che ci contraddistingueva come popoli mediterranei, a comportamenti freddi e distaccati, senza abbracci e strette di mano, privati di quel “contatto fisico” che consideravamo una parte molto importante della nostra vita di relazione; insomma, privati di quel "modo di vivere in Comunità" fatto di affettuosa serenità. Ora, dopo più di un anno trascorso con la maschera sul viso, continuiamo ad essere privati dello scambio di baci e abbracci che ci davano la forza del vivere insieme.

Un cambio drastico di abitudini umane come quello prima citato non è facile da assorbire. La solitudine di questi lunghi mesi di pandemia ha stravolto la nostra vita, facendoci perdere il sonno e la tranquillità; l’assenza di contatto fisico ci è sembrata una cosa durissima da affrontare, in quanto un abbraccio, un bacio, una carezza, costituiscono per il nostro IO  un grande sollievo, un farmaco straordinario, capace di lenire le ansie e le ferite del cuore, ridandoci fiducia e serenità ogni giorno. Si, perché queste manifestazioni d’affetto ci fanno sentirci più tranquilli, rilassati, come avviene per il bimbo che piange e smette subito al contatto con il petto della madre e alle sue carezze.

Amici, Il “potere degli abbracci” è un argomento studiato da tempo dalla scienza; diverse ricerche hanno dimostrato che gli abbracci hanno il potere di facilitare il rilascio dell’ossitocina, un ormone molto importante per la nostra salute mentale. E non solo. Questo contatto fisico, quando i due corpi si toccano con il piacere reciproco di entrambi, riesce anche ad abbassare i livelli di cortisolo, che è considerato l’ormone dello stress. Quando questo ormone è presente in modo eccessivo nel nostro corpo, dormiamo male e aumenta anche la pressione arteriosa.

Abbracciarsi, dunque, è un vero toccasana per il nostro organismo, in quanto è in grado di aumentare anche le sue capacità di difesa, stimolando il rilascio delle endorfine, che hanno un effetto benefico nel rinforzare le difese immunitarie. Diversi studi hanno dimostrato il potere analgesico degli abbracci, in quanto, grazie al rilascio delle endorfine, essi sarebbero in grado di far diminuire anche i sintomi del mal di testa e del doloroso fastidio dato dalle mestruazioni. In questo secondo caso non c’entrerebbero tanto le endorfine, ma l’ossitocina.

Amici, pure questa Pasqua appena trascorsa, e la successiva Pasquetta sono state entrambe giornate di solitudine, a cui, di conseguenza, si è aggiunto lo stress di un convivio senza amici e parenti, senza gite fuori porta e allegre scampagnate. Una tristezza, quella che ci avvolge, che ha serie ripercussioni sul nostro benessere psichico, e in grado di provocarci quel malessere che gli psichiatri definiscono “fame di pelle”, e che i vari studi scientifici già documentano; il distanziamento sociale imposto dalla necessità di gestire i contagi, infatti, “ruba contatto fisico e gesti di affetto”. Vengono così meno gli scambi affettivi di amici e parenti non conviventi, di nipoti e figli, in particolare con i nonni, questi ultimi a ragione considerati i più fragili.

Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società Italiana di Psichiatria (SIP), precisano che “Il contatto fisico è un atto rassicurante, perché è la modalità più arcaica per farci sentire al sicuro. Inoltre il senso di sicurezza e di appagamento che provoca, innesca modificazioni neurochimiche positive come l'aumento della produzione di ossitocina, l'ormone dell'attaccamento che ha un effetto 'tranquillizzante'".

Gli effetti della carenza di abbracci in era Covid cominciano dunque ad essere documentati; uno studio in via di pubblicazione mostra che in America solo nel primo mese di lockdown si è generata una diffusa carenza di contatto fisico e abbracci che si è accompagnata ad un sovraccarico di disturbi dell'umore, come depressione e ansia, oltre ad un senso di affaticamento e disturbi del sonno. Lo studio, condotto da Tiffany Field della Università di Miami in Florida, ha coinvolto 260 adulti, il 60% dei quali ha riferito la carenza di contatto fisico affettuoso.

Un altro lavoro appena pubblicato sulla rivista Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology e coordinato da Debby Herbenick della Indiana University School of Public Health-Bloomington, ha evidenziato che i livelli di depressione e di solitudine, durante la prima ondata di Covid-19, sono risultati aumentati. Solo coloro che hanno mantenuto elevati livelli di contatto non virtuale ma fisico e alti livelli di connessione sociale presentavano un miglior stato di salute mentale.

Cari amici, se è pur vero che il COVID ci ha imposto severe restrizioni sociali proprio perché necessarie, in questa fase, purtroppo, il rovescio della medaglia è dato dal fatto che è ancora impossibile assicurare ai nostri cari non conviventi i consueti gesti di affetto; risulta poi evidente che né le videochiamate, né i messaggi possono sostituire l'incontro reale tra due persone, come hanno sottolineato  i professori Giannantonio e Zanalda. Certo, secondo loro ci sono piccoli accorgimenti che si possiamo adottare per supplire alla carenza di contatto fisico, stimolando il tatto in altro modo. Un placebo che a qualcosa serve.

Come un bagno caldo, per esempio, che ha un effetto calmante e rassicurante, oppure toccare stoffe morbide e confortevoli come la seta o fare un massaggio ai piedi, cosa che induce sensazioni piacevoli che fanno stare meglio. È un artifizio, certo, ma esercitare un contatto della nostra 'pelle' con materiali gradevoli o caldi, ci fa comunque provare piacere, riuscendo in questo modo, almeno in parte, ad attenuare la mancanza della vicinanza reale alle nostre persone care. Tuttavia, concludono gli psichiatri, "il contatto fisico va cercato e praticato tutte le volte che è possibile, per esempio con i familiari conviventi".

Amici, quanto durerà ancora questo terribile stato di disagio?

A domani.

Mario

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