Oristano
14 Ottobre 2015
Cari amici,
che Arborea sotto
certi aspetti sia una "realtà agricola anomala” rispetto al resto dell’Isola non è un
mio pensiero, né un modo di dire: è la sacrosanta verità! Realtà fatta di agro-zootecnia avanzata, produzioni all'avanguardia, sia in campo agricolo che lattiero caseario. Questa straordinaria
realtà ha, in particolare, un nome e un cognome: Cooperativa Assegnatari
Associati Arborea, più nota come 3A. Azienda nata nel 1956, figlia di quella
difficile bonifica avviata negli anni Trenta che trasformò una landa desolata
e malsana, piena di zanzare e di malaria, in un giardino meraviglioso. Fu l’operosità
delle numerose famiglie venete, emigrate in Sardegna in quegli anni, unitamente ad un pugno di coloni
sardi, a realizzare questo miracolo che noi oggi possiamo ammirare: la bonifica di una zona malsana, trasformata in un gioiello produttivo di alto valore agro zootecnico con standard europeo.
Arborea può
considerarsi oggi, non solo nella Provincia di Oristano, ma in tutta l’Isola,
il principale attore dello sviluppo economico del territorio. L’estesa pianura
del Campidano di Oristano, in particolare della Piana di Terralba, fino agli anni
’20 del secolo scorso era un territorio paludoso, improduttivo ed inospitale. Grazie ad un
imponente lavoro di bonifica integrale, idraulica ed agraria, avviato in quel
periodo, venne restituito all'uomo e al suo lavoro, e l’Arborea produttiva di oggi
ne è un bell'esempio. Furono
anni duri quelli: le trasformazioni agrarie messe in atto richiesero sforzi enormi ma i risultati,
poi, hanno dato ragione a chi ha lavorato sodo.
L’iniziale piccolo villaggio
(inizialmente chiamato Mussolinia e poi diventato Arborea), sorto sulle terre
strappate alle vecchie paludi, crebbe continuamente, e la Comunità insediatasi
diede vita ad una lunga storia di sviluppo e di crescita del territorio, grazie sopratutto al "lavoro di squadra" portato avanti dai coloni veneti e sardi, insieme. La trasformazione del territorio fu lenta ma costante: le
fattorie, oltre le coltivazioni della terra, diedero vita in poco tempo all’allevamento di
bovini da latte; fu proprio la costante crescita della produzione di latte l'idea vincente: il
seme che riuscì a realizzare quel miracoloso sviluppo economico che possiamo vedere oggi!
Una grande realtà, quella della 3A, che oggi vanta numeri da primato!
La 3A oggi rappresenta
il maggiore polo produttivo del comparto lattiero – vaccino in Sardegna. Una realtà
importante, che conta 248 soci titolari di aziende agricole dislocate in tutta
la Sardegna, i quali conferiscono ogni giorno mediamente 524 mila litri di
latte. Sono allevamenti specializzati e selezionati, dove sono dislocati circa 50.000
capi bovini di razza Frisona e Brown Swiss. Un patrimonio non indifferente,
che orgogliosamente consente di raccogliere circa il 90% del latte di vacca
prodotto in Sardegna. Annualmente sono oltre 190 milioni i litri di latte
lavorati, con garanzie qualitative di innegabile valenza. In questa struttura
moderna, di taglio europeo, tutto risulta perfettamente regolamentato: dall’igiene
all’alimentazione degli animali, dalle operazioni di mungitura a quelle del
controllo sanitario.
Da tutto questo lavoro
ben organizzato nasce una filiera straordinaria: dal latte nelle sue forme più
diverse (breve o lunga conservazione, intero o scremato, etc.), agli altri
numerosi prodotti caseari. Latte, panna, burro, formaggi, yogurt, ai quali di recente
si è aggiunto un prodotto assolutamente nuovo: WEY, il primo
snack da bere a base di siero di latte e al gusto di frutta. Questa bevanda, nutriente
ma leggera, è in grado di spezzare la fame senza appesantire. Già il suo nome, WEY,
(siero del latte, in inglese), con la semplice pronuncia del termine, comunica
dinamismo e agilità!Potremmo addirittura dire che assomiglia al nostro "Aiò"!
Il siero utilizzato, di
alta qualità, è realizzato partendo dal latte delle mucche di Arborea, di cui tutti
conoscono la genuinità. Le buone proprietà nutritive di questo siero di latte,
combinate con il gusto e le proprietà della frutta, hanno dato vita ad una
bevanda fresca, senza zuccheri aggiunti, con pochi grassi e senza lattosio; bevanda in
grado di saziare con gusto e dare una sferzata di energia, senza rovinare
l’appetito! WEY è disponibile nei gusti passion fruit, mango e ace (arancia,
carota e limone), frutti saporiti e ricchi di fibre e vitamine. Cari amici, Wey
ha incontrato subito il favore del pubblico, in particolare quello giovane (il
costo è intorno ai 0,69€) ed è reperibile in tutta la grande distribuzione.
Proprio in questi
giorni WEY, prodotto promosso tra le eccellenze del Made in Italy, si ritrova candidato
a raccogliere premi anche alla Fiera mondiale Anuga
di Colonia, in Germania. La 3A ha, infatti, ha deciso di partecipare a
questa fiera mondiale, in quanto “luogo principe” per stare sotto i riflettori:
ottima occasione d’incontro per i professionisti Trade e Horeca, del settore
Food& Beverage. Questa fiera, che si svolge dal 10 al 14 Ottobre, è seguita
con attenzione dai buyer di tutto il mondo e rappresenta per Arborea
l’occasione per affermarsi sempre più come realtà internazionale. Qui ha presentato
al mondo i suoi innovativi prodotti: i nuovi yogurt UHT e i latte e panna con
certificazione Halal, attestazione assegnata ai cibi preparati in modo conforme
ai precetti della legge islamica e obbligatoria per tutti coloro che vogliano
esportare in Indonesia.
Protagonista indiscusso
dello stand fieristico della 3A è proprio WEY (fresco e UHT), che si candida a conquistare uno degli Anuga Awards, premio di eccellenza del Made
in Italy assegnato alle aziende che si sono distinte nell’ideazione
e realizzazione di proposte di marketing di valore, innovative e accattivanti. La partecipazione di Arborea a una fiera di respiro internazionale
quale è Anuga e la presentazione di prodotti UHT e con certificazioni adatte al
commercio in diversi Paesi, dimostra la lungimiranza e l’apertura dell’azienda
verso i nuovi mercati, cosa che conferma la propria volontà di promuovere e
valorizzare il “Made In Italy” nel mondo, facendone un elemento chiave della
propria mission.
Cari amici, chi l’avrebbe
mai detto che quella landa desolata e paludosa tra Terralba e Arborea sarebbe
diventata un luogo fertile, noto e rinomato in tutto il mondo? Noi sardi
dovremmo imparare la lezione proprio partendo da Arborea e dalla sua bella
realtà. Se la Sardegna avesse applicato lo stesso metodo in tutta l’Isola (gioco di squadra e grande apertura mentale),
certo non avremmo avuto i problemi che oggi ci assillano! Ma tant’è! Noi sardi,
purtroppo, siamo ancora quelli de “Centu
concas, centu berritas”!
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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