Oristano 11 maggio 2024
Cari amici,
I dubbi ci sono, e sono
pure forti. Il violento nubifragio che si è abbattuto su Dubai lo scorso 16
aprile ha lasciato esterrefatti i meteorologi. Sulla città sono caduti oltre
140 millimetri di pioggia in 24 ore, in un’area che mediamente ne riceve 95
millimetri in un anno! Questo evento eccezionale ha creato un vero disastro: strade inondate, auto spazzate via,
uno dei più trafficati aeroporti del mondo costretto a chiudere per mezz’ora,
residenti bloccati nelle case e negli uffici. Ad Al-Ain, 100 chilometri
a nord di Dubai, sono caduti addirittura 256 millimetri di acqua in 24 ore.
Per quei territori, dove la pioggia è quasi sempre assente, è
stato un fenomeno straordinariamente inusuale, tant’è che gli esperti si
interrogano sulle possibili cause. Dalle prime analisi fatte, una delle ipotesi vede in primo piano il così
detto «CLOUD SEEDING», ovvero «l’inseminazione delle nuvole»; è questa un'attività praticata
negli Emirati Arabi fin dal 2002, per cercare di affrontare i problemi di siccità. Il cloud
seeding, che si sta sempre più perfezionando, avviene attraverso l’utilizzo di
aerei che iniettano nelle nuvole particelle di sale o di ioduro d’argento, in
modo da formare dei cristalli di ghiaccio che si condensano, trasformandosi poi in
pioggia o neve, a seconda dell’altitudine. Il metodo del cloud seeding, secondo
l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, in condizioni ottimali, può aumentare
le precipitazioni di una singola nuvola fino al 20 per cento.
Amici, l’inseminazione
delle nuvole è una tecnica che fu sviluppata negli anni ’40 del secolo scorso negli
USA, ma il sistema fu successivamente abbandonato in particolare per la mancanza di
adeguati finanziamenti; inoltre pesò anche il fatto che, secondo alcune rivelazioni, gli Stati Uniti
avevano messo in atto un programma militare segreto di “semina delle nuvole” durante la
guerra del Vietnam. Nel 1977, gli Stati Uniti, la Russia, l’India e alcune
nazioni europee firmarono la Convenzione sulla modificazione ambientale,
che in sintesi proibiva le tecniche di modificazione del tempo per scopi militari.
Oggi questa tecnica di inseminazione delle nuvole,
oltre che negli Emirati Arabi, è praticata in diversi altri Paesi che la stanno
esplorando, poiché l’accelerazione dei cambiamenti climatici sta aggravando la
siccità e la lotta per l’acqua sta diventando sempre più impellente. Tecnica che viene
ora utilizzata ora anche negli Stati occidentali degli USA e nei Paesi europei, tra cui
Francia e Spagna. La Cina utilizza regolarmente l’inseminazione delle nuvole
per avere acqua per l’irrigazione, e venne anche utilizzata per regolare le
precipitazioni a Pechino durante le Olimpiadi del 2008.
Tornando all’alluvione
che ha creato non pochi danni a Dubai, il Centro Nazionale di Meteorologia
degli Emirati (NCM) ha inizialmente negato di aver effettuato operazioni di cloud-seeding
immediatamente prima dell’alluvione, pur confermando di aver svolto tale attività
nelle precedenti giornate di domenica e lunedì. Gli esperti nel campo
sostengono che, benché il cloud-seeding possa aumentare le precipitazioni
stagionali del 10-30%, questo non appare sufficiente a giustificare l’ alluvione
che ne è derivato. Critici e commentatori hanno, invece, puntato il dito contro
le inadeguate infrastrutture di drenaggio presenti nella metropoli.
Si, amici, in realtà, nonostante
gli investimenti massicci in tecnologie avanzate, Dubai si è trovata
impreparata a gestire un tale volume d'acqua, evidenziando così una
vulnerabilità significativa nel tessuto urbano della città. Le ripercussioni
delle inondazioni sono state forti e severe: l'aeroporto internazionale di
Dubai, un fulcro cruciale per il traffico aereo globale, è stato costretto a
chiudere temporaneamente, i passeggeri sono rimasti bloccati, con voli
cancellati o ritardati e il traffico aereo andato in tilt.
Cari amici, credo che l'uomo debba operare sempre con grande attenzione nel cercare di modificare i cicli naturali, che non sono mai "roba di
poco conto"! La verità è che il clima, purtroppo, sta cambiando, e bisogna stare davvero
attenti alle improvvide modifiche che l'uomo cerca di apportare, col risultato, magari, di creare più danno che guadagno. Pur non essendo certi che il disastro di Dubai sia
tutto da attribuire al cloud-seeding, secondo alcuni esperti, questa
pratica potrebbe aver contribuito ad esacerbare le precipitazioni che in poco
più di 24 ore hanno portato una quantità di pioggia corrispondente alla media di
un anno e mezzo! Andare contro i cicli naturali, a volte, si paga a caro
prezzo!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento