venerdì, maggio 03, 2024

LA SARDEGNA NEGLETTA: DOPO LE PESANTI, IMPOSTE SERVITÙ MILITARI, ORA SULL'ISOLA È CALATA ANCHE LA MANNAIA DELLA SERVITÙ ENERGETICA. È TEMPO DI DIRE BASTA!


Oristano 3 maggio 2024

Cari amici,

Continuando di questo passo sarà difficile vedere la Sardegna arrivare dimostrare tutto il suo valore! La nostra terra è uno scrigno di tesori unici: dal suo mare eccellente al suo clima, dalla sua storia millenaria (con tesori che fanno dell’isola un museo a cielo aperto) alle sue tradizioni uniche, che spaziano dalla cucina, all’artigianato, dalle sue colline e foreste incontaminate al clima mite, godibile, salvo rare eccezioni, tutto l’anno! Su questo paradiso, già gravato dalle pesanti servitù militari, sta pesantemente calando anche una specie di "Servitù energetica" sconsiderata! E non dimentichiamo anche la "Spada di Damocle" della possibile collocazione nella nostra isola del sito di stoccaggio delle scorie nucleari!

La triste realtà è che, da millenni, la nostra isola è una “terra di sudditanza”, colonizzata e utilizzata dai diversi popoli che l'hanno calpestata, e che mai ha potuto essere autogestita dai sardi. Ci avevano visto giusto gli spagnoli, che ci definirono Locos i mal unidos, ma anche i successivi dominatori non sono stati stati con noi molto altruisti, a partire dai Savoia! Ebbene, anche oggi, seppure formalmente dovremmo essere una Regione non solo con la stessa dignità delle altre, ma anche con una maggiore autonomia, purtroppo poco o nulla è cambiato! A dimostrarlo c'è tanto, e, fra le più importanti quella prima accennata: le “Servitù militari” (la Sardegna è la regione col maggior carico); la seconda, invece, è la vana promessa (vana, in quanto mai attuta) della “Continuità territoriale”, che limita la movimentazione dei sardi e falcidia quel turismo che potrebbe darci un grande ristoro economico. E non è tutto, purtroppo, perchè la colonizzazione dell'isola continua!

Amici, come italiani continuiamo a  riempirci la bocca di “Transizione energetica”, di certo un passaggio necessario e importante, da effettuare gradualmente passando dall’energia ricavata da fonti come petrolio e carbone a quella prodotta da fonti rinnovabili, come l’utilizzo dei pannelli solari e delle pale eoliche. “CHISSÀ PERCHÉ”, però, la collocazione delle torri eoliche e i vasti campi di sistemazione degli impianti fotovoltaici, è meglio farla in grandissima parte in Sardegna! E nelle altre Regioni, in particolare quelle del Centro-Nord, che consumano la gran parte dell'energia prodotta, perché NO? Che sono privilegiate? Certo, mica possono mettere a repentaglio e compromettere il loro paesaggio, meglio al Sud, in particolare in Sardegna, la nostra onnipresente COLONIA!

Amici, nel dossier del CENTRO STUDI DELLA CNA SARDEGNA, secondo le richieste di connessione arrivate a Terna nell'ultimo biennio, la Sardegna è la terza regione italiana per capacità degli impianti, eolici e solari, che hanno avviato l'iter per l'autorizzazione alla connessione alla rete energetica nazionale. I numeri, però, sono ancora più grandi: nel caso dell'eolico si tratta di 34,7 GW (contro gli attuali 1,1) tra siti on-shore e siti off-shore, mentre nel caso del solare si arriva a 23 GW (1,14 quelli attuali). Se tutte queste richieste dovessero concludersi con l'effettiva realizzazione dell'impianto - evidenzia la Cna sarda - la Sardegna diventerebbe la seconda regione italiana, dopo la Basilicata, per potenza installata in rapporto alla popolazione, sia per l'eolico, che per il fotovoltaico, assorbendo circa il 16% della potenza totale installata nel Paese (contro il 6% di oggi)!

Insomma, stando ai dati prima evidenziati la Sardegna arriverebbe a produrre circa 54mila GWh/a da impianti eolici e 41.800 da fotovoltaico, che equivalgono a circa 11,8 volte i consumi elettrici annui dell'Isola! "Il tema della gestione della risorsa energetica è destinato a diventare sempre più strategico in un'ottica di sviluppo economico e produttivo” – come evidenziano Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente Presidente e Segretario regionale della Cna Sardegna. Che nella nostra maltrattata Sardegna (sarebbe meglio dire colonia) si sia arrivati a “colmare il vaso” è la convinzione di tanti amministratori comunali, che hanno compreso lo scempio che si sta abbattendo sulla nostra isola, con grave compromissione dei luoghi storici millenari e delle importanti risorse paesaggistiche.

Il primo passo di opposizione verso questa sudditanza è stato compiuto di recente dalla nuova Giunta Regionale, guidata da Alessandra Todde, che ha presentato un disegno di legge per sospendere la costruzione di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, come pale eoliche o impianti fotovoltaici, con l’obiettivo di tutelare il paesaggio e di contenere il consumo di suolo. La sospensione, limitata nel tempo, sarà valida per un periodo di 18 mesi. Il disegno di legge, comunque, non limita la realizzazione degli impianti finalizzati all’autoconsumo e quelli delle Comunità energetiche.

Ora il provvedimento dovrà essere approvato dal Consiglio regionale, ma nel frattempo la Giunta ha già affermato di voler modificare il Piano Paesaggistico Regionale, cioè, vuole rielaborare la cosiddetta mappatura del territorio, per delimitare e circoscrivere le aree idonee alla costruzione di questi impianti in futuro, salvaguardando le altre. La Presidente Todde ha spiegato ai giornalisti che l’obiettivo della misura è fermare «la modifica irreversibile del nostro territorio», prendendosi il tempo necessario per riordinare le regole e negoziare con lo Stato la mappa delle aree idonee. 

Cari amici, credo che quanto adottato oggi “poteva e doveva essere fatto molto prima”,  ma… meglio tardi che mai! La Sardegna è tempo che faccia sentire con forza la sua voce, che finora è stato solo un semplice belato, o se volete un miagolio!

A domani.

Mario

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