Oristano 6 maggio 2024
Cari amici,
Di recente un mio post parlava del terribile assalto alla nostra isola con l'installazione, in modo selvaggio e incontrollato, di una miriade di "Pale Eoliche" per produrre "Energia Green", senza minimamente pensare agli enormi danni che ne sarebbero derivati, sia dal punto di vista naturalistico che storico ed archeologico. Conciliare l’urgente
necessità di salvaguardare il pianeta dall'uso dei combustibili fossili, non vuol dire agire in modo sconsiderato! Il cambiamento non può che essere meditato e ragionato, altrimenti si corre il rischio di fare più danno che guadagno! la così detta TRANSIZIONE GREEN, seppure necessaria ed urgente, non può essere realizzata in modo raffazzonato, ma fatta con tutti i crismi, senza creare danni che a volte diventano irrecuperabili. L'umanità se è pur vero che ha necessità della più moderna tecnologia, deve affrontare due situazioni
antitetiche, che a me fanno ricordare il vecchio detto del “Gatto che si morde la
coda”.
La moderna tecnologia, come ben sappiamo, necessita di “Terre rare”, quei materiali considerati essenziali per la realizzazione dei moderni strumenti elettronici, che però non si trovano pronti all’uso dietro l’angolo, ma che bisogna portare in superficie dal sottosuolo, scavando gigantesche miniere. E qui torniamo alla storia di prima: l'innovazione non può essere affrontata d'imperio, se crea distruzione! Le Terre rare, a
quanto pare, sono ben presenti in Africa, in zone, però, fortunatamente
ancora incontaminate, dove vivono allo stato naturale specie vegetali e animali
alquanto preziose, come ad esempio alberi millenari e animali come le grandi
scimmie. Ai cultori della moderna tecnologia, però, poco importa, e già oggi le
richieste di acquisizione delle terre rare presenti nei Paesi africani sono
state avanzate in gran numero (come le richieste di installazione delle PALE EOLICHE IN SARDEGNA), in quanto necessarie per realizzare i richiesti
prodotto della tecnologia avanzata. La triste realtà è che, purtroppo, i responsabili delle
nazioni africane (poco accorti in campo ecologico) si sono dimostrati d’accordo, tanto che almeno 17 Paesi hanno già
concesso l’ok allo sfruttamento del loro sottosuolo.
Insomma, amici, la
devastazione di giungle e foreste è già iniziata: diversi grandi parchi sono stati
già aggrediti (finora erano stati salvaguardati), con la triste conseguenza della
eradicazione delle specie vegetali e animali ospitati. A sentire gli
ambientalisti, che cercano di vigilare sugli atti vandalici compiuti su queste
aree sotto attacco, il disboscamento è in corso e sarebbero oltre un terzo le
famiglie delle grandi scimmie in serio pericolo, tanto che il dato appare
probabilmente addirittura sottostimato.
Sicuramente frutto della
grande povertà e anche della scarsa cultura posseduta nella dirigenza di questi
Paesi, che nei secoli sono stati costantemente depredati dalle invadenti grandi potenze, ma la realtà è che oggi Paesi come la Liberia, la Sierra Leone, il Mali
e la Guinea, hanno, a quanto pare, rilasciato le licenze di concessione
mineraria, buttando alle ortiche la loro meravigliosa natura, e mettendo “a
rischio”, sia le grandi foreste millenarie che quel prezioso mondo animale che
le anima, causando al loro straordinario patrimonio naturale danni incalcolabili.
Amici, la tanto
strombazzata “Rivoluzione Green”, credo che a questo punto abbia i piedi d’argilla,
se l’avanzare tecnologico passa sulla distruzione di siti unici, e sui cadaveri di Flora e Fauna, beni che si sono potuti fino ad oggi preservare dalla distruzione. Inutile riempirsi la bocca di parole
come “transizione energetica”, se dietro si cela una realtà terribile, che
poco, o anzi nulla c'entra, con l’immagine che essa richiama alla mente. Parlare per esempio di salvaguardia ecologica, passando alla trazione elettrica al posto di quella prodotta dai motori convenzionali, risulta
solo uno slogan, se per produrre le grandi batterie si distrugge la natura per
ricavare le terre rare necessarie a produrle!
Amici, negli Stati Uniti, l’associazione
ambientalista texana RE:WILD, che ha condotto lo studio che ha portato
alla pubblicazione dei drammatici dati anche sulle pagine della rivista Science
Advances, ha rivolto un accorato appello ai grandi del mondo: gli unici in grado
di porre fine allo scempio. A loro viene chiesto di non avviare - o
interrompere immediatamente - l’estrazione di materiali come cobalto,
manganese, grafite, bauxite, platino e ovviamente litio. Senza uno stop
tempestivo, centinaia di migliaia foreste saranno decimate e tanti animali come
i primati saranno condannati.
Cari amici, a chi sostiene che
il progresso non può fermarsi e che ha avuto sempre le sue vittime, si può rispondere che l’alternativa
esiste, e si chiama anche riciclo dei Raee. I materiali essenziali utili alla
transizione ecologica potrebbero esser facilmente recuperati con il riciclo. Il
mondo è invaso dai cosiddetti Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed
elettroniche), basterebbe avviare quegli impianti che ne consentano
l’estrazione, così come, per la produzione di energia dal vento o dal sole, basta trovare senza fretta i siti giusti, senza creare danni incalcolabili. Questo è l’appello degli ambientalisti, ma chissà se verrà
accolto, perché gli interessi in ballo sono ingenti. L’unico modo per fermare
la distruzione degli ecosistemi ancora esistenti è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, che, con
la sua forza, può costringere i Governi
- anche quelli europei, che più di altri sembrano bramare una transizione
ecologica rapida - a metter fine a drammatico scempio in atto che metterebbe in
ginocchio il pianeta!
A domani.
Mario
1 commento:
Una buona lettura, in inglese, su questo argomento ( https://thehonestsorcerer.medium.com/red-herrings-transhumanism-and-well-pitchforks-294fe7ab69db ) dal sito Honest Sorcerer... Siamo in mezzo al guado...
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