Oristano
14 Giugno 2017
Cari amici,
L’argomento di oggi per
me non è assolutamente nuovo, anzi è forse l’ennesima volta che parlo di fughe,
di cervelli che lasciano il nostro Paese, di perdita di patrimoni di conoscenza
che vanno altrove, impoverendo la nostra terra. Quello di oggi è un caso che
ancora meglio di quelli che ho già riportato è in grado di dimostrare che da
noi è sempre più imperante il detto “Nemo
propheta in patria”. La storia che riporto è quella di Arianna, valido
ingegnere (odio il termine femminilizzato ingegnera, che non aggiunge alcuna dignità
alla donna che ha il titolo) che a 33 anni ha lasciato l’Italia per andare a
lavorare in Norvegia.
Una bella storia quella
di Arianna Minoretti, giovane
professionista che quando era ancora in Italia era consigliere dell’Ordine di Como
e molto attiva nel Network Giovani Ingegneri. Ma come è arrivata Arianna in
Norvegia? Lei nel 2013 ha inviato il suo curriculum di ingegnere civile anche
all’autorità governativa della Norvegia che, dopo averlo esaminato e ritenuto
valido, l’ha selezionata e assunta per studiare e portare avanti un’opera mai realizzata prima
al mondo: costruire un avveniristico ponte
di Archimede tra i fiordi.
Nelle interviste rilasciate
dopo la sua partenza La Minoretti ha detto: "A 33 anni sono andata via
dall'Italia perché non c'è innovazione, in Norvegia costruisco le strade
sott'acqua". Arianna oggi 37enne, originaria di Como e laureata al
Politecnico di Milano, è stata scelta dal Paese scandinavo (senza i nostri
triti rituali di assunzione che non privilegiano certo la professionalità), per
realizzare un progetto pionieristico e avveniristico: un ponte/tunnel
sottomarino. "Sono stata fortunata, in Italia progetti così avveniristici sono
impensabili", ha commentato con una certa amarezza dopo la sua partenza.
In effetti il suo
curriculum inviato nel Paese del Nord Europa era già corposo, avendo in
precedenza maturato un’esperienza decennale divisa tra l’Italia e la Spagna. Come
commenta il Corriere della Sera che l’ha intervistata, la donna è uno
dei tanti esempi di italiani che vengono ignorati in Italia ed apprezzati
moltissimo all'estero per le loro competenze professionali, e in questo caso Arianna
rappresenta proprio una di quelle professionalità che molto difficilmente la Norvegia, il
Paese che l’ha accolta, vorrà perdere in futuro lasciandola andare
via.
La sua non è stata una scelta
a caldo, fatta sull'onda dell'amarezza per la mancata considerazione, ma lucida e ponderata. Mentre saliva sul volo col quale lasciava l’Italia per la Norvegia,
l'ingegner Minoretti sapeva benissimo cosa c'era ad attenderla. Certo, anche in
Italia si era parlato tanto di ponti galleggianti (come quello avveniristico
sullo stretto), ma le idee rimanevano solo chiacchiere inconcludenti.
Quando nel 2013 Arianna lasciava Como per Trondheim, il Governo norvegese aveva già le idee chiare su di Lei e su quello che sarebbe andata a fare: era già tutto programmato, tutto messo nero su bianco. L'obiettivo del Governo era quello di creare delle vere “autostrade di collegamento” in quella miriade di isole che compongono la nazione. E la scelta, nonostante non fosse norvegese, era caduta su di Lei in quanto ritenuta capace e valida: scelta ponderata, valutazione fatta sui titoli e non sulle raccomandazioni; la responsabile del progetto sarebbe stata proprio Lei, straniera, assunta per realizzare la modernissima e avveniristica struttura stradale galleggiante che attraverserà il Bjornefjord.
Quando nel 2013 Arianna lasciava Como per Trondheim, il Governo norvegese aveva già le idee chiare su di Lei e su quello che sarebbe andata a fare: era già tutto programmato, tutto messo nero su bianco. L'obiettivo del Governo era quello di creare delle vere “autostrade di collegamento” in quella miriade di isole che compongono la nazione. E la scelta, nonostante non fosse norvegese, era caduta su di Lei in quanto ritenuta capace e valida: scelta ponderata, valutazione fatta sui titoli e non sulle raccomandazioni; la responsabile del progetto sarebbe stata proprio Lei, straniera, assunta per realizzare la modernissima e avveniristica struttura stradale galleggiante che attraverserà il Bjornefjord.
L'ingegner Minoretti
oggi è fiera di essere l’artefice di un progetto pionieristico, impensabile (da
quanto Lei riferisce) per l'Italia: "Porto le strade dentro il mare"
ha affermato con orgoglio. Oggi è Senior engineer di strade pubbliche e ponti.
Per risalire i 1.100 chilometri della costa occidentale, i norvegesi sono
costretti a prendere anche 7 traghetti. L'obiettivo è sostituirli con un sistema
di ponti dimezzando il tempo di percorrenza in macchina da 21 a 11 ore.
Nei 4 anni di lavoro in
Scandinavia, Arianna ha potuto sperimentare anche i vantaggi di cui una donna può beneficiare, in un Paese così avanzato e con
una cultura tanto diversa dalla nostra. Ecco uno dei suoi commenti. "Per una mamma Italia e Norvegia non
potrebbero essere più distanti. Qui la paternità è obbligatoria, per 10
settimane. Il datore di lavoro non trova svantaggi nell'assumere una donna. E
la mia carriera non risente della maternità. [...] Avere una famiglia è
considerata una scelta positiva. Se passi troppo tempo in ufficio, pensano che
tu non sia in grado di concludere il lavoro nel tempo stabilito". Veramente
metri di giudizio sul lavoro (delle donne in particolare) che faticheranno non
poco ad entrare nella nostra cultura!
Tutto questo accade nei Paesi "avanzati" e lungimiranti,
mentre nel nostro Paese si sta ancora discutendo di parità di genere, delle
offerte di lavoro per ingegneri a 600 euro al mese e di disoccupazione
giovanile post laurea. Le parole di Arianna, quindi, non possono che far
riflettere. Mentre da noi si continua a parlare al vento, la Norvegia ha già dato
vita ad ulteriori iniziative per reperire ingegneri stranieri (interessano
soprattutto gli italiani) da affiancare ai loro professionisti
nel settore petrolchimico. Ebbene sì, la Norvegia ha un numero di ingegneri
troppo basso rispetto a quello che sarebbe il suo fabbisogno. Si apre quindi un
nuovo Eldorado per i tecnici italiani che non riescono a trovare lavoro nel
nostro Paese.
Cari amici, dopo avervi
detto tutto questo non credo ci sia bisogno di commentare ulteriormente. L’evidenza
dei fatti è tale che ogni commento appare superfluo. Credo che siate d’accordo
anche Voi. L’esodo dei cervelli dall'Italia, credetemi, non è destinato a diminuire, ma
credo che aumenterà ancora.
A domani.
Mario
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