Mai più calvi con l'utilizzo delle cellule staminali
Oristano
19 Giugno 2017
Cari amici,
La calvizie è un male
che va ben oltre l'estetica: una bella chioma aiuta la persona a gestire la sua vita sociale in un certo modo, insomma rappresenta una componente importante. Eppure la perdita dei capelli colpisce oltre il 70% degli uomini e il 40% delle donne,
manifestandosi in particolare dopo i 35 anni. Si, è con l’avanzare dell’età
che i capelli si fanno più sottili e radi e poi cadono del tutto, in seguito alla morte del bulbo pilifero. La causa di tutto ciò è da attribuire all’invecchiamento
delle cellule staminali dei follicoli piliferi. Cercare di porre rimedio ad
un dramma che colpisce incredibilmente uomini e donne, è stato il compito portato
avanti per anni da uno stuolo di scienziati, ma risultati davvero positivi, almeno per ora, non se ne vedono proprio, con successi
reali praticamente vicini allo zero.
Fino ad oggi l’unico
rimedio valido è stato l’intervento di trapianto di capelli (normalmente
asportati dalle parti di cuoio capelluto rimaste vive nello stesso soggetto), operazione
non sempre coronata da buon successo. Negli anni più recenti, per venire
incontro ai soggetti particolarmente colpiti esteticamente dal problema, le
tecniche di trapianto sono anche migliorate, arrivando perfino all'autotrapianto
di capelli con estrazione automatizzata dei singoli bulbi: una metodologia che
presenta maggiori vantaggi (con una significativa riduzione dell'errore umano):
un numero maggiore di follicoli prelevati e un risultato estetico più efficace
e naturale. Ora, però, sembra profilarsi all’orizzonte una nuova frontiera per i tanti “pelati” angosciati dalla mancanza di una bella chioma.
Questa nuova frontiera
porta il nome di “cellule staminali”,
protagoniste indiscusse della medicina rigenerativa, che stanno per entrare a
pieno diritto anche nella lotta contro la calvizie e la perdita precoce dei
capelli. Le staminali sono cellule con un potenziale davvero straordinario, capaci di ‘riparare’ a 360
gradi organi e tessuti danneggiati da patologie, invecchiamento o traumi, a cui
ora si aggiunge anche la ricrescita dei capelli.
In effetti, dopo tanto penare, trovare una cura
efficace contro la calvizie, amici, è per gli scienziati come aver trovato il Sacro Graal! Ogni uomo, infatti, una volta giunto agli ‘anta’
sa cosa significa trovare un bel po’ di capelli nella doccia o nel pettine.
Vedersi poi la fronte sempre più ampia non dà certo una gran bella
soddisfazione! Il problema è davvero serio in una società come quella che viviamo, dove l'estetica la fa proprio da padrona. Presto, però, tutto ciò potrebbe essere archiviato,
diventare solo un ricordo. Lo sostengono due studi importanti che voglio riportare.
Sono due le ricerche (indipendenti
l’una dall’altra), realizzate per ora sui topi, una in Giappone e l’altra negli
USA. I due studi sono arrivati praticamente allo stesso risultato: in grado
entrambi di portare significativi avanzamenti nel trattamento dell’alopecia
androgenetica e della calvizie legata all’aumentare dell’età. Le patologie che
portano il cuoio cappelluto a perdere i capelli, in particolare all'insorgere
dell'alopecia, non riguardano solo il follicolo; nei trapianti di bulbi
piliferi, per esempio, solo se i follicoli trapiantati sono sostenuti e
'alimentati' attecchiscono per bene e i capelli continuano a vivere mantenendosi
in buona salute per molto tempo, altrimenti in un breve periodo cadono.
In Giappone il team di
studiosi della Tokyo Medical and Dental University ha scoperto che la caduta
dei peli nei topi anziani è causata da un mutamento dei follicoli piliferi, che,
con il passare degli anni si fanno più piccoli e radi. Secondo i ricercatori,
tale fenomeno è connesso alle cellule staminali del follicolo. Man mano che
l’età avanza, queste staminali si danneggiano nel loro DNA, diventano vecchie e
vengono eliminate, causando la miniaturizzazione del follicolo.
Si può però
intervenire su tale meccanismo di invecchiamento trovando una soluzione per
bloccarlo. I giapponesi ci sono riusciti: mantenendo “vivo” il gene COL17A1, che dà origine a una
particolare molecola di collagene in grado di mantenere ‘giovane’ la cellula
staminale, tenendola nella sua nicchia.
Negli Stati Uniti,
invece, un secondo studio condotto dalla statunitense Università del Colorado, seguendo
a grandi linee lo stesso procedimento, ha scoperto l’importanza di una
particolare molecola, chiamata Foxc1,
utilizzata dalle cellule staminali per iniziare la fase di crescita del
capello. In entrambi i casi nei topi la peluria e ricresciuta senza problemi.
Cari amici, se le
scoperte saranno positivamente trasportate dai topi nel genere umano, le nuove
generazioni certamente avranno un mondo di calvi nettamente inferiore a quello
attuale! Io personalmente, per fortuna, non ho mai avuto grandi problemi di
calvizie (ancora adesso alla veneranda età di over 70), però credo che la
scoperta renderà felici tantissime di persone! Se è pur vero che conta
più il cervello dell’estetica, avere la scatola cranica che conserva il nostro “computer”
ben paludata di una massa di capelli folti è davvero una bella soddisfazione!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento