giovedì, maggio 02, 2024

HA PRESO L'AVVIO AL SENATO L'ITER PER L'ABOLIZIONE DEL “NUMERO CHIUSO” IN MEDICINA. LA CRESCENTE CARENZA DEI MEDICI LO RENDE INDISPENSABILE.


Oristano 2 maggio 2024

Cari amici,

Dopo 25 anni dall’introduzione del “Numero chiuso” per l’accesso alla facoltà di “Medicina”, pare arrivato, finalmente, il momento di dire STOP! La 7ª Commissione “Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica”  ha discusso in sede referente l'Atto del Senato n. 980 che reca il titolo "Disposizioni in materia di abolizione del numero chiuso o programmato per l’accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e delle professioni sanitarie".

La Commissione ha adottato, praticamente all'unanimità, il testo base "per dire basta al numero chiuso a Medicina". Il Presidente della Commissione, Roberto Marti, confermando la "massima convergenza di tutte le forze politiche", ha così commentato: "L'odioso numero chiuso che abbiamo conosciuto negli ultimi 25 anni non ci sarà più". Ma vediamo meglio in che modo dovrebbe cambiare l’accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria.

La riforma sulle modalità di accesso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, che ha iniziato l’iter nell’aula della Commissione del Senato della Repubblica, prevede l'iscrizione libera al primo semestre, con la conseguente abolizione del test di ingresso, ora grande cancello di sbarramento per l’iscrizione a queste facoltà. È giusto precisare che quanto fatto dal Senato è solo la parte preliminare per l’approvazione della riforma, che diventerà definitiva solo dopo l’approvazione da parte di entrambe le Camere.

Si, amici, il numero chiuso a Medicina, quindi, torna prepotentemente a far parlare di un problema che sta diventando sempre più serio: la carenza di medici! Non ci sarà più, dunque, lo sbarrante, famigerato test di ingresso, bensì la possibilità di iscrizione libera di tutti gli studenti al primo semestre della facoltà; solo al termine del semestre entrerà in funzione una scrematura: sarà il profitto conseguito dagli studenti nel corso degli esami previsti, a compiere un vero e proprio sbarramento al passaggio verso gli anni successivi.

Indubbiamente, quelle previste, appaiono modalità più eque, che consentiranno, agli studenti davvero preparati e interessati, di conseguire la laurea in Medicina. Dopo lo svolgersi del primo semestre, infatti, gli studenti che avranno sostenuto tutti gli esami e acquisito i crediti formativi necessari, potranno proseguire nel proprio percorso di studi. Tutti gli altri, comunque, nulla perderanno gli esami sostenuti: potranno utilizzare gli esami superati in un altro corso di studi affine, così come indicato al momento della doppia scelta fatta in sede di iscrizione.

Amici, considerati i tempi tecnici necessari per l’avvio definitivo della riforma, per quest’anno i test di ammissione si svolgeranno regolarmente, come da calendario. Oltre 71 mila studenti saranno chiamati a svolgere le prove nei giorni martedì 28 maggio e martedì 3 luglio. Con una probabile certezza, l’iscrizione libera alla facoltà di Medicina sarà operativa a partire dal prossimo anno accademico, avviando quella necessaria abolizione di uno sbarramento che ha creato, come ben sappiamo, un deserto nel campo medico, che è invecchiato senza gli adeguati ricambi, creando così pericolosi vuoti di organico.

L’invecchiamento del personale medico è una realtà innegabile, come ha evidenziato l’analisi condotta dall’ISTAT, che ha raccolto i dati necessari messi in chiara evidenza. L’analisi è partita da due dati fondamentali: il numero di immatricolati, laureati, iscritti ai corsi di specializzazione e docenti di ruolo in medicina e chirurgia (sono circa 15,3 mila gli iscritti a un corso di laurea in medicina e chirurgia, il 2,7% del totale degli iscritti al primo anno) e la datazione del personale medico.

Proprio l’aspetto dell’invecchiamento dei medici in servizio ha rappresentato un elemento di seria criticità del sistema sanitario, con una preoccupante  carenza di professionisti che operano in regime di convenzione con il SSN, ovvero i Medici di medicina generale. “Come è noto, il Servizio Sanitario Nazionale dovrà fronteggiare nei prossimi anni una crescente domanda di assistenza dovuta al progressivo invecchiamento della popolazione e all’aumento delle malattie croniche e della multi-morbilità”, come ha evidenziato la nota redatta dall’Istat.

Cari amici, le criticità, come sempre, non mancano. Al momento, infatti, le Università italiane non hanno le risorse e le capacità sufficienti a sostenere un numero così ampio di studenti interessati ai corsi di Medicina, per cui lo Stato dovrà necessariamente intervenire con nuovi mezzi, in particolare finanziari, per dotare le Università delle necessarie risorse.

A domani.

Mario

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