Oristano 24 luglio 2022
Cari amici,
Quello che sta succedendo
nel Nord-Italia, con un fiume come il Po in secca e l’acqua del mare che è
risalita dentro il fiume per ben 30 chilometri (cosa che non succedeva da tanti
anni), non sarà più da considerarsi eccezionale ma, secondo gli studiosi,
diventerà qualcosa di solito, di “normale”. Secondo gli scienziati entro il
2050 i fenomeni siccitosi registreranno un sensibile aumento, anche del 25/28
per cento, con alcune vaste zone che subiranno incrementi di siccità importanti,
pari anche al doppio di quelli che stiamo vivendo oggi.
Un recente studio
condotto in Giappone prevede che la siccità sarà sempre più frequente anche
nelle zone poco interessate dall'inquinamento atmosferico. Lo studio condotto
dal National Institute for Environmental Studies (NIES) ha lanciato
l’allarme: “nel prossimo futuro i fenomeni siccitosi diventeranno sempre più
frequenti e violenti, anche in regioni del mondo meno interessate
dall’inquinamento e con bassi livelli di gas serra nell’aria, gettando le basi
per una nuova “normalità”.
Si, amici, le variazioni
climatiche, causate in gran parte dai disastri creati dall’uomo, stanno iniziando
a colpire duro: si prevede che, nei prossimi 30/50 anni, la siccità raggiungerà
livelli record in conseguenza dell’aumento delle temperature globali che hanno
scombussolato lo status quo climatico precedente. Questo disastro, come
è ovvio, avrà sicure ripercussioni molto negative sull’agricoltura,
sull’approvvigionamento dell’acqua e sugli approvvigionamenti energetici in
tutto il Pianeta.
Gli scienziati ne loro
approfonditi studi, pubblicati sulle pagine della rivista Nature
Communications, ritengono che le pericolose variazioni climatiche che ci stanno
tormentando diventeranno sempre più ostili, con periodi di siccità che si
prolungheranno nelle 59 regioni subcontinentali globali analizzate, fino alla
fine del 21° secolo. E tra queste 59 aree a rischio c’è anche l’Italia,
già oggi in emergenza. Si prevede, per la metà di questo secolo, un aumento
dell’occorrenza della siccità del 25% in regioni con una bassa concentrazione
di gas serra nell’aria e del 28% in regioni con un’alta concentrazione di gas
serra, con alcune regioni che evidenzieranno un incremento dei fenomeni
siccitosi pari al doppio di quelli vissuti oggi.
Gli studiosi, vista la
situazione, sostengono la necessità di elaborare piani di mitigazione climatica
e di adattamento alle nuove condizioni ambientali, per riuscire a superare le
condizioni di siccità straordinaria che ci aspettano, e così non rischiare di
rimanere senz’acqua nel prossimo futuro. Si, perché senza un piano globale per
la mitigazione climatica, l’umanità rischierà nel prossimo futuro proprio di
rimanere senz’acqua!
Cari amici, il problema
della siccità che sta colpendo già oggi il Nord-Italia si appesantirà non poco
e sicuramente dovranno essere trovate adeguate soluzioni, oltre che a livello
mondiale anche nazione per nazione. Ma “cosa” dovrebbe fare l’Italia per cercare
di risolvere la crisi idrica? Indubbiamente le cose da fare ce ne sarebbero
tante. Fra le più importanti “Riadeguare la rete idrica” che
distribuisce l’acqua in città e paesi, rete che è da considerarsi un colabrodo.
L’acqua immessa nelle reti viene infatti dispersa in una rete di distribuzione
colabrodo: per ogni 100 litri immessi nella rete di distribuzione 42 si perdono
e non arrivano ai rubinetti delle case.
Secondo i dati diffusi
dall’Istat quest’anno, nel 2020 sono stati persi in media 41 metri cubi di
acqua al giorno per chilometro di rete, che corrispondono al 36,2 per cento di
tutta l’acqua immessa nel sistema. L’Italia – che spende ogni anno circa 3
miliardi di euro per danni collegati alla siccità – è al terz’ultimo posto in
Europa per spesa di investimento nel settore idrico (40euro/per abitante,
contro una media europea di 100euro/abitante); tutto ciò si traduce nel fatto
che qui da noi cadono sì oltre 1.000 mm di pioggia all’anno, che danno 300
miliardi di m3 di acqua. Quasi il 50% di questi, però, si perde per
evapotraspirazione, circa 110 miliardi rimangono a disposizione della natura e
non sono intercettabili, mentre 53 miliardi sono realmente utilizzabili
dall’uomo. Di questi l’Italia ne utilizza 5,8 miliardi (il 12% circa). Il resto,
purtroppo, va tutto perduto.
Cari amici, anche noi
cittadini responsabili possiamo e dobbiamo fare qualcosa! Innanzitutto dire no
agli sprechi! Nel nostro piccolo, ognuno di noi può fare la sua parte per
ridurre il consumo di acqua. Qualche esempio? Attivare la lavastoviglie e la lavatrice solo a pieno carico o installare nel wc uno sciacquone intelligente
con lo scarico a doppio flusso; anche lasciare aperto il flusso d’acqua
facendoci la barba o lavandoci i denti è un grave errore: possiamo e dobbiamo aprire
e chiudere il rubinetto solo quando è necessario! Risparmiare acqua si può,
anzi SI DEVE!
A domani.
Mario
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