Oristano 8 agosto 2024
Cari amici,
Nella prima metà del
secolo scorso in Sardegna la barbabietola era davvero di casa. Vaste le coltivazioni
in essere tra le campagne di Cagliari e Oristano, che davano linfa vitale
all’industria, che produceva zucchero di qualità nello stabilimento di
Villasor. Questo impianto funzionò per quasi 50 anni, dando occupazione in una
terra che di lavoro aveva proprio fame! Poi, grazie allo sviluppo di economie
che gettavano alle ortiche il “chilometro zero” (leggi GLOBALIZZAZIONE), questo piccolo stabilimento
industriale fu considerato superato, poco redditizio, e la coltivazione della
barbabietola in Sardegna si fermò nell’autunno del 2005. Agricoltori e
lavoratori, in tutto oltre mille persone, restarono senza lavoro.
L’economia, lo sappiamo
bene, cambia le regole di coltivazione e di mercato, ma come la storia insegna,
a volte ci sono i ritorni al passato, motivati magari da possibili, ulteriori
usi di una materia prima che magari si rileva capace da dare ulteriori possibilità.
È quello che è successo anche alla barbabietola sarda, che, abbandonata in
quanto diventata poco remunerativa circa 20 anni fa, torna a far parlare di se,
questa volta in positivo. Vediamo come.
Si, amici dopo un
ventennio circa, riprende in Sardegna la coltivazione di barbabietola da
zucchero. Per ora è solo “Una sperimentazione”, che si spera darà i suoi
frutti, e che ha preso l’avvio nelle campagne dell’Oristanese (principalmente nei
territori di Cabras, Arborea e Uras), ma in caso di esito positivo le
coltivazioni verranno estese anche nel Campidano di Cagliari (nella zona di
Villasor) e nel sassarese ( nella Nurra). Questo progetto sperimentale è stato
chiamato “Kilometro Bianco”.
È questo un progetto che
prevede la coltivazione della barbabietola non solo per ricavarne dello zucchero, ma
anche della melassa e dei mangimi da utilizzare nel settore zootecnico. Gli
scarti di lavorazione, invece, serviranno per produrre del biometano,
inserendosi quindi positivamente anche in ausilio alla transizione energetica
nell'Isola. Indubbiamente un’idea che appare vincente, e che consentirebbe non
solo di realizzare un nuovo zuccherificio, ma anche un mangimificio e una
centrale a biometano, in un'ottica di economia circolare.
L’idea ha già preso piede
e la predisposizione del complesso progetto è già in atto. Si inizia con la
coltivazione di una quindicina di ettari (le aziende contattate in gran parte
si sono dimostrate favorevoli). Nel
progetto sono state ipotizzati due cicli di semina: un ciclo estivo, dopo la
semina di quest'anno, e un ciclo autunnale, con una previsione di una
produzione tra le 65 e le 80 tonnellate per ettaro. Artefice e responsabile di
questa interessante sperimentazione è Mariano Carta, coadiuvato dai due collaboratori,
i tecnici Andrea Barbetta e Massimo Zaghi.
La Sardegna, insomma,
vuole puntare nuovamente sulla coltivazione della barbabietola, partendo dalle fertili
pianure dell’Oristanese; un progetto, importante, chiamato anche “A Kilometro Bianco”, attraverso il quale si produrranno non solo zucchero ma anche mangimi e,
dagli scarti, il biometano, che anch’esso darà una mano per incentivare e
accelerare la necessaria transizione energetica. Il progetto prevede anche la
realizzazione di uno zuccherificio, di un mangimificio e di una centrale a
biometano.
Cari amici, personalmente
plaudo a questa riattivazione della coltivazione nella nostra isola della
barbabietola. In passato la produzione isolana era eccellente, perché lo
zuccherificio di Villasor funzionava a pieno regime con grande apprezzamento
del prodotto ottenuto. Riprendere questa strada credo sia del tutto positivo.
A domani.
Mario
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