Oristano 28 dicembre 2020
Cari amici,
Il Coronavirus, che
imperversa ormai nel mondo, non ha creato solo danni fisici, con un impressionante
numero di morti, ma altrettanti anche di natura economica. Tra i settori più colpiti c’è certamente
quello alberghiero, che comprende anche quello della ristorazione. L’epidemia
di covid-19, oltre che creare problematiche a livello sanitario, ha sconvolto l’economia
mondale, incidendo sulle relazioni sociali e creando situazioni difficili da
gestire. Economicamente, a risentirne maggiormente, a causa delle restrizioni
alla mobilità, sono stati i settori del turismo, dei trasporti, della
ristorazione e dell’accoglienza, creando vuoti difficilmente colmabili.
Le strutture alberghiere,
ferme senza clienti e con costi fissi rilevanti, hanno cercato in tutti i modi
di adattarsi alla inattesa situazione che le aveva colpite, cercando di trovare
soluzioni anche innovative. Soluzioni che, anche con sistemi fantasiosi, potevano
essere d’aiuto per non soccombere. La prima innovazione significativa è stata
quella di trasformarsi in strutture di assistenza ospedaliera, effettuata
riconvertendo le camere d’albergo in stanze- camere d’ ospedale, seppure
d’emergenza. In mancanza di clienti, infatti, diversi alberghi (è successo
anche al Mistral I di Oristano) si sono convertiti in “Covid-Hotel”. La temporanea trasformazione, effettuata
d’accordo con le strutture di Governo, ha lo scopo di decongestionare le
strutture ospedaliere sotto pressione ospitando pazienti asintomatici o in
condizioni non critiche e, al tempo stesso, sostenendo le imprese turistiche in
difficoltà.
Ma questo è stato solo il
primo tipo di riconversione che ha riguardato solo pochi casi. Il problema,
invece, risulta molto più serio e complesso, per il numero di strutture
interessate. Ed è per questo che in tutta Europa gli hotel cercano di
reinventarsi per superare il crollo delle presenze, causate dal blocco del
turismo. Si, amici, le catene alberghiere presenti in Europa si preparavano
anche nel 2020 ad ospitare migliaia di turisti, desiderosi di vedere città e
spiagge del Vecchio Continente, mentre invece questi desiderati e “attesi
ospiti” sono dovuti restare a casa loro, rintanati obbligatoriamente nella loro
residenza.
Le previsioni fatte ad
inizio anno erano davvero buone: le statistiche relative al 2019 avevano
evidenziato che Paesi come Francia, Spagna e Italia avevano ricevuto tra i 64 e
gli 89 milioni di visitatori da tutto il mondo, cifre che sarebbero addirittura
potute andare in aumento. Invece, ora, resteranno praticamente deserti il
Louvre di Parigi, come il Big Ben a Londra, il Colosseo a Roma e le meraviglie
di Gaudí a Barcellona. Fino a prima della pandemia, avere un hotel in una
importante città europea, era praticamente sempre garanzia di successo, ora
appare un peso insostenibile.
Si, ora tutto appare
cambiato, e il 2020 risulta essere proprio un anno davvero catastrofico,
destinato a restare nella memoria di tutti noi. I Media di tutto il mondo non
fanno altro che evidenziare immagini delle capitali europee vuote per lockdown
e mancanti di visitatori. I dati dell’Organizzazione mondiale del turismo (WTO)
rivelano un calo del 70% a livello internazionale nei primi otto mesi del 2020.
La perdita totale, pensate, si aggira intorno ai 730.000 milioni di dollari! Ed
ecco allora che gli hotel si reinventano, per cercare di superare il crollo del
turismo causato dal Coronavirus. Vediamo insieme come la fantasia sta cercando,
nei diversi Stati d’Europa, di superare una crisi senza precedenti.
In Francia, il
gruppo Best Western Hotels & Resorts ha creato spazi di co-working
denominati Mywo. In tal senso si offre uno spazio di lavoro nella hall dei suoi
hotel a 5 euro per mezza giornata. Lo stesso gruppo affitta anche sale riunioni
per incontri lavorativi nella variante “Mywo Meetings”. Nel Regno Unito,
la celebre catena Accor Hotels, dallo scorso agosto ha lanciato diverse
proposte per i lavoratori in 250 stabilimenti. Questo per dare la possibilità
di usufruire delle proprie strutture, per problematiche lavorative durante
l’orario d’ufficio. Un’altra interessante
strategia che gli hotel europei hanno messo sul tappeto è quella di promuovere
la cucina locale e la gastronomia nei propri ristoranti, soprattutto in Spagna.
Un fenomeno davvero popolare a Barcellona, che a causa della pandemia ha visto
la chiusura del 75% degli hotel. Per esempio, l‘hotel Eurostars Grand Marina –
un hotel a cinque stelle – propone cena più una notte in camera doppia ad un
costo inferiore ai 100 euro. E ancora, l’hotel Gallery, che per 900 euro al
mese offre una camera con uso di palestra, piscina e area per telelavoro.
Diversi hotel hanno reso
disponibili le loro sale riunioni addirittura come aule scolastiche
alternative, quando non è possibile mantenere il distanziamento sociale.
Infatti, non è possibile costruire aule o edifici in tempi così ristretti. Per
questo, un uso intelligente degli spazi delle strutture alberghiere adottato da
vari Paesi, è stato quello di dare un supporto al sistema scolastico. Alcuni
hotel hanno addirittura offerto le proprie strutture alberghiere per accogliere
i senzatetto nelle varie realtà europee. Per esempio, la Comunità di Madrid ha
istituito un hotel nel quartiere madrileno di Las Tablas. Qui l’hotel Holiday
Inn Madrid-Las Tablas ha accolto personale sanitario per ospitare famiglie e
senzatetto con lievi sintomi di Covid-19.
Cari amici, gli hotel
hanno studiato degli incredibili modi di reinventarsi, e molte sono state le
iniziative simili da parte delle strutture alberghiere dei diversi Paesi.
Insomma, uffici, co-working, lunghi soggiorni, accoglienza degli indigenti e
scuole, sono solo alcune delle alternative messe in atto. Ma non è tutto, c’è
ancora molto altro, che cova nella mente dei responsabili delle strutture
alberghiere! Chi detiene i grandi
alberghi sta guardando già oltre la crisi legata al Coronavirus. L’idea è
quella di creare nuovi pacchetti che possano rispondere meglio anche alle nuove
figure professionali e alle nuove realtà. In particolare si punta sui nomadi
digitali. Ad esempio, l’offerta, denominata Long Stay Workstation è rivolta a
clienti che lavorano da remoto. Si tratta spesso di nomadi digitali che
scelgono location che uniscano bellezza a costi contenuti, come l’Indonesia o i
Caraibi. Non è un mistero che diversi Paesi europei, come la Croazia e la
Georgia, stiano facendo politiche per attirare lavoratori stranieri.
Nel mondo ci sono
persone, sempre più numerose, che decidono di stare per periodi medio lunghi
lontano da casa. Di conseguenza gli hotel, per avere meno problematiche in
futuro, stanno elaborando pacchetti- soggiorno ad hoc, visti con buon interesse.
In particolare sono pacchetti diretti a clienti in vacanza in hotel che
desiderano prolungare la permanenza oltre quella per lavoro, magari perché si
recano in altri Paesi per affari aziendali, e vogliono anche fermarsi per
alcuni giorni in più per turismo. Pacchetti destinati anche a lavoratori
part-time che vogliono dedicare parte della giornata al tempo libero in hotel.
Cari amici, per superare
le difficoltà, per risollevarsi dopo una brutta crisi, la fantasia non deve mai
mancare! Credo che siano proprio le difficoltà, come quella oggi scatenata
dalla pandemia, a darci quella marcia in più ed il coraggio per trovare la
giusta soluzione per non farci cadere!
A domani.
Mario
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