Oristano
4 Ottobre 215,
Cari amici,
proprio ieri nel mio
post, dedicato all’importanza che riveste il profumo per gli esseri viventi, ho parlato dell’olfatto, che
rappresenta per l’essere umano il più importante dei cinque sensi.
Senso, dunque, che
svolge una funzione ben più importante di quella limitata al semplice percepimento
di un odore, buono o cattivo che sia. A questo proposito oggi voglio parlarvi
di un grave pericolo che corre un processo riproduttivo antico e vitale: l’impollinazione.
Tutti noi sappiamo che le api svolgo un’azione basilare e determinante in
questo campo, azione che risulta seriamente messa in pericolo dalla diminuzione
di quello strato sottile di gas (l’Ozonosfera) che protegge la terra, danno causato
dalla grande quantità di sostanze chimiche che l’uomo continua ad immettere
nell’aria.
Nonostante tutti gli
avvisi e le raccomandazioni, quantità impressionanti di gas, come clorofluorocarburi
e bromuri, contenuti in numerose sostanze utilizzate quotidianamente (come
schiume isolanti, gas utilizzati nei frigoriferi, nei dispositivi antiincendio
e nelle bombolette spray, solo per citare le più comuni), continuano ad essere
immesse nell’atmosfera. Ebbene, amici, questa pericolosa situazione sta creando
le condizioni per mettere a rischio un indispensabile processo riproduttivo
dalle conseguenze imprevedibili: le api non riescono più a “sentire” il profumo
dei fiori, mettendo in serio pericolo l’impollinazione di una numerosa quantità
di specie vegetali.
Si è proprio così: le
api, a causa dei sempre più alti livelli di ozono, non sono più in grado, come
prima, di sentire i profumi dei fiori, dai quali sono attirate, mettendo in
serio pericolo l’impollinazione, soprattutto nei pressi delle città, dove
l'inquinamento è maggiore. Il processo riproduttivo dell’impollinazione è dunque
a rischio! Non solo perché i pesticidi e gli insetticidi stanno man mano
uccidendo questi insetti buoni, ma anche perché il gas serra sta togliendo a
quelli rimasti la possibilità di sentire i fiori.
Tutto questo è stato
rilevato recentemente da uno studio condotto a Barcellona da Gerard
Farré-Armengol, pubblicato sulla rivista di settore New Phytologist. Gli
esperti, esaminando la senape nera, una pianta erbacea della famiglia delle
brassicacee, hanno accertato che, a causa delle alte concentrazioni di ozono
nell'aria, il profumo emanato dal fiore di questa pianta si era fortemente
degradato, perdurando ben poco nell’aria e riducendo, di conseguenza, il tempo
entro cui questi fiori possono essere
'sentiti' dagli insetti impollinatori. Per dimostrarlo, gli studiosi hanno
condotto un test, utilizzando degli esemplari di bombo terrestre, un
impollinatore simile al calabrone.
Il risultato dell’indagine ha confermato i primi
sospetti: le alte concentrazioni di ozono, maggiori nei pressi di grandi aree
urbane, possono inibire fortemente l'attrazione che i fiori esercitano sugli
impollinatori. "Le sostanze chimiche volatili che costituiscono i profumi dei
fiori sono fondamentali per l'impollinazione di molte piante che si affidano
agli insetti per la riproduzione", spiega l'autore dello studio
Gerard Farré-Armengol. "A causa delle alte concentrazioni di
ozono, come quelle causate dall'inquinamento urbano, i profumi dei fiori
possono scemare velocemente e perdere la loro funzione biologica, che è quella
di richiamare gli impollinatori", ha amaramente commentato.
Il problema, cari
amici, non è di poco conto! “Se un giorno le api dovessero scomparire,
all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”, sosteneva il
grande Albert Einstein. Che mondo sarebbe senza l’intervento essenziale e
insostituibile degli insetti impollinatori? Niente api, niente impollinazione
sarebbe l’equazione conseguente! Riflettiamo con grande attenzione: niente più
frutta né gran parte dei vegetali, sarebbe la fine. L’ape, l’insetto operoso
per eccellenza alleato insostituibile dell’uomo, per molti motivi corre il
rischio di estinguersi! Certo, i provvedimenti tampone sono stati cercati e in
parte anche varati, come sostiene Albino Gallina, ricercatore dell’Istituto
zooprofilattico delle Venezie; negli ultimi tre anni, dice lo studioso, la
situazione è migliorata, dopo che l’Unione Europa ha messo al bando l’utilizzo
di alcuni pesticidi.
Le api, come ben
sappiamo, sono ottimi indicatori biologici della qualità dell’ambiente in cui
vivono. Non dimentichiamo che questi insetti impollinatori svolgono un ruolo
essenziale nell’equilibrio degli ecosistemi: fino al 90% delle piante
selvatiche e un terzo del cibo che mangiamo dipendono dal “servizio” di
impollinazione offerto dalle api. Immaginiamoci cosa succederebbe senza il loro intervento! Se il mondo oggi è quello che è, molto lo
dobbiamo a questo straordinario insetto, la cui funzione risulta ‘vitale’ per l’uomo.
Le api e il loro ordinatissimo alveare, esempio meraviglioso di organizzazione
sotto certi aspetti superiore a quella messa in atto dall’uomo, sono un preciso
punto di riferimento per la salute del mondo: la scomparsa delle api, come
sosteneva Albert Einstein, sarebbe il suono della “campana a morto” per l’uomo, a cui resterebbero, dopo la scomparsa
dell’ape, solo pochi anni di vita.
Cari amici, l’uomo dall’alto
della sua protervia e arroganza, ha pensato per anni che le risorse esistenti nel
mondo fossero infinite. Ha usato e abusato di quanto Dio, nella Sua immensa
bontà, gli aveva concesso, cercando anche di sostituirsi a Lui, giocando a fare
stupidamente il “creatore”. Niente di più sbagliato! Solo tornando a riflettere
con tanta umiltà sulla sua condizione umana l’uomo potrà salvarsi; solo
cercando di ripristinare i vecchi equilibri naturali, violentati e vilipesi in
tutti i campi, il futuro del mondo sarà assicurato e potremo lasciarlo, ammaccato
ma ancora funzionante, alle nuove generazioni.
Grazie, amici, della
Vostra sempre gradita attenzione.
Mario
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