Oristano 5 novembre 2024
Cari amici,
Che la storia della Sardegna
sia alquanto tormentata, noi sardi lo sappiamo bene, preda per un tempo lunghissimo di una serie di conquistatori che l’hanno utilizzata e sfruttata! Ebbene, anche la storia della CORSICA, l’isola che noi sardi consideriamo gemella, e che oggi appartiene alla Francia, ha avuto un percorso arduo, carico di lotte e sfruttamenti; problematiche che, per quanto diverse da quelli della nostra isola, meritano di essere raccontate,
seppure sinteticamente, in quanto evidente, chiara dimostrazione di come i desideri di conquista di altri territori non sono mai stati abbandonati. Vediamo insieme la storia di quest'isola.
Anche la CORSICA, come la
Sardegna, risulta abitata da tempi lontanissimi; gli archeologi hanno trovato tracce
di occupazione del territorio corso risalenti al 7000 a.C. Dopo il neolitico, arrivati
all’età del bronzo (dal -2000 AL 700 a.C.), la popolazione dell’isola cresce: i
villaggi vengono migliorati e fortificati e si fabbricano utensili e armi.
Come in Sardegna, nascono i Menhir, elaborati anche con tratti umani di
guerrieri. Vengono, inoltre, incrementati gli scambi commerciali con gli altri popoli dei
Mediterraneo.
Verso il 259 a.C. la
CORSICA viene conquistata dai Romani, diventando, come la Sardegna, una
provincia romana. Nell’isola viene addirittura spedito in esilio (nel 41 d.C.)
anche Seneca. Nel III secolo d.C. ha inizio la cristianizzazione della Corsica.
Dopo il V secolo, una volta caduto l’Impero Romano, l’isola viene invasa dai
Vandali. Nel corso del V e del VI secolo l’isola è teatro di numerose
incursioni: bizantine, ostrogote e longobarde. Nel Medioevo (siamo nel 774)
Carlo Magno travolge i longobardi e assegna la Corsica al Papa.
L’isola è però costantemente visitata
dai Mori, provenienti dalla Spagna e dal Nord Africa, che sbarcano
frequentemente sulle coste corse per realizzare delle incursioni, costringendo
la popolazione a rifugiarsi nelle montagne dell'interno, tanto che La Santa Sede decide di
inviarvi un esercito. Dal 1077 al 1284 la Corsica gode dei benefici della
dominazione pisana ed è protagonista di un considerevole sviluppo economico e
sociale.
Nell’isola, che attraversa
un periodo positivo, si sviluppa l’arte romanica, con la costruzione di
cappelle e di chiese, ancora oggi visibili in diverse località. I
pisani favoriscono la creazione di un sistema feudale sull’isola. A partire dal
1284 in Corsica inizia il dominio della potente repubblica di Genova; il
dominio di Genova “La Superba” sulla quarta isola del Mediterraneo per
estensione, fu alquanto travagliato, perché la Corsica non era ritenuta
importante. Basti pensare che, per gli ingenti debiti contratti, l’isola fu ceduta ad una
Banca, il Banco di S. Giorgio, che la acquisì al suo patrimonio.
Il Banco di S. Giorgio
coltivava da tempo l’idea di fare affari commerciali con la Corsica, fin da
quanto, nel 1347, i capi dell’isola decisero di affidarsi alla protezione di
Genova, pur di allontanarsi dalla sfiancante egemonia aragonese. Il Banco si
inserì nella riscossione dei tributi dovuti alla repubblica di Genova, accaparrandosene
buona parte. Amministrando il debito pubblico di Genova, il Banco, grazie alle
così dette “COMPERE” si perfezionò come esattore ufficiale della Compagna
Communis (nome del comune medievale di Genova).
Le COMPERE, per chiarire,
erano dei contratti di prestito, con i quali il Banco otteneva in cambio la
riscossione temporanea di imposte. Con questo sistema, in poco tempo, la
potenza della banca crebbe economicamente a dismisura, diventando praticamente potente
quanto e più di uno Stato, arrivando ad un controllo capillare del territorio. Siamo
nel Quattrocento, e Genova era sommersa da un debito pubblico ormai fuori
controllo, e questo era praticamente nelle mani del Banco di S. Giorgio, che di
fatto aveva in pugno le redini finanziarie della Repubblica genovese.
Stemma della repubblica di Genova |
Le enormi difficoltà
finanziere in cui si dibatteva la REPUBBLICA DI GENOVA, che non riusciva a far
fronte ai debiti nei confronti del Banco, costrinsero la repubblica genovese ad
alienare al Banco stesso interi territori del proprio dominio, tra cui proprio
la Corsica! Il Banco, una volta in possesso dell’isola, impiantò lì la sua
residenza, iniziando una guerra spietata contro coloro che non ne accettavano la
sua autorità (per lo più i baroni filo-aragonesi). La pacificazione non fu
facile, e si arrivò al 1462, quando l’istituto di credito affidò il governo
dell’isola al capitano genovese Tommasino da Campofregoso.
Ma la pacificazione era
ancora lontana. Poco tempo dopo gli Sforza, duchi di Milano, cercarono di allungare la
loro ombra anche su Genova, e la Corsica cadde nell’anarchia. La situazione
perdurò fino al 1484, anno in cui, di comune accordo, gli Sforza restituirono
l’isola al Banco. Però, la scarsa lungimiranza politica del Banco di San
Giorgio, che amministrava l’isola di fatto con un regime di tipo coloniale,
affossò l’economia, che continuò a deperire. L’isola era sfruttata sul piano
produttivo, ed i proventi finivano quasi tutti in mano al Banco, che non aveva
reale interesse a introdurre miglioramenti. La Corsica non scampò ad
invasioni, razzie e massacri ad opera di francesi, turchi, imperiali (spagnoli
e tedeschi sotto Carlo V) e genovesi. Dopo il breve governo francese (1556-59)
l’isola tornò di nuovo al Banco, che però la perse malamente tre anni dopo. Il
capitano di ventura Sampiero di Bastelica estromise la San Giorgio dall’isola,
facendo leva sull’astio popolare nei confronti dell’istituto e di Genova. Il
possesso della Corsica da parte del Banco di S. Giorgio ebbe termine nel 1562,
e l’isola tornò formalmente in mano alla repubblica genovese.
Nel 1729, un’iniqua tassa
genovese provocò l’insurrezione popolare, che portò all’indipendenza
dell’isola. In Corsica vennero istituite delle CONSULTE, e infine un governo
corso. Pasquale Paoli fu proclamato “Generale della Nazione Corsa”. Venne
redatta la prima Costituzione democratica, sviluppata l’agricoltura,
ripristinata la giustizia. La Corsica indipendente iniziò a conoscere un
notevole sviluppo e progresso. Ufficialmente, però, l’isola era ancora
formalmente di proprietà della repubblica di Genova. Nel 1768 Genova, ormai
rovinata dai debiti, vende la Corsica alla Francia. L’8 maggio del 1769 le
truppe corse subiscono una disfatta contro l’esercito francese. Nel giugno del
1769 Pasquale Paoli viene mandato in esilio. Il nuovissimo governo francese nel
1789 proclama la Corsica parte integrante della Francia. Nonostante un
successivo periodo di lotte, la Francia, nel 1811, crea il dipartimento della
Corsica, che è ancora oggi in essere: la Corsica è parte integrante della Francia.
Cari amici, come vedete anche la storia della Corsica, nostra isola gemella, non è stata tutta rose e fiori!
Quella davvero particolare, rispetto alla storia dei sardi, è la storia della sua appartenenza, per un periodo,
ad una banca! Un’esperienza davvero curiosa per un istituto di credito, essendo
stato, il Banco di S. Giorgio, praticamente una specie di “BANCA-STATO”, anche
se… con risultati poco soddisfacenti!
A domani cari lettori.
Mario
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