Oristano 18 agosto 2023
Cari amici,
In questa torrida estate
una delle cose che abbiamo riscoperto, per trovare un po’ di refrigerio alla
crescente calura (in casa o in negozio), è il “VENTAGLIO”. Il termine
“Ventaglio” viene dal latino "Vèntus", cioè vento, e quindi il suo
reale utilizzo è quello di fare vento, quindi di rinfrescarsi. Il ventaglio nasce
in epoca antichissima per assolvere proprio a funzioni molto pratiche: oltre che rinfrescarsi,
scacciare gli insetti, ravvivare il fuoco, etc. In origine era costituito da
larghe foglie o costruito da vegetali intrecciati a mano. La sue evoluzione continuò nel tempo: già dal 7 secolo A.C. in Cina il ventaglio (che era rigido), era diventato un gradevole accessorio: costruito
con stecche di bambù, da oggetto utile era diventato un simbolo di prestigio.
Nella civiltà egizia
(come possiamo vedere nei geroglifici e nei bassorilievi) il ventaglio era un oggetto utilizzato nelle cerimonie importanti, diventato simbolo di prestigio per chi
lo usava. Il ventaglio passa poi al mondo romano, dove assume il nome di Flabellum.
Sia nella civiltà romana che greca, etrusca etc., il ventaglio era ampiamente impiegato
per uso domestico. Nel Medioevo, invece, il ventaglio risulta utilizzato in particolare
nelle cerimonie religiose e in alcuni riti civili. Ad introdurre il ventaglio nell'Europa medioevale fu la regina di Francia Caterina De' Medici; esso si diffuse
rapidamente, all'inizio come oggetto di uso aristocratico per estendersi poi a
tutti gli strati sociali. La versatilità del ventaglio fece sì che da oggetto
utile esso presto assunse anche altre funzioni: oltre a svolgere la sua funzione
rinfrescante, acquisì una importante funzione estetica, oltre a diventare uno strumento di
seduzione.
Sempre per merito di Caterina de' Medici, durante il
Rinascimento il ventaglio conobbe il suo primo, grande momento di gloria. La regina Caterina, che nel 1533 andò in sposa a Enrico di Valois, arrivò in Francia;
lì la nuova delfina impone a corte questo nuovo accessorio, che diventa subito
uno strumento di prestigio per tutta la nobiltà europea. Intanto il ventaglio
si evolve; grazie alle nuove rotte commerciali, i ventagli pieghevoli, ideati
in Giappone e poi diffusi in Cina, arrivarono anche in Europa. Ma se in Oriente
venivano prodotti con carta di riso e stecche di bambù, da questa parte del
mondo vengono reinventati in metalli o legni preziosi, piume esotiche e incrostati
di gemme, per dichiarare al mondo la ricchezza della proprietaria.
Proprio con questa
funzione di “Status symbol” il ventaglio diventa uno degli accessori preferiti
da Elisabetta I d’Inghilterra. Basta osservare la galleria dei ritratti di
questa leggendaria sovrana per verificare che di rado Elisabetta appare senza
il prestigioso accessorio tra le mani. Per tutto il periodo Barocco, il
ventaglio si diffonde ampiamente, diventando molto popolare. Viene realizzato,
oltre che in piume, anche in stoffe finemente ricamate, in pelle sottilissima
oppure in pergamena, spesso dipinta a mano da artisti più o meno famosi.
Negli anni successivi il
ventaglio, decorato da vedute urbane e archeologiche, diventa anche un ambito
souvenir, che i nobili rampolli che girano l'Europa riportano in patria
dall’Italia…. Sembra che alcuni esemplari con vedute di Venezia siano stati
realizzati addirittura dal Canaletto. Nel ‘700 la fortuna del ventaglio giunge
all’apice. Nascono ventagli da usare per i balli di corte, altri fatti apposta
per la chiesa, altri ancora per le cerimonie di fidanzamento e nuziali… Ma ci
sono anche i modelli per le vedove, opportunamente orlati di pizzo nero.
Il ‘700 è un’epoca
frivola e vanitosa, tanto che il ventaglio diventa messaggero di vere e proprie
comunicazioni cifrate. Aprirlo in un certo modo, appoggiarlo su una guancia o
sull’altra: ogni gesto aveva un preciso significato. Il linguaggio segreto del
ventaglio nasce inizialmente per permettere alle dame di lanciarsi segnali
durante le partite a carte… Ma presto si trasforma in un codice galante
che tornerà di gran moda in epoca Vittoriana. Per esempio, far scivolare un
dito lungo il bordo superiore del ventaglio aperto significava “Vorrei parlarti”,
chiuderlo di scatto appoggiandolo sull’orecchio sinistro voleva dire “lasciami
in pace!”, appoggiarlo sulle labbra indicava invece “vorrei un bacio”. E così
via.
A partire dagli anni ’20
del ‘900 il ventaglio perde rapidamente quota. Gli abiti sempre più leggeri e
destrutturati, assieme ai nuovi sistemi di areazione prima, e di
climatizzazione poi, lo relegano al ruolo di accessorio obsoleto e ingombrante.
Ma già dai primi anni ’30 il ventaglio scopre nuove funzioni. Realizzato in
piume di struzzo, e in taglia extralarge, diventa un accessorio indispensabile
negli show piccanti di un nuovo genere di cabaret: il burlesque. Dagli
anni 30, comunque, il ventaglio rinuncia ad ogni funzione pratica, rivendicando
però una decisa valenza estetica. Quando viene sfoggiato, infatti, esso è più un
“simbolo di distinzione o d’eccentricità” che uno strumento per farsi vento.
Amici, anche oggi, il
Ventaglio ha conservato un significato che torna al passato: un valore
simbolico e rituale. È noto a tanti il rito che si tiene presso il Palazzo del
Quirinale, Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama, dove alla chiusura dei lavori
parlamentari si tiene la “Cerimonia del Ventaglio”, che prevede il dono
di un Ventaglio decorato al Presidente della Repubblica e ai Presidenti della
Camera e del Senato. Altra cerimonia analoga si svolge presso la Sala d'Ercole
del Parlamento siciliano a cura del Sindacato stampa parlamentare. Simbolicamente
il ventaglio, in questo caso, rappresenta la dignità reale, il suo, antico strumento di sacrificio
rituale, poiché con esso in passato si attizzava il fuoco sacro, oltre che strumento di all'allontanamento
degli spiriti negativi.
Cari amici, che ne dite? Non
è una storia davvero interessante quella del Ventaglio?
A domani.
Mario
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