Oristano 2 aprile 2022
Cari amici,
I polpi sono animali
alquanto intelligenti, ed è a tutti noto che durante la loro vita utilizzano
mille sotterfugi per proteggersi e mimetizzarsi, cercando così di sventare i pericoli che
il mare riserva. Ebbene, considerato che il mare, ormai è diventato una vera e
propria discarica, dove finisce proprio di tutto, dai contenitori in plastica a
quelli in metallo e in vetro, i polpi, man mano che questi oggetti finiscono
nel fondo, dopo averli osservati hanno imparato a fare una cernita, riutilizzando quei rifiuti che a
loro sono apparsi utili. Un bel contenitore in metallo o di vetro scuro, per
esempio, spesso diventa un ottimo riparo, oppure uno strumento utile alla loro mimetizzazione.
A mettere in luce il particolare
fenomeno prima descritto è stato un team di ricerca internazionale, che ha
analizzato centinaia di immagini subacquee, rilevando un aumento del fenomeno
tra il 2018 e il 2021. Il team, coordinato dagli studiosi dell’Istituto di
Oceanografia dell’Università Federale di Rio Grande, in Brasile, in
collaborazione con il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di
Napoli “Federico II”, ha documentato 24 specie di polpi che si rifugiano
all’interno di rifiuti di vario genere, dalle bottiglie di vetro alle lattine e
che, sempre più frequentemente, anziché nascondersi all’interno di conchiglie e
coralli, si rifugiano sotto a barattoli, cumuli di tappi e persino batterie
esauste, considerate, purtroppo, “rifiuti altamente inquinanti”.
Gli studiosi, tuttavia, hanno dichiarato che “dietro ogni possibile effetto positivo, l’uso che i polpi fanno
dei rifiuti (utilizzati come rifugio o mimetismo), può anche avere conseguenze
dannose e indirette”, in quanto alcuni rifiuti potrebbero esporre i polpi a
sostanze chimiche tossiche o metalli pesanti, così come a danni fisici, causati
da superfici taglienti e spigoli vivi. Lo studio “In an octopus’s garden in
the shade: Underwater image analysis of litter use by benthic octopuses”,
pubblicato su Marine Pollution Bullettin dal team di ricercatori brasiliani e
da Anna di Cosmo del Dipartimento di Biologia dell’Università di Napoli
Federico II, conferma non solo che i polpi bentonici utilizzano i rifiuti
marini per costruirsi rifugi artificiali ma che «Questo uso sembra essere addirittura
in aumento».
Dallo studio è emerso che
tra gli oggetti più graditi «quelli di vetro erano presenti nel 41,6% delle
interazioni e la plastica nel 24,7%. L’Asia ha presentato il maggior numero di
immagini dimostrative. La citizen science ha fornito prove importanti sulle
interazioni polpi/rifiuti marini, evidenziandone il valore e la necessità di
ulteriori approfondimenti sull’argomento». Secondo gli scienziati
brasiliani e italiani, «queste informazioni sono fondamentali per aiutare a
prevenire e mitigare gli impatti che i rifiuti hanno sui polpi e identificare le lacune
di conoscenza che richiedono attenzione».
Intervistata da Linda
Geddes su The Guardian, Maira Proietti dell’Istituto de Oceanografia dell’Universidade
Federal do Rio Grande, che ha supervisionato la ricerca, ha spiegato che «i
filmati girati in acque profonde sono stati estremamente interessanti, perché
anche a grandi profondità questi animali interagiscono con la spazzatura.
Vedono chiaramente che c’è molta spazzatura in giro e che possono quindi agire come
una sorta di mimetismo artificiale. Questo dimostra la loro estrema capacità di
adattamento. Sono animali molto intelligenti e useranno ciò che hanno a loro
disposizione per continuare a ripararsi o andare in giro con una protezione».
I polpi, amici, sembrano
preferire gli oggetti intatti e i contenitori più scuri o opachi e il
comportamento più comune registrato è stato quello dell’utilizzo dei rifiuti
reperiti come riparo. La Proietti ha concluso: «sebbene queste interazioni
possano sembrare positive per gli animali perché mancano di rifugi naturali
come le conchiglie, non è una buona cosa pensare che gli animali possano usare
i rifiuti come riparo perché le conchiglie sono scomparse. Ripararsi o deporre
le uova all’interno di pneumatici, batterie o oggetti di plastica scartati,
potrebbe anche esporre i polpi ai metalli pesanti e ad altre sostanze chimiche
nocive».
Cari amici, l’incremento
del fenomeno di inquinamento dei mari, è qualcosa che sta drammaticamente modificando,
speriamo in maniera reversibile, la vita che si svolge sotto i mari. Il
problema dei rifiuti marini sta diventando sempre più serio ed è, purtroppo, in
costante peggioramento. Il mare è la nostra riserva di cibo più importante e guai all'uomo se continua a fare gli enormi, evidenti danni, a partire dai rifiuti di plastica! Sembra davvero una
pazzia! Riusciremo, prima che la situazione diventi irreversibile, a trovare una soluzione
per la salvaguardia del pianeta? Speriamo davvero che il mondo presto rinsavisca.
A domani.
Mario
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