Oristano
3 Gennaio 2017
Cari amici,
In molte lingue un
saggio proverbio afferma che “il treno
passa una volta sola”, per indicare che la fortuna non bussa mai due volte.
Se volete sapere perché oggi uso certi spicchi
di saggezza antica, è perché voglio ricordare a tutti Voi un grande
politico del nostro territorio, precisamente di Cabras: il Dottor Giovanni Marongiu. Prima di entrare nel
merito dell’argomento di oggi, vorrei riepilogare brevemente, con Voi, il suo
luminoso curriculum di studi e di vita.
Giovanni Marongiu
nacque a Cabras l’11 Settembre del 1929. Studente bravo e intelligente, dopo
aver superato le scuole superiori si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza a
Cagliari, laureandosi poi nel 1955 a Roma. Di formazione cattolica, prima di
spiccare il volo verso i palazzi romani della politica, fu Presidente
dell’Azione Cattolica oristanese. Arrivato a Roma si formò alla scuola di
Giuseppe Dossetti, facendo squadra con quella “terza generazione” di cattolici
democratici che voleva ridisegnare il rapporto tra Stato, Partiti e Società.
Tre anni dopo la
laurea, nel 1958, iniziò la collaborazione con il Ministro Giulio Pastore,
allora Presidente del Comitato di Ministri per gli interventi straordinari nel
Mezzogiorno, divenendo successivamente responsabile dell’Ufficio Legislativo
dello stesso Ministero. Dal 1963 al 1971 fu Consigliere di Amministrazione
della Cassa per il Mezzogiorno, dal 1967 al 1976 Presidente del Formez e dal
1975 al 1993 Presidente della Fondazione Giulio Pastore.
La sua carriera
accademica iniziò nel 1966, con il conseguimento a Roma della libera docenza.
Nel 1976 divenne Professore ordinario di Diritto Amministrativo, dal 1978 al
1987 insegnò presso la Scuola superiore della Pubblica Amministrazione, dal
1986 al 1991 fu docente di Scienze dell’Amministrazione e di Diritto Pubblico
dell’economia presso la LUISS. Nel 1988 divenne Professore ordinario di Diritto
Pubblico dell’Economia presso l’Università di Tor Vergata a Roma. Dal luglio
1990 all’aprile del 1991 fu Ministro per gli Interventi Straordinari nel
Mezzogiorno, nell’ultimo governo Andreotti. Ancora giovane, morì a Roma il 10
Novembre del 1993.
Ebbene, amici, Giovanni
Marongiu, questa straordinaria figura di uomo colto e di politico di rango, che operò a lungo, a pieno titolo, nei gangli ministeriali
romani, non si dimenticò mai della sua Cabras. Il suo amore per la 'sua' città lagunare lo portò a suggerire ai cabraresi, senza mai stancarsi, di avviare progetti per la valorizzazione del Sinis, in
particolare quando la Cassa per il Mezzogiorno di cui era consigliere, poteva
finanziare ampiamente quei progetti. Suggerì la sistemazione del villaggio di
San Giovanni, in chiave turistica, la realizzazione di una strada turistica che, partendo
da capo S. Marco, si diramasse verso gli altri centri costieri, raggiungendo non solo
Bosa e Alghero, ma collegando il Sinis, facendo snodo ad Oristano, sia con il Nord che con il
Sud dell’Isola.
Prima di me ha
analizzato compiutamente questa “occasione
perduta”, Beppe Meloni, il mio
amico giornalista e scrittore che conosce a fondo la realtà della nostra
Provincia. Beppe, mandando il mese scorso un “pezzo” al giornale on line “Sardegna
Reporter”, ricordava ai lettori quanto il politico cabrarese avesse amato la
sua città di laguna, e tra le righe ricordava anche che Cabras avrebbe potuto ampiamente
beneficiare dalla sua posizione di esponente della politica nazionale.
Nella sua lucida riflessione
dal titolo “Quel meridionalismo sempre
attuale di Giovanni Marongiu”, Beppe Meloni ha scritto:
“Parlare
del Sinis di Cabras e della Provincia oristanese nel suo complesso, vuol dire
seguire il filo logico della “lezione di vita” ancora oggi di vivissima
attualità del professor Giovanni Marongiu, cabrarese illustre. Analizzando le
potenzialità socio-economiche territoriali finora inespresse, dalla
valorizzazione del compendio ittico allo sviluppo di un’agricoltura moderna e
specializzata. [……] Sul finire dell’estate del 1986 come Ministro per gli
interventi del Mezzogiorno, prese parte a Cabras a un importante convegno di
amministratori e politici sui problemi dello sviluppo territoriale. In
quell’occasione, e non solo, la sua fu una autentica “lezione di
Meridionalismo”, aperto, dinamico, e moderno. Lontano dai quei soliti
piagnistei e dalle improduttive lamentazioni di occasione. Un Meridionalismo
che guardava lontano, ben oltre gli stretti e angusti confini di un localismo
di giornata, che tracciava con realismo e credibilità, programmi di sviluppo
che guardavano lontano. Parlare di Cabras e del Sinis, del suo presente e del
suo futuro, vuol dire seguire il filo logico della “lezione di vita” di
Giovanni Marongiu. Analizzando le potenzialità economiche e sociali del
territorio, che vanno dalla valorizzazione del compendio ittico, allo sviluppo
di una agricoltura specializzata e moderna. Tracciando chiare prospettive per
lo sviluppo di quel “turismo Culturale” competitivo e d’avanguardia, con il
nuovo e moderno museo dei Giganti di Mont’e Prama, meta di visitatore e di
turisti da tutto il mondo. Coniugando, una volta per tutte, stabilità
amministrativa e buon governo. Come insegna, ancora oggi, la “lezione di vita”
di Giovanni Marongiu, cabrarese illustre. Meridionalista di razza che guardava
lontano”.
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Amici miei, molto tempo
dopo Cabras ha dedicato a Giovanni Marongiu anche il museo che custodisce i
tesori attuali del Sinis: i Giganti di Mont’e Prama. Pensate come sarebbe
potuta essere oggi Cabras se avesse accolto i suggerimenti a suo tempo ricevuti! Credo che
sia io che Beppe concordiamo su un punto fermo e importante: è necessario
sempre prendere la palla al balzo, cogliere le occasioni che si presentano e
che passano solo una volta. Se Cabras avesse usato quei suggerimenti lungimiranti, forniti dall'illustre concittadino, si ritroverebbe oggi ad avere un visibilità e una
capacità ricettiva ben diversa da quella attuale! Dirò di più: se quello
sviluppo fosse stato attuato a tempo e luogo, tutta la Provincia e di riflesso l’intera
Sardegna, ne avrebbero beneficiato.
Il treno, però, non è come il postino che suona sempre due volte: il treno delle occasioni passa una sola volta!
Il treno, però, non è come il postino che suona sempre due volte: il treno delle occasioni passa una sola volta!
A domani.
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