Oristano 18 Settembre 2017
Cari amici,
Nonostante l’ufficiale “assonanza”
politica formale tra il Governo nazionale e la Giunta della Regione Sardegna, il braccio
di ferro, lo scontro fra i due esecutivi, spesso risulta forte e chiaro. Dopo la
bocciatura da parte del Governo della legge regionale, ufficialmente "propedeutica" al
riordino della materia urbanistica nell'Isola (da molti ambientalisti vista
come un asservimento ai costruttori e investitori stranieri, in primis il
Qatar), con una discussa modifica dell’attuale PPR (che per gli ambientalisti metterebbe
seriamente a rischio l'integrità del nostro paesaggio), il grande affare del
mattone, in particolare nella fascia dei 300 metri dal mare, appare ora con un grande punto interrogativo.
Dopo l’alt del
Ministero, sulle "deroghe" al PPR (quelle che piacciono al Qatar) è scontro
totale tra i due esecutivi sulla tutela del paesaggio in Sardegna; dissenso forte e chiaro anche detro l'esecutivo sardo, che monta non solo da parte dell’opposizione,
ma anche dall’interno della stessa maggioranza di centro sinistra che governa
l’isola e che vede contrapposti “revisionisti” e “difensori” del PPR (il Piano
paesaggistico regionale che per volere dell’allora Governatore Renato Soru,
stabiliva il principio dell’inviolabilità delle coste nella fascia dei 300
metri dal mare).
Lo scontro interno è diventato
poi un duello allargato, coninvolgendo il Governo nazionale, che ha messo lo stop alla cosiddetta “leggina” di modifica delle volumetrie nei 300 metri
dal mare. Il successivo, durissimo botta e risposta fra il Mibact, intervenuto
per difendere la bocciatura governativa, e la Regione Sardegna, aggiungendosi al crescendo di critiche e di preoccupazioni espresse da parte di
ambientalisti, tecnici ed intellettuali, tra gli altri, Beppe Severgnini,
Giulia Crespi, l’urbanista Edoardo Salzano, il magistrato Paolo Numerico. A
questi si è aggiunto anche il Presidente del Fai, Andrea Carandini, che dalle
colonne del Corriere ha indirizzato una lettera aperta al Presidente della
Regione, Francesco Pigliaru, invitandolo a "tutelare il patrimonio
ambientale della Sardegna".
Il "gran rifiuto" espresso dal Governo Gentiloni si è concretizzato con
l'impugnazione della Legge Regionale n. 11 del 3 Luglio 2017, contenente "Disposizioni
urgenti in materia urbanistica ed edilizia”, con la seguente motivazione: “Le disposizioni contenute nel testo”, come
ha spiegato la nota del Governo, “sono
state considerate fuori dalle competenze statutarie assegnate all'Isola
nell'ambito dello Statuto speciale di cui gode in quanto Regione Autonoma,
violando in questo modo l'articolo 117, secondo comma, lettera S, della
Costituzione”.
La Regione, di rimando,
per bocca dell’Assessore all’Urbanistica, Cristiano Erriu, ha criticato
aspramente la decisione del CdM, annunciando ricorso. Ma a difendere le scelte del Governo è anche
intervenuta, con una nota durissima, la sottosegretaria al Mibact Ilaria
Borletti Buitoni, sottolineando il pieno allineamento fra le scelte
dell’esecutivo e le valutazioni del Ministro dei Beni Culturali Dario
Franceschini.
Cari amici, a
prescindere da come andrà a finire, credo che una delle cose assolutamente
intoccabili sia la salvaguardia della nostra isola: una Sardegna ancora in gran
parte integra, che non può e non deve essere ancora (come è avvenuto in passato) preda di investitori senza
scrupoli, per quanto pieni di petrodollari. Il nostro futuro, se saremo capaci
di realizzarlo davvero, non è fatto di svendite e di regali, a chiunque essi
vengano assegnati. In questo caso c’è una cosa importante che mi preoccupa
molto: che sia il Governo centrale a suggerirci di proteggerci, addirittura contro
un Governo di sardi che, anziché pensare
al bene della nostra isola ed alla sua salvaguardia, pensano all’utile
immediato: agli investimenti discutibili che, tra l’altro, lasciano nell’Isola solo gli spiccioli.
Si amici, se torniamo
indietro nel tempo, provate a dirmi cosa ha creato, “per i sardi”, il grande
investimento fatto in Costa Smeralda? Un pugno di posti di lavoro per
camerieri, operai, e bassa manovalanza; il resto rimane è in mano ai manager
stranieri, che si portano via i veri utili dell’investimento, che certo no rimangono in Sardegna!
Allora teniamoci caro e
protetto quello che abbiamo, non svendiamolo, solo perché siamo in miseria, al
primo miglior offerente! Io non rifiuto le ipotesi di investimento proposte
dagli arabi del Qatar: ben vengano, se essi sono disposti a rispettare le
nostre regole e certo non dobbiamo essere noi, invece, che per fame siamo costretti ad accettare le loro
condizioni. Nessuna sudditanza!
Credetemi, quello che
mi fa più male è che lo stravolgimento dell’attuale PPR, venga proposto da
quella stessa sinistra che quei vincoli anni fa li ha pazientemente costruiti e messi in atto.
A domani.
Mario
Dune di Piscinas
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