Oristano 16 gennaio 2025
Cari amici,
La Svezia, come
ben sappiamo, è sempre stato un Paese all’avanguardia nell’evoluzione sociale,
in particolare nella ricerca del raggiungimento della parità tra i sessi.
Sono stati decenni di lotta quelli per il raggiungimento della parità reale, con le giovani
che in questo modo sono diventate (o avrebbero potuto diventare) manager di alto livello, professioniste
di chiara fama, e scalare così anche le vette più elevate, sia economiche che
politiche. Ebbene, oggi, invece, sta succedendo qualcosa che appare molto curioso: diverse ragazze della “Generazione Zeta” stanno cambiando traguardo, in quanto hanno in
mente obiettivi molto diversi, che, sotto certi aspetti, vengono definiti un “ritorno, seppure aggiornato, al passato”-
In Svezia, da oltre 50
anni, le politiche governative sono state orientate al pieno inserimento paritario della
donna: da quello sociale a quello lavorativo, tant’è che la gran parte delle
famiglie oggi si ritrova a godere di un doppio reddito, quello di entrambi i
coniugi. Eppure, secondo i sondaggi, questo concetto di parità nelle giovani
della così detta Generazione Zeta, risulta cambiato; questa tendenza ad
uguagliare e anche superare i loro coetanei maschi nelle alte professioni, sta
diminuendo giorno dopo giorno. Nelle nuove generazioni aleggia un forte
desiderio di ritorno alle origini, quando la donna non era in costante
competizione con l’uomo ma aveva principalmente un ruolo più riservato, meno appariscente: quello di casalinga. Si, questa nuova aspirazione
circola abbondantemente tra le studentesse più giovani, con il 14% delle
ragazzine dai 7 ai 14 anni che si identificano come “Ragazze soft".
Questa nuova aspirazione,
che ha contagiato le ragazze della generazione Z (nate tra il 1995 e il 2010), con
il forte desiderio di tornare a fare le casalinghe, scartando quindi la
possibilità di diventare manager, capi azienda, ovvero dei “boss” con pesanti
responsabilità; il paventato pericolo è quello di arrivare al così tanto temuto
“Burnout psicologico”, si sta sempre più diffondendo. Ovviamente il
desiderio di fare la “casalinga” è inteso nel senso di abbracciare uno stile di
vita più dolce e femminile, dove, seppure in modo diverso dal passato, si
avrebbe più tempo da dedicare a se stesse, oltre che al nido d’amore, arrivando così a godere maggiormente di quel desiderato benessere psicofisico!
In sintesi, questa nuova esigenza manifestata
dalle giovanissime ragazze deriva dalla constatazione che passare la
giornata a “concentrarsi sulla carriera” non fa bene alla propria salute. Maturata
come micro-trend sui social media già nel 2010, quest’esigenza, oggi, è sempre
più presente nelle ragazze, che desiderano una vita più soddisfacente, meno
alienante e meno legata al successo professionale, incentrata maggiormente sul
benessere fisico e mentale. Sono ragazze che, rivoluzionando il vecchio
concetto di lotta per il primato con l’uomo, hanno deciso che anziché essere
"BOSS" preferiscono essere "SOFT", dedicandosi ad una
vita dai ritmi più lenti, immune dal tanto temuto burnout psicologico, sempre
più diffuso nella generazione precedente la loro.
Amici, in Svezia, Paese
con cinque decenni di politiche per promuovere la reale parità, oggi, come accennato prima, sono tante
le famiglie con un doppio reddito alle spalle, per cui la recente presa di
posizione delle giovani Millennials ha suscitato sia sorpresa che divisione. Il
“caso Svezia” si sta rivelando un fenomeno alquanto contagioso, e, complici i
social network, si sta diffondendo rapidamente in tutto il mondo, facendo anche
molto discutere. In particolare crea stupore il fatto che in Svezia, Paese noto per la sua capacità di
sostenere in tutti i modi l'uguaglianza di genere, stia per vivere un incredibile
“ritorno al passato”, con la donna che preferisce la casa all’ufficio!
Anche la BBC, la British Broadcasting Corporation, ha
voluto accertare l’importanza e la particolarità di questo fenomeno, andando a raccogliere
diverse testimonianze, tra cui quella di una 25enne svedese, una certa Vilma
Larsson, che da un anno ha deciso di abbandonare il lavoro per diventare
una casalinga. Nell’intervista Vilma ha detto con convinzione: "Non
sono mai stata così felice; dopo aver lavorato in un supermercato, in una casa
di cura e in fabbrica, ora mi sento felice”. Vilma vive col fidanzato, che
lavora da remoto nel settore finanziario, e mentre lui passa le giornate chino
sul suo portatile, lei va in palestra, esce serena a prendere un caffè con le
amiche, oppure si dedica a cucinare. In questo modo Vilma si sente maggiormente
realizzata e felice.
Cari amici, per ora non
ci sono dati ufficiali sul numero di queste giovani "ragazze soft"
che, anche da noi in Italia, pensino di lasciare il lavoro per tornare a casa e vivere da casalinghe,
ovvero, come vengono definite ora “ragazze Soft”. Chi a livello globale le critica, pensa che queste ragazze non siano realmente
consapevoli di quanto le donne delle generazioni precedenti abbiano dovuto
lottare per raggiungere la parità e avere i dovuti diritti di cui oggi godono; chi,
invece, è favorevole a questa loro nuova tendenza, è convinto che la cosa più importante sia quella di mettere al centro il proprio benessere: non tutti sono destinati a
fare carriera e la libera scelta della professione della propria vita è una
giusta decisione individuale, da rispettare sempre. Io, personalmente, amici lettori, condivido in
pieno la scelta personale di decidere della propria vita: fare carriera nel lavoro oppure stare a casa per fare la casalinga: l'importante è che sia una libera scelta non, come era in passato, uno stare a casa per forza.
A domani.
Mario
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