Oristano 23 agosto 2023
Cari amici,
La “CREDENZA” è un
mobile di antica origine. Un mobile che oggi ha la funzione di arredare l'ambiente oltre che di contenitore, collocato di norma nella zona pranzo della casa, e che, con la sua presenza crea un’atmosfera
accogliente e calda; un mobile che davvero non può mai mancare nella sala da pranzo,
assieme alle sedie e al tavolo. In passato, però, la sua funzione era ben
altra: ecco la sua storia, che affonda le radici nel tempo! Storia alquanto curiosa e
affascinante, tanto che io oggi ho il piacere di raccontarvela.
Tornando indietro nel
tempo, precisamente al XV secolo, in tarda epoca medievale, la credenza era un
mobile di legno basso e lungo, che veniva posto nella sala dei banchetti; essa veniva utilizzata per sistemare i vassoi con le varie portate destinate agli ospiti
durante i pranzi di riguardo. Il suo nome, “Credenza”, pensate, è strettamente legato al
concetto di fede e di fiducia; infatti, il termine “Credenza”, che deriva
dall’antica locuzione “fare la credenza” o “dar la credenza”, in passato si
riferiva all’assaggio dei cibi da parte del “Maestro
credenziere”, un servo fidato al quale era assegnato l’ingrato compito
di testare per primo i cibi, in modo da dimostrare agli ospiti che fossero genuini, ovvero privi
di veleno.
All’epoca, infatti, l’avvelenamento
dell’avversario o del nobile da “eliminare", in quanto ingombrante, era alquanto praticato, tanto che la
presenza del Maestro credenziere si diffuse in tutte le corti. Nel medioevo era d'uso celebrare gli
accordi (economici o politici) tra signorotti, con l'allestimento di sontuosi
banchetti, nei quali, però, il rischio di morire avvelenati era concreto; ed ecco il
motivo per cui, per scongiurare il concreto pericolo di avvelenamento, veniva assunto il
Maestro credenziere, servo fidatissimo, la cui fedeltà al suo padrone era assoluta.
Il Maestro credenziere, collocato
al di sopra della gerarchia inerente la servitù, vigilava, in accordo con il cuoco, sia sulla preparazione delle pietanze (sia dei piatti caldi che freddi), dette appunto “di credenza” (insaccati, torte, insalate, frutta,
gelatine, marmellate, marzapani, canditi, confetti, paste di zucchero, acque
odorose); Egli si preoccupava anche dell’approvvigionamento delle materie prime. In pratica era un fidato
Maestro di cerimonie, seppure con un compito alquanto ingrato. Questa figura, rivestita
con una livrea diversa da tutti gli altri domestici, proveniente dalla cucina, entrava
nella sala del banchetto e si disponeva a fianco del mobile (che in seguito si
chiamerà appunto Credenza) dove erano stati collocati tutti i piatti con
i vari cibi; egli assaggiava ogni portata, prima che fosse servita a tavola. Se
tutto era regolare dichiarava: “Signori, vi è stato offerto il servizio
di credenza”. Per quanto ovvio, per dare agli ospiti la certezza della
genuinità del cibo e quindi della propria incolumità, il servitore-credenziere
doveva rimanere nella sala dei ricevimenti per tutta la durata del banchetto,
dritto sulle proprie gambe, come assicurazione vivente per gli ospiti.
Con il tempo la paura dei
veleni scomparve e con essa scomparvero anche i "maestri
credenzieri". È rimasto, però, in uso comune, il termine "Credenza",
dato al mobile dove si appoggiavano in precedenza i cibi da assaggiare. Scomparso
il Maestro credenziere, successivamente il termine credenza identificò la
stanza delle cerimonie conviviali, sempre presente nelle ville signorili, un
prestigioso locale annesso alla cucina dove si conservavano (nei
mobili-credenza) le vivande. Aver cura della credenza (rifornimento incluso) e
del servizio in tavola fu il nuovo compito affidato al successore del Maestro
di credenza, semplicemente chiamato “Credenziere”.
Cari amici, col passare
del tempo il nobile mobile detto Credenza si è trasformato. Non più esclusiva
del ceto nobiliare, la credenza è entrata nelle case di ogni ceto sociale. E rispetto alla
bassa credenza medievale, la nuova è cresciuta in altezza e funzionalità. Al
basso mobile sono stati aggiunti un’alzata, vani, cassetti, ante e pomelli.
Insomma, ogni epoca ha cercato portare in questo mobile il suo stile. Seppure variata,
modificata e aggiornata, la credenza non ha mai perso il suo fascino, e, oggi
come ieri, quel bel mobile, presente in ogni casa, continua a chiamarsi
Credenza!
A domani cari lettori.
Mario
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