Oristano 1° ottobre 2023
Cari amici,
Dedico il primo post del mese di ottobre alla mia cara SARDEGNA. Come ho ripetuto tante
volte anche su questo blog, la SARDEGNA, terra fra le più antiche del pianeta, è
un meraviglioso scrigno di bio diversità, sia in campo vegetale che animale. La nostra
isola, per sua natura e storia, è ricca di endemismi: sono 365 le piante
vascolari endemiche su 3000 specie presenti nell’isola, di cui ben 183
endemiche esclusive. Anche tra gli animali vertebrati ci sono specie e
sottospecie endemiche, senza contare gli invertebrati. Questo straordinario patrimonio
unico, oltre che vanto e orgoglio, rappresenta la nostra particolare identità.
Amici, ho fatto questa
premessa per parlarvi oggi di una particolarissima rarità: L’AQUILEGIA
NURAGICA. È questa una pianta endemica della Sardegna fra le più rare al mondo. Il
suo attuale areale è rappresentato da una superficie di soli 50 mq, posti nel
cuore della Sardegna, tra gli strapiombi del canyon di Gorroppu, nel
Supramonte. La sua popolazione, purtroppo, si è ridotta a poco più di dieci esemplari,
anche se si tratta di una stima difficilmente verificabile a causa
dell’inaccessibilità del sito. Il nome di “Aquilegia” gli è derivato quasi
certamente dal nome latino Acquam legere (raccoglitore d'acqua), per la
forma particolare che ha la foglia nel raccogliere l'acqua piovana, mentre l'epiteto
specifico nuragica si rifà chiaramente ai nuraghi.
L’Aquilegia nuragica
(Arrigoni & E. Nardi, 1978), comunemente nota come aquilegia dei nuraghi, è
una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Ranuncolacee; è
geneticamente distinta dalle altre specie del genere Aquilegia presenti in
Sardegna e dall'Aquilegia vulgaris, che in Sardegna non è presente. Il fusto e
i rametti sui quali si sviluppano le inflorescenze sono eretti e possono
raggiungere una lunghezza variabile tra i 20 ed i 45 centimetri. La parte bassa
si presenta glabra mentre la parte alta è ricoperta da una fine peluria
ghiandolare. L'apparato radicale è costituito da un rizoma piuttosto grosso dal
diametro variabile tra gli 8 ed i 15 millimetri sul quale si innestano le
foglie basali.
Le foglie sono organizzate
in rosette basali lunghe tra i 15 ed i 25 centimetri, bipartite o tripartite,
dalla forma cuoriforme o rombiforme e con i margini variamente lobati e
dentellati, a differenza dell'Aquilegia barbaricina, i cui margini fogliari non
presentano dentellature. Nella pianta si sviluppano da tre a cinque fiori
solitari con 5 tepali tra i quali quelli interni assumono la forma di un
cappuccio rovesciato entro il quale si trova il nettare. La parte terminale dei
tepali interni assume la forma di sperone, fuso alla base con gli altri. Il
colore dei petali esterni varia dal blu al bianco. Il frutto è costituito da
una capsula deiscente dalla forma appuntita.
Come accennato questa
pianta è a serissimo rischio di estinzione, a causa della perdita dell'habitat
naturale e dell'impatto esercitato dall'uomo, nonostante fortunatamente, essendo
tossica, non sia pascolata da parte degli erbivori. L’Aquilegia nuragica è stata
inserita dalla IUCN nella lista delle 50 specie botaniche più minacciate
dell'area mediterranea, e, in particolare è stata classificata e inclusa dallo
IUCN nella Red List, come specie in pericolo critico di estinzione.
Cari amici, nonostante il
serissimo pericolo di estinzione la Regione Autonoma della Sardegna, allo stato
attuale, non ha emanato delle particolari “misure di tutela” a favore di questa
specie, seppure un progetto di legge in tal senso fu presentato nel lontano
2006 nel Consiglio Regionale di quel periodo. Una mancanza di attenzione che,
purtroppo, non riguarda solo L’Aquilegia Nuragica, ma anche altra flora e
fauna. Credo che avere un grande scrigno di biodiversità unico al mondo e non
occuparsene, sia un delitto! Penso corrisponda e faccia il paio con quei territori che, anche se ricchi di miniere d'oro ci fanno pascolare gli animali!
A domani, cari lettori!
Mario
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