Oristano 22 settembre 2020
Cari amici,
I pesticidi, seppure costituiscano
un grande aiuto per garantire le grandi produzioni alimentari che alimentano
gli abitanti del nostro pianeta, considerata la grande pericolosità dei loro componenti,
sono da tempo attentamente monitorati. Dopo minuziose analisi, diversi di
questi prodotti sono stati vietati negli Stati più attenti alla salute dei
propri cittadini, dove non possono più essere utilizzati nelle colture. Ma il
business industriale, comunque, non accenna a fermarsi e le multinazionali
chimiche continuano a produrre anche quelli vietati, da utilizzare principalmente
nei Paesi poveri, dove sono ancora permessi.
Secondo le stime della FAO,
l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, il
giro d’affari mondiale legato al commercio e alla vendita di pesticidi è di oltre
500 miliardi di dollari all’anno. L’impiego di pesticidi, tra favorevoli e contrari,
rimane comunque molto controverso, nel senso che la scienza non è concorde
sull’effettiva pericolosità dei pesticidi. La disputa sul “Glifosato”
nell’Unione Europea ne è un esempio lampante: per alcuni l’erbicida sarebbe
cancerogeno, per gli altri invece no. I pesticidi accendono dunque il dibattito,
sia in Europa sia nei Paesi in via di sviluppo. I contrari li considerano una
minaccia per l’uomo e l’ambiente, i favorevoli al loro uso un prodotto
fondamentale per combattere la fame e la malnutrizione.
Per quanta riguarda l’Italia,
membro fondatore dell’UE, resta vietato l’uso sul proprio suolo, nel pieno rispetto
delle normative emanate che vietano queste pericolose sostanze, ma non certo per
quanto riguarda la fabbricazione, che continua senza soste! Una recente
indagine di Greenpeace e Public Eye ha rivelato che «L’Italia nel 2018 ha approvato
l’esportazione di oltre 9.000 tonnellate di pesticidi vietati in UE, diventando
così il secondo maggior esportatore di prodotti pesticidi vietati in Europa»!
Greenpeace, nell’indagine
prima ricordata, ha evidenziato le gravi lacune presenti nelle norme europee e
internazionali, che fanno sì che le aziende chimiche rimangano libere di
produrre ed esportare dall’UE pesticidi di cui è stato vietato l’uso sul territorio
comunitario. Un commercio portato avanti da potenti multinazionali, rimasto
sempre avvolto dal segreto commerciale, ma che ora l’indagine condotta
dall’unità di giornalismo investigativo di Greenpeace UK, Unearthed, e dalla
ONG svizzera Public Eye, ha messo in luce, dopo aver raccolto i dati più
completi mai diffusi finora sulle esportazioni di pesticidi vietati dall’UE.
Nel corso dei 9 mesi di
indagini è stata raccolta una mole imponente di “notifiche di esportazione”
per prodotti chimici per l’agricoltura vietati in UE, attraverso le ripetute
richieste di accesso agli atti all’Agenzia europea per le sostanze chimiche
(ECHA) e alle autorità di diversi Paesi dell’UE. Secondo le due ONG è stata messa
in luce l’intenzione di esportare 81.615 tonnellate di prodotti fitosanitari
vietati.
In dettaglio, circa
9.500 tonnellate pari al 12% di quelle esportazioni pianificate, provenivano
dall’Italia, il totale più alto dei Paesi dell’Ue interessati, dopo la Gran
Bretagna. Le esportazioni italiane notificate riguardavano 10 diversi
prodotti agrochimici pericolosi, destinati a Paesi tra cui Stati Uniti,
Australia, Canada, Marocco, Sud Africa, India, Giappone, Messico, Iran e
Vietnam».
Federica Ferrario,
responsabile campagna agricoltura di Greenpeace Italia, sottolinea che «I
giganti della chimica inondano di pesticidi altri Paesi, molti dei quali più
poveri. Queste sostanze sono così pericolose che abbiamo preso la giusta
decisione di vietarne l’uso nel nostro Paese e in tutta Europa. Cosa ci dà il
diritto di pensare che sia legittimo continuare a produrli e spedirli in tutto
il mondo? Il fatto poi che importiamo alimenti da molti di quei Paesi in cui
abbiamo scelto di vendere questi pesticidi tossici rende questa pratica ancora
più assurda perché ci potrebbero ritornare nel piatto. L’Ue deve porre fine a
questa ipocrisia vietando per sempre la produzione e l’esportazione di tutti i
pesticidi vietati».
Cari amici, personalmente
concordo con quanto sostenuto da molte organizzazioni ambientaliste e per lo
sviluppo che definiscono questi pesticidi come «una minaccia per la
sicurezza alimentare globale e per l’organizzazione democratica
dell’agricoltura». Faccio mia anche questa loro considerazione: «Con
il passare degli anni dovremo ridurre sempre più l’impiego di pesticidi e
fertilizzanti sintetici, o, meglio ancora, rinunciarvi definitivamente».
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento