Oristano 18 settembre 2020
Cari amici,
In Italia continua a
crescere il popolo degli “INVISIBILI”. Nel nostro Paese sono ripresi gli
sbarchi, seppure, come numero, ben lontani dai record di quattro anni fa. Tuttavia,
il giro di vite sull’accoglimento delle domande d’asilo accolte ha fatto sì che
gli irregolari risultano sempre più numerosi, in quanto restano al palo i
rimpatri. Questo particolare esercito, privo di permessi di soggiorno nonostante
la recente sanatoria, fa crescere di continuo il popolo dei migranti
invisibili.
Secondo i ricercatori
della Fondazione Leone Moressa, che di recente hanno dato vita ad un preciso
studio sulla situazione dell’immigrazione in Italia, «negli anni in cui
gli sbarchi erano ridotti a seguito degli accordi con la Libia, l’Italia non è
riuscita a risolvere le criticità strutturali del sistema di accoglienza.
L’inasprimento della normativa sul diritto d’asilo, con l’abolizione della
Protezione umanitaria, non è stato accompagnato da un aumento dei rimpatri dei
migranti irregolari, determinando così un aumento della presenza irregolare. Al
tempo stesso, l’Italia risulta essere tra i Paesi europei più chiusi dal punto
di vista degli arrivi di immigrati per lavoro».
La Fondazione Moressa
nello studio di analisi del problema migranti, scrive che gli sbarchi nel
Mediterraneo, dopo il brusco calo avviato a metà del 2017, sono tornati ad
aumentare. Al 21 agosto, gli sbarchi del 2020 sono stati 17.264 (quindi più di
quelli di tutto il 2019), anche se ben lontani rispetto ai picchi del 2014 (170
mila) e del 2016 (181 mila). Dopo i picchi del 2016 e 2017, però, le richieste
d’asilo sono calate drasticamente: sia nel 2018 che ulteriormente nel 2019,
arrivando a quota 35mila. Fino al 2014, l’Italia aveva un tasso di esiti
positivi delle domande d’asilo più alto rispetto alla media Ue (addirittura 80%
nel 2012). Dal 2015 la percentuale di domande accolte si è abbassata
notevolmente. Nel 2019 si è registrato un ulteriore calo, a seguito
dell’inasprimento della normativa col “Decreto Salvini”».
Altro problema
particolarmente serio, è quello dei Rimpatri, che avvengono al
rallentatore. «I rimpatri di migranti irregolari sono rimasti costanti
(aumentando la presenza irregolare sul territorio). I rimpatri sono stati circa
6 mila nel 2019, un quarto degli irregolari individuati sul territorio, a cui
si aggiungono meno di 10 mila persone respinte alla frontiera (principalmente
agli aeroporti)». E così, «la diminuzione delle domande d’asilo accolte, senza
un aumento dei rimpatri, ha determinato un inevitabile aumento della presenza
straniera irregolare, stimata intorno a 600 mila persone».
Che dire, poi, dei canali
d’ingresso legali per motivi di lavoro? Nel 2019 l’Italia è in ventesima
posizione in Europa per numero di permessi di soggiorno rilasciati per motivi
di lavoro (circa 11 mila), addirittura dietro a Malta e Irlanda. Sui 176 mila
permessi rilasciati, solo il 6,3% infatti è per lavoro. La quota maggioritaria
(57,4%) è invece quella dei permessi per ricongiungimento familiare. Situazione
ben diversa nel resto d’Europa, dove sono soprattutto i Paesi dell’Est, tra i
più chiusi sul fronte dell’accoglienza dei profughi, ad accogliere migranti
economici»..
Concludendo, secondo i
ricercatori della fondazione Leone Moressa, «negli anni in cui gli sbarchi
erano ridotti a seguito degli accordi con la Libia, l’Italia non è riuscita a
risolvere le criticità strutturali del sistema di accoglienza. L’inasprimento
della normativa sul diritto d’asilo (con l’abolizione della Protezione
umanitaria) non è stato accompagnato da un aumento dei rimpatri dei migranti
irregolari, determinando così un aumento della presenza irregolare. Al tempo
stesso, l’Italia è tra i Paesi europei più chiusi dal punto di vista degli
arrivi di immigrati per lavoro».
Cari amici, quella appena
descritta è una situazione davvero molto complessa e che non appare semplice da
dirimere. Ed è per questo che in Italia gli immigrati “irregolari” continuano a
crescere, aumentando non poco l’esercito degli invisibili. Inoltre, con un Governo
che deve lottare su troppi fronti (in particolare sulle conseguenze sanitarie
ed economiche portate dal COVID-19), afflitto anche da una scarsa coesione interna circa
la strada da seguire condivisa da tutti partiti della coalizione, trovare la quadra
non sarà né semplice né facile. Che Dio ci aiuti...
A domani, cari amici!
Mario
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