Cari amici,
Ieri al supermercato mi
sono lasciato tentare dalle castagne. La vista di un grosso recipiente, pieno
di questi deliziosi frutti marron scuro, lucidi e con una leggera peluria in punta,
mi ha riportato alla mente i ricordi giovanili, quando in autunno scendevano in
pianura, a cavallo, gli uomini che venivano dalle montagne della Barbagia,
portando con sé grossi sacchi di castagne e nocciole da barattare con i cereali
del Campidano. Il loro arrivo, annunciato con i campanacci, era per noi una
specie di grande festa: la piazza del paese si trasformava in un emporio
all’aperto, dove allora gli scambi avvenivano con “il baratto”: le nostre
provviste di pianura scambiate con il dolce frutto della montagna: le castagne.
Ebbene, amici, anche oggi
questo frutto continua ad affascinarmi in modo irresistibile! Ed ecco che, alla prima occasione, lo porto a casa per assaporarlo e gustarlo. Le castagne sono un frutto eccellente,
grandi amiche della nostra salute ed è per questo che oggi ne ho fatto l’oggetto
della mia riflessione quotidiana. Ma partiamo dall’albero, dal castagno, pianta
di grandi dimensioni, che le produce. Negli anni scorsi avevo già trattato
questo argomento; per chi fosse davvero curioso e volesse andare a leggere
quanto scrissi, ecco il link necessario: http://amicomario.blogspot.com/2012/10/le-castagne-ieri-grande-ricchezza-della.html.
Il castagno, (Castanea
(Mill., 1754) è una pianta della famiglia delle Fagaceae. È un albero di
origine antichissima, essendo parte delle latifoglie, le piante che fecero la
loro comparsa sulla Terra nel Cenozoico (all'incirca 65,5 milioni di anni fa, dopo il Mesozoico), popolando poi di foreste vastissime
regioni. Il castagno preferisce terreni sciolti e profondi, ricchi di fosforo e
potassio come le rocce vulcaniche ma si adatta anche ai terreni granitici.
Predilige versanti freschi, esposti a Nord, dove innalza la sua chioma fino a
15-20 m. d'altezza, lasciando ai boschi di roverella che spesso l’accompagnano
i siti più spogli, aridi ed assolati. In Sardegna, ancora oggi nella Barbagia di Aritzo, Seulo, Seui, Desulo e Belvì, così come sui monti di Gavoi, Sorgono e Ollolai, il castagno regna sovrano, regalando i suoi dolci e saporiti frutti.
Le castagne, il frutto di questi meravigliosi alberi, sono presenti nella dieta dell'uomo fin dalla preistoria e, in epoca
storica, le virtù di questi frutti divennero ben note e celebrate anche dagli autori
più antichi. Il greco Senofonte definì il castagno “l'albero del pane” e con il
nome di “pane dei poveri” la castagna è stata per secoli l'alimento più presente sulla mensa delle famiglie contadine. Prima della scoperta
dell'America, quando in Europa non esistevano ancora le patate e il mais
(materia prima della polenta), la castagna era infatti l'alimento che più di
ogni altro preservava dalla fame e permetteva di superare i periodi di
carestia. Questo non soltanto grazie alla sua abbondanza (in Italia vi sono
tuttora 800.000 ettari coperti da castagneti, pari al 15% dell'intera
superficie boschiva) e alla sua facilità di conservazione allo stato essiccato,
ma anche alle sue virtù nutrienti e al benefico senso di sazietà che dà il suo
consumo.
In Sardegna, come accennato prima, il castagno
trovò fertile accoglienza e diffusione nei territori di Aritzo, Belvì, Tonara e
Desulo; ma è anche presente in altre zone collinari, a quote fra i 300 e i 1.000
metri. Nei monti della Barbagia vi sono esemplari maestosi di Castagno che
costituiscono dei veri e propri monumenti vegetali, naturali e paesaggistici. Storicamente
anche in Sardegna il castagno ha avuto un’importanza elevatissima come fonte
primaria di cibo sia per l’uomo che per il bestiame e gli animali selvatici, ma
anche per l’ottimo legname, impiegato in falegnameria e nell’artigianato
locale.
Cari amici, anche nel Terzo Millennio le
castagne continuano ad essere le protagoniste dell’autunno, e, con i loro
molteplici benefici, sono considerate delle grandi alleate della nostra salute.
A differenza della maggior parte della frutta, la castagna contiene meno acqua
e molto più amido, ricca dunque di numerosi e potenti nutrienti per il nostro
corpo, a cominciare dal fosforo, calcio, ferro, potassio, rame o manganese.
Inoltre è molto ricca di vitamina E, C, K e vitamine del gruppo B e fibre: per
questo motivo mangiare castagne significa non solo fare il pieno di energia, ma
anche aiutare lo sviluppo della flora batterica intestinale.
A tutto questo c’è da
aggiungere l’elevato livello di acido folico contenuto nelle castagne, sostanza
utilissima e consigliata in particolare alle donne in gravidanza o durante la
fase di allattamento per combattere l’anemia e dare i giusti nutrienti alla mamma
incinta e al suo bambino. Le castagne, inoltre, essendo un’ottima fonte di
carboidrati, contrastano lo stress psico-fisico e contribuiscono a potenziare
la memoria che acquista più elasticità ed efficacia.
Che dire, poi, dei
benefici che le castagne apportano al nostro cuore? Davvero tanti, in quanto tengono a bada
il colesterolo e, non avendo glutine, possono essere consumate anche dai
celiaci. Una montagna di vantaggi, dunque, per la nostra salute, anche se, fra i tanti benefici, non si può dimenticare che, dando un grande apporto calorico, è
meglio non abusarne. Allora, seppure senza esagerare, una bella mangiata di
castagne, per esempio dorate al fuoco (adoro le caldarroste), e magari
accompagnate da un buon bicchiere di vino rosso, credo che possa crearci un
attimo di felicità e di piacere.
Evviva le castagne,
dunque, prezioso e delizioso frutto d’autunno!
A domani.
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