Oristano 30 ottobre 2019
Cari amici,
L’IMC
(International Marine Center), che da anni opera a TorreGrande e che si occupa
di ricerca e divulgazione nell’ambito degli ecosistemi marino-costieri e di acquacoltura
a livello regionale, nazionale ed internazionale, ha avviato di recente un
interessante progetto, messo in atto per ripopolare le lagune sarde, che nel
tempo avevano perso buona parte della loro pescosità.
Il progetto, che porta il nome di “TECNOMUGILAG”, è portato avanti unitamente ad AGRIS Sardegna, all’Università di Cagliari - Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente, e all’Università degli Studi di Sassari - Dipartimento di Architettura, Design ed Urbanistica.
Il progetto, che porta il nome di “TECNOMUGILAG”, è portato avanti unitamente ad AGRIS Sardegna, all’Università di Cagliari - Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente, e all’Università degli Studi di Sassari - Dipartimento di Architettura, Design ed Urbanistica.
Obiettivo primario del
progetto quello di “trasferire” alle aziende operanti nelle nostre lagune le
tecniche di riproduzione e di allevamento in ambiente controllato del Mugil
cephalus, il nostro pregiato muggine che ci regala la nota e apprezzata
bottarga, vera e inimitabile delizia. La costante diminuzione di Mugil
cephalus nelle lagune della Sardegna è cosa ormai nota, e di conseguenza è
avvenuto anche il drastico calo della produzione di bottarga locale,
parzialmente sostituita dalle uova del muggine d'importazione, proveniente dalla prima fascia
africana.
L’IMC, che ha personale
altamente specializzato (sia negli studi che nelle sperimentazioni scientifiche) sulla riproduzione in ambiente controllato di questa specie, con questo
progetto intende ripopolare le lagune sarde, riportandole ai livelli produttivi
del periodo precedente. Con gli interventi messi in atto le aziende ittiche operanti in
queste lagune potrebbero incrementare la produzione di muggine, riportandole ad
un livello economico positivo, derivante da una produzione soddisfacente. Diversi sono i compendi ittici sardi interessati dal progetto: vanno da quello di Cabras
a quelli di Santa Giusta, Terralba, Riola, Marrubiu, Muravera, Villaputzu,
Tortolì e Cagliari.
Personalmente, su questo blog, voglio focalizzare
la mia attenzione sulla nostra laguna di Cabras, quella più importante anche per
estensione, oltre che per il suo primario ruolo rivestito nel passato. L’IMC, che fa parte del Parco
Scientifico e Tecnologico della Sardegna, è da tempo impegnato nello sviluppo
di progetti di ricerca volti a promuovere l'introduzione di tecniche innovative
e sostenibili per la gestione delle risorse marine e costiere. L'interessante e innovativo progetto Tecnomugilac intende portare avanti la possibilità di ripopolare la laguna di Cabras partendo addirittura da zero,
ovvero dalle uova del muggine femmina che, dopo il rilascio in vasca e la successiva
fecondazione da parte dei muggini maschi, diventano piccolissimi esemplari che,
in vasca, vengono amorevolmente accuditi fino alla re-immissione nello stagno.
La cattura delle femmine
da riproduzione necessarie per il progetto tuttavia non è una cosa semplice, in quanto è
necessario prenderle con tantissima cautela, per non danneggiare la sacca
ovarica; debbono essere prese a mano da pescatori esperti, con tanta
delicatezza (per evitare al pesce lo stress e, usando un maneggiamento leggero, capace di non danneggiare le uova) per essere, poi, portate velocemente nelle vasche ossigenate. Qui, dopo
un certo ambientamento, potranno deporre le uova.
Vero genio incubatore
dell’operazione Tecnomugilac è il Dottor Dario Vallainc, biologo marino, da
tempo in servizio all’IMC di TorreGrande. Si, questo esperto biologo è il vero “padre
putativo” dei tanti nascituri che si svilupperanno dalle uova: tantissime
piccole larve di muggine che vengono poi seguite con tanto amore nelle vasche di
riproduzione dove sono nate. Le cure sono costanti e molteplici: vanno dal
controllo della temperatura dell’acqua alla salinità, dalla pulizia della vasca
al monitoraggio al microscopio. Lo sviluppo di nuovi muggini dalle uova
fecondate è di circa un 6 per cento, considerato che un muggine femmina nel periodo
fertile ne rilascia, all’atto della deposizione, circa 3 milioni.
In questa specie di nursery
le piccole creaturine, poco più che larvette, restano circa 4 mesi, accudite in
continuazione dai tecnici, dai ricercatori e dagli studenti, arrivando in quei pochi mesi
ad avere una dimensione di circa 8-10 cm.; a quel punto gli avannotti sono pronti
per lasciare il baby parking e iniziare la loro vita ordinaria andando a
nuotare liberamente nello stagno dove vengono trasferiti.
Cari amici, Il Dottor
Vallainc, intervistato, ha detto che il progetto dovrebbe funzionare, anche se
ancora non se ne conosce la reale efficacia; difficile stabilire quantitativamente
la sopravvivenza che questi avannotti, nati e seguiti scientificamente, avranno
una volta immessi in laguna. La via seguita appare comunque quella giusta. Sarà
il futuro a dire se il progetto sarà stato capace di riportare i nostri stagni
alla pescosità del passato. Tutti ce lo auguriamo di cuore!
A domani.
Mario
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