Oristano 7 febbraio 2022
Cari amici,
L’uomo da secoli, anzi da
millenni, ha provato a mentire ai suoi simili; lo ha fatto per le ragioni più
disparate: per non ammettere una colpa (pensiamo a Caino...), così come per accreditarsi di essere una
persona con capacità e qualità diverse da quelle effettivamente possedute. La
menzogna, dunque, fa parte della vita dell’uomo, così come lo è spesso anche
nel mondo animale, dove i primati, per esempio, cercano di ingannare gli
esponenti della Comunità massimizzando le proprie possibilità̀ di riproduzione
e di sopravvivenza.
Nel Medioevo, imperante l’Inquisizione,
per smascherare i bugiardi si ricorreva a dei metodi empirici, come quello
di far leccare all’accusato per tre
volte un attizzatoio riscaldato sul fuoco. L’idea era che gli innocenti
avrebbero avuto saliva sufficiente per impedire l’ustione, mentre ai colpevoli
l’ansia avrebbe asciugato la bocca, procurando loro la giusta punizione. Purtroppo
il sistema non funzionava, e non funzionerebbe neanche oggi. Ai giorni nostri,
i metodi messi a punto dagli studiosi cercano di individuare i bugiardi, con sistemi ben più sofisticati,
nell’intento di far crollare il castello di favole all’uopo costruito dai mentitori.
Secondo lo psicologo Richard
Wiseman, professore di psicologia presso la University of Hertfordshire nel
Regno Unito, i segnali di nervosismo a cui occorre prestare attenzione nell’analisi
di un soggetto possibile “Bugiardo”, sono cinque. Il primo segnale è che
parlerà del problema richiesto utilizzando un linguaggio impersonale: quasi mai
utilizzerà parole come “io” e “mio”, prediligendo “suo” e “sua” rispetto ai
nomi propri. Per esempio dirà “... visto che suo cugino pensava che ...” invece
di “...visto che mio cugino...”.
Il secondo segnale
è la gestualità ridotta. Considerato che mentire è impegnativo, il bugiardo ha
bisogno di concentrarsi e di conseguenza tende a non muovere troppo le braccia
o le gambe e a gesticolare poco. Occorre dunque prestare attenzione al suo
comportamento gestuale. Il Terzo segnale è l’abbondanza di intercalari. Il bugiardo
è spesso esitante nel raccontare la “sua verità”, per cui tende ad allungare i
tempi del racconto. Occhio, dunque, a chi usa troppe volte intercalari come
“mmmm…” o “eeee...” o ai finti colpi di tosse, e al confondere i termini tra loro.
Il quarto segnale è
quello delle lunghe pause. Poiché per mentire è necessario pensare prima di
parlare, il bugiardo tende ad impiegare più tempo a rispondere. Grande attenzione,
dunque a chi fa molte pause prima di dire la sua. Il quinto segnale,
infine, è costituito dalle risposte poco esaurienti (con pochi dettagli) ed
alquanto evasive; alla prima difficoltà, infatti, il bugiardo svia il discorso,
cercando in qualche modo di cambiare argomento.
Amici, avere la certezza che
il nostro interlocutore dica o no la verità non è proprio facile, in quanto ci
sono soggetti capaci di recitare in modo eccellente. Pensate che, nonostante
molti sostenitori lo ritengano valido, anche il poligrafo, la così detta
“macchina della verità̀” usata in alcuni tribunali, soprattutto
americani, è ancora considerata "non valida" come test per accertare la verità̀.
Prima di chiudere voglio
raccontarvi come il grande miliardario Elon Musk, patron di Tesla e oggi
uno degli uomini più ricchi del pianeta, cerca di sbugiardare i mentitori.
L’uomo adotta una strategia piuttosto semplice per capire se la persona con cui
ha a che fare sia o no un bugiardo; il metodo da lui usato, che ha anche una
valenza scientifica confermata, fa pensare che in effetti sia davvero una regola d’oro, che lo ha di certo aiutato a raggiungere il successo stratosferico che ha raggiunto.
Quando Elon Musk si
trova a ascoltare una persona convocata per un colloquio di lavoro, ha l'abitudine di
porre alcune domande sulle dichiarata abilità posseduta dal candidato. Per
capire se questi sta raccontando la verità, il miliardario aggiunge una
semplice ed efficace domanda: "Parlami di alcuni dei problemi più
difficili a cui hai lavorato e come li hai risolti". Secondo Musk "le
persone che hanno davvero risolto un difficile problema, sanno esattamente come
l'hanno risolto. Conoscono e possono descriverlo nei più piccoli dettagli",
avvalorando in questo modo la tesi per cui, se qualcuno fa una falsa affermazione, non è in
grado di spiegarla a fondo e nei particolari.
Il metodo di Musk risulta scientificamente
provato, e funziona. Uno studio pubblicato lo scorso dicembre nel Journal of
Applied Research in Memory and Cognition svela diversi approcci per individuare
i bugiardi attraverso tecniche di colloquio, e una di queste corrisponde proprio
alla tecnica usata da Musk. Si chiama Asymmetric Information Management (AIM), usata anche nelle indagini forensi, come ha spiegato Cody Porter, uno degli
autori dello studio e Senior Teaching Fellow presso l'Università di Portsmouth,
in un articolo per The Conversation.
Qui Cody Porter ha
spiegato che, insieme al suo team, ha scoperto che chi dice la verità in genere
cerca di dimostrare la propria innocenza fornendo informazioni molto
dettagliate, al contrario dei bugiardi, che desiderano nascondere la propria colpa; "ciò
significa che è più probabile che trattengano strategicamente le informazioni
in risposta al metodo AIM. La loro ipotesi è che fornire più informazioni
renderà più facile per l'investigatore rilevare la bugia, quindi forniscono
meno dettagli possibili". Questo il suo commento.
Cari amici, seppure la bugia abbia origini lontanissime, io credo che, oggi più di ieri, possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che, ormai, le bugie hanno proprio le gambe corte, o, se volete, i bugiardi hanno il naso ben più lungo!
A domani.
Mario
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