Oristano 24 aprile 2024
Cari amici,
L’emigrazione italiana
negli Stati Uniti tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento
raggiunse livelli alquanto alti, tanto che, in quel periodo, ben oltre 5
milioni di italiani, soprattutto originari delle regioni meridionali, salparono
verso l'America. Alla fine dell’Ottocento dalla Liguria, precisamente da Favale
di Malvaro, in Val Fontanabuona in Provincia di Genova, a bordo di una delle
numerose navi cariche di migranti che ogni giorno abbandonavano l’Europa
partirono anche Luigi e Virginia Giannini, diretti oltre oceano in cerca di una
vita migliore.
Come prima tappa la
giovane coppia, insieme al figlio Amadeo Peter, si insediò in California, prima
a San Josè e poi a San Francisco, All’inizio, come per tanti altri emigrati, la
vita non fu facile, ma il figlio Peter, intelligente e determinato, riuscì presto
a fare fortuna. Forse fu la sua grande determinazione a prendere corpo dopo un
terribile evento: suo padre Luigi morì vittima di un tentativo di rapina
perpetrato da un messicano ubriaco, che gli chiedeva insistentemente un dollaro.
Questo fatto lo segnò indelebilmente, tanto da decidere di dedicare la sua vita
a combattere la povertà, derivante in gran parte dall’usura allora praticata. Serio e contabilmente preparato, nel 1902, all’età di 32 anni, era già diventato direttore di una
filiale della Cassa di risparmio di San Francisco. In questa filiale molti
emigranti si recavano per spedire alle famiglie rimaste in Italia i propri
risparmi. Da uomo onesto, Giannini si rese conto della eccessiva spesa
richiesta a questa povera gente per trasferire i soldi in Italia. Veniva praticata, infatti, una tassa
davvero esosa: era calcolata tra il 5 e il 6 per cento della somma da inviare, tanto che il giovane contabile cercò di rappresentarlo ai titolari della banca ma senza successo.
Con l’esperienza
maturata, Giannini si convinse che era possibile fare Banca anche senza
strozzare nessuno. La sua idea era quella di dare un aiuto concreto alle
persone che, seppure poco abbienti, avevano le giuste idee per avviare delle
attività, senza, però, arrivare ad applicare interessi esosi. Il suo
sogno era quello di mettere in piedi una Banca etica, finanziando i progetti
validi seppure senza chiedere grandi garanzie: a lui sarebbe bastata la serietà
e la capacità imprenditoriale dei richiedenti. In questo modo voleva combattere
l’usura e il mondo marcio della finanza senza scrupoli che allora dilagava.
Detto fatto. A 32 anni Peter
Giannini lasciò l’incarico di direttore nella Cassa di Risparmio di San
Francisco e mise in piedi una piccola, nuova banca, che chiamò “Bank of Italy”.
Nella sua banca il servizio di trasferimento dei soldi in Italia costava solo
il 2 per cento, contro quel 5-6 per cento prima ricordato. La sua era davvero
una banca etica: la prima banca popolare ad azionariato diffuso, la cui
missione era quella di prestare denaro e fiducia a chi aveva buone idee ma non
poteva dare altre garanzie se non la propria, seria, voglia di lavorare. L’azzardo
tentato da Peter Giannini ebbe un grande successo, ma ciò non cambiò minimamente
la sua visione iniziale: aiutare chi aveva bisogno!
L’uomo emigrato
dall’Italia, nato povero ma dotato oltre che di capacità di quel sano altruismo
che negli affari è più noto come “ETICA”, in tutta la sua carriera non cedette
mai alla cupidigia e al sogno malsano di una ricchezza personale illimitata. La
sua banca, all’epoca forse la prima, promosse quella forma di “finanza etica
ante litteram” che lo portò spesso a scontrarsi con le grandi lobby
bancarie ed economiche senza il minimo timore. Nessuno, però, riuscì a
batterlo o corromperlo, tanto che negli scontri ne uscì sempre vincitore,
grazie alla fedeltà ai propri valori che mai gli vennero meno, senza mai
scendere a compromessi di sorta. La fama, sua e della sua banca, oltrepassò
l’oceano e per tanti Giannini era semplicemente “Il banchiere galantuomo”. Anno
dopo anno, grazie al suo impegno e alla fortuna, la sua Bank of Italy diventò tanto
importante da diventare, poi, quel colosso mondiale che noi oggi conosciamo, la “Bank of
America”, ancora oggi ricca di fama in tutto il mondo.
Cari amici, la grande, meravigliosa avventura di Amedeo Peter Giannini potete trovarla in un interessante libro
scritto da Giorgio A. Chiarva, che ha per titolo “Amadeo Peter Giannini. Il
banchiere galantuomo”. Qui troverete le tantissime cose realizzate da
Giannini, l’uomo della finanza etica che diede una possibilità di riscatto anche
ai più deboli. Giannini fece cose davvero straordinarie: contribuì alla nascita di
Hollywood, della HP Computers, alla costruzione del Golden Gate Bridge,
finanziando anche il New Deal e il Piano Marshall. Creò anche la Giannini-Bank
of America Foundation, che fu il primo Health Care aziendale. Insomma, amici, in questo libro troverete la storia di un vero, grande uomo!
A domani.
Mario
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