Oristano 3 Ottobre 2018
Cari amici,
Ormai è un dato di fatto: il futuro del trasporto non sarà più supportato dai combustibili fossili, ma da altre fonti energetiche che, seppure ben conosciute, stentano ad affermarsi. La movimentazione umana e delle merci, sia su rotaia che su gomma, continua in gran parte ad utilizzare benzina e gasolio. Eppure sarà necessario cambiare, se vogliamo lasciare una speranza e un mondo vivibile e più pulito alle generazioni future.
Tornando storicamente indietro nel tempo possiamo affermare che l’industrializzazione che nell’Ottocento rivoluzionò il mondo si concretizzò attraverso l’utilizzo di un mezzo per allora eccezionale ed avveniristico: il treno. I vecchi film che hanno riepilogato l’epopea del Far West americano, erano tutti infarciti di assalti allo sbuffante treno, portati da indiani e briganti; cavalcando focosi destrieri essi con grande estrezza saltavano sulla sbuffante locomotiva che attraversava le antiche praterie dove ancora pascolavano i bisonti, impadronendosi dei beni di valore trasportati, compreso l’oro estratto dai pionieri dalle miniere.
Il treno, però, non restò a lungo re incontrastato del trasporto. L’evoluzione successiva, che diede seguito alla prima industrializzazione, fece cadere in disgrazia il treno che, seppure rimasto onorevolmente in servizio, dovette subire i contraccolpi portati dal trasporto su strada; queste ultime, diventate sempre più larghe e agibili come le autostrade, furono invase dai nemerosi mezzi di trasporto su gomma, che sottrassero passeggeri e merci al trasporto su rotaia, andato lentamente in declino.
Tornando storicamente indietro nel tempo possiamo affermare che l’industrializzazione che nell’Ottocento rivoluzionò il mondo si concretizzò attraverso l’utilizzo di un mezzo per allora eccezionale ed avveniristico: il treno. I vecchi film che hanno riepilogato l’epopea del Far West americano, erano tutti infarciti di assalti allo sbuffante treno, portati da indiani e briganti; cavalcando focosi destrieri essi con grande estrezza saltavano sulla sbuffante locomotiva che attraversava le antiche praterie dove ancora pascolavano i bisonti, impadronendosi dei beni di valore trasportati, compreso l’oro estratto dai pionieri dalle miniere.
Il treno, però, non restò a lungo re incontrastato del trasporto. L’evoluzione successiva, che diede seguito alla prima industrializzazione, fece cadere in disgrazia il treno che, seppure rimasto onorevolmente in servizio, dovette subire i contraccolpi portati dal trasporto su strada; queste ultime, diventate sempre più larghe e agibili come le autostrade, furono invase dai nemerosi mezzi di trasporto su gomma, che sottrassero passeggeri e merci al trasporto su rotaia, andato lentamente in declino.
Il treno, però, non si
è mai dato per vinto; eliminate le vecchie e inquinanti locomotive, sostituite
prima dalle “littorine” a gasolio e poi dagli elettrotreni tipo “Italo”, hanno
cercato di resistere, riuscendo ad entrare in competizione, anche per tempi e tariffe, con
l’aereo. Oggi, però, oltre la convenienza su tempi di percorrenza e costi, è nato un altro grave, ulteriore problema da affrontare: l’inquinamento, costantemente in crescita. Il mondo, ormai
nessuno può negarlo, ha necessità di ridurre drasticamente le emissioni
pericolose che si riversano nell’atmosfera, generate anche in modo massiccio prima
dalle antiche locomotive a vapore che andavano a carbone e successivamente dalla miriade di motori alimentati a gasolio o benzina.
Quanto alla circolazione dei mezzi su rotaia, gli studi più recenti relativi all'utilizzo di carburanti meno inquinanti per i locomotori circolanti su strada ferrata, hanno ideato una soluzione “green” che appare davvero interessante. E' stato messo a punto un treno che funziona
con un propulsore assolutamente innovativo, mai concepito prima: un motore a
idrogeno. L’innovativo sistema è stato realizzato in Germania dagli ingegneri della
Alstom Group che si sono guadagnati
in questo modo anche il “Green Tech Award 2018”, un riconoscimento che premia l’innovazione
che rispetta l’ambiente.
Il nuovo sistema di
alimentazione è stato montato su uno dei convogli standard prodotti dalla
Alstom, appartenente alla diffusa e collaudata serie Coradia (quasi 3.000 treni circolanti in rete); su quest’esemplare gli
ingegneri di Alstom hanno sistemato sul tetto dell’automotrice (in posizione di massima sicurezza), costituita da due
vetture, sia i serbatoi di idrogeno sia la
cella a combustibile che combina il gas con l’ossigeno dell’aria ambiente
producendo elettricità e, come prodotto secondario, vapore acqueo e acqua di
condensa. Lo stesso Presidente del gruppo, Henri
Poupart-Lafarge, ha affermato che si tratta di una vera e propria "rivoluzione
per la società e per il futuro della mobilità".
Pochi giorni fa (il
viaggio inaugurale è stato effettuato il 16 Settembre) questo treno, che è
stato chiamato "Coradia iLint",
ha effettuato il suo primo viaggio sulla rete ferroviaria tedesca. Il treno, che
è completamente privo di emissioni nocive, è in grado di raggiungere i 140
chilometri orari ed è già entrato ufficialmente in servizio nella Bassa
Sassonia. A breve, altri due nuovi treni copriranno i 100 chilometri sulla
tratta Cuxhaven, Bremerhaven, Bremervörde e Buxtehude, rimpiazzando parte della
precedente flotta diesel. I consumi appaiono davvero interessanti: con un solo
'rifornimento' i convogli potranno viaggiare tutto il giorno, grazie ad
un'autonomia di 1.000 chilometri. Dal 2021, Alstom fornirà alle ferrovie locali
altri 14 esemplari.
Amici, credo proprio che
questo nuovo sistema di trazione rivoluzionerà il sistema ferroviario del
mondo; ci vorrà del tempo, ma a mio avviso questo succederà. Intanto, per la
prima volta al mondo un treno alimentato a idrogeno, ha percorso agevolmente la
rete ferroviaria tedesca, trasportando oltre 300 passeggeri. È la materializzazione
di un grande sogno: quello di una “ferrovia
a zero emissioni”, soluzione ancora più valida nelle zone dove per la scarsità di traffico non
era stato possibile concepire una rete ferroviaria elettrificata.
Ma come funziona in
realtà questo nuovo propulsore di modernissima concezione? Vediamolo almeno in
sintesi. Si è detto prima che sulla motrice sono montati in condizioni di
sicurezza sia i serbatoi di idrogeno sia la cella a combustibile che combina il
gas con l’ossigeno dell’aria. La corrente che viene prodotta viene
immagazzinata in un due pacchi di batterie agli ioni di litio, inseriti sotto
il pavimento dei vagoni. Un sofisticato inverter provvede a fornire ai motori
di trazione la potenza elettrica più opportuna nelle fasi di accelerazione e di
marcia, provvedendo al recupero dell’energia cinetica in fase di rallentamento
e frenata. La velocità massima, come detto prima è di 140 km/h, la stessa che
prima era generata dai motori diesel che alimentavano quella motrice.
Cari amici, di idrogeno
si è parlato a lungo negli anni scorsi, ma in realtà, forse anche per le
pressioni di chi non vuole mollare le rendite petrolifere, il discorso si è
fermato senza andare avanti. Eppure il futuro dovrà davvero pensare seriamente
all’idrogeno, in quanto è proprio sul confronto diesel-idrogeno che si gioca il
futuro dell’innovazione industriale del mondo. È indubbio che l’idrogeno
rappresenta la scelta hi-tech più conveniente, sia in termini di efficienza sia
dal punto di vista economico e di sostenibilità.
Tornando alle ferrovie
e dando uno sguardo a casa nostra, secondo i dati forniti quest’anno dall’Università
di Ferrara, in Italia il 33% dei binari non sono elettrificati: parliamo di
circa 10.000 chilometri di linee, su cui oggi viaggiano prevalentemente treni alimentati
da combustibili fossili. Dovemmo prendere esempio da questo treno anche noi italiani,
se l’obiettivo è quello di ridurre le emissioni inquinanti; anche da noi, soprattutto
sulle tratte del Meridione e della Sardegna in particolare, l’elettrificazione
delle linee, sarebbe assolutamente impossibile, a partire dai costi. Credo che
dovremmo pensare anche noi ai treni come i "Coradia
iLint".
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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