Oristano 30 Ottobre 2011
Tradizione o innovazione? Vecchio o nuovo? Molto spesso oggi ci troviamo di fronte a questa domanda. La scelta dei giovani va sicuramente verso il “nuovo”, verso il cambiamento. Questo rappresenta appieno la tendenza del momento storico, dove la tecnologia la fa da padrone. Ma i giovani non possono essere lasciati soli a fare la loro scelta, spesso frutto di mancanza di solide e razionali basi di scelta e confronto.
A ben pensare, riflettere, i due termini prima esaminati, pur essendo ‘antitetici’, non è detto che non possano, in qualche modo coesistere, fare strada insieme. Spesso mi sono posto queste domande: È possibile portare avanti la tradizione innovando? Ancora: è possibile innovare senza la tradizione? Siamo proprio sicuri che una escluda l'altra? Oggi c'è una sorta di mania a ‘cambiare tanto per cambiare’, a ricercare il nuovo solo perché è una novità, senza riflettere se questo cambiamento, questa innovazione sia, davvero, utile, migliorativa, rispetto all'esistente.
La vera innovazione, cari amici, non è questa! Innovare non significa stravolgere, gettare via l’esistente, sostituendolo con qualcos’altro. L'innovazione si aggancia al processo esistente, lo perfeziona, lo migliora, lo rende più fruibile. La vera innovazione parte dalla tradizione, non la getta via ma la perfeziona, rendendola più adatta ai bisogni dell’uomo, della Società.
L'innovazione, se di vera, reale, innovazione si tratta, è quella che tiene conto del grande patrimonio delle generazioni precedenti, che ne ha un grande rispetto e che vuole conservare tutto ciò che c'è di buono, cercando di trasmettere questa "tradizione" in un modo nuovo, più proficuo, ma senza stravolgerla o gettarla in un cestino. Questo è il forte messaggio che tutti, nessuno escluso, dobbiamo dare ai nostri giovani che, allettati da mille sirene, rifiutano, per principio i grandi valori del passato, solo perché considerati ‘vecchi’, ‘obsoleti’.
Ricordiamo con forza ai nostri giovani che oggi rifiutano alcuni valori positivi solo perché vengono da una determinata tradizione, che è proprio questa “tradizione” che rappresenta la nostra identità, le nostre radici! Non rifiutino il ‘vecchio’ solo perché è antico, e non accettino il ‘nuovo’, solo perché è una novità. La tanta confusione che viviamo oggi deriva proprio da questo: sia il rifiuto che l’accettazione sono fatti ‘senza verifica’, senza riflessione, senza un vero e proprio desiderio di cambiare in meglio, senza logica e senza un'etica. Qualsiasi cosa assume un aspetto positivo solo perché è nuova, non perché ha una solida bontà intrinseca. Buono e nuovo non sono termini intercambiabili.
La vera sfida, che i giovani dovranno affrontare e vincere, è quella di riuscire a cavalcare il cambiamento senza falsi miti, senza illusioni, e senza rinnegare la ‘tradizione’, tutti valori culturali e sociali che hanno ricevuto dalle generazioni precedenti. Dovranno non solo conservare ma amare tutti questi valori positivi, che dovranno prima accogliere e poi se possibile migliorare, con modalità nuove, innovative, entusiasmanti, grandiose. Questa è la magnifica sfida, l’entusiasmante duello tra “tradizione” e “innovazione”, che, se vorranno, i giovani potranno magnificamente vincere, e costruire, unitamente alle generazioni che verranno dopo di loro, un mondo migliore per l’intera umanità!
Grazie della Vostra splendida attenzione.
Mario
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