venerdì, febbraio 28, 2025

APPROVATA, FINALMENTE, IN SARDEGNA LA LEGGE PER LA TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLA FLORA AUTOCTONA. LEGGE NECESSARIA, PER PROTEGGERE GLI HABITAT NATURALI E SEMINATURALI DELL’ISOLA.

ROSA PEONIA - SUPRAMONTE

Oristano 28 febbraio 2025

Cari amici,

Chiudo i post di febbraio dedicando la mia quotidiana riflessione alla nostra straordinaria isola, che va protetta per i meravigliosi beni naturali che possiede. In quest'ottica il Consiglio regionale della Sardegna nei giorni scorsi ha, finalmente, approvato la legge sulla tutela e valorizzazione della flora autoctona della Sardegna. Il provvedimento, atteso da anni, era assolutamente necessario per contrastare la bio-pirateria, e proteggere gli habitat naturali e seminaturali dell’isola. Ora la legge potrà garantisce un buon equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo economico. Relatrice del testo della legge Maria Laura Orrù di Alleanza Verde-Sinistra (Avs); Ecco il suo commento durante il dibattito in aula.

La conservazione e la salvaguardia della biodiversità, attraverso l’uso strategico di specie autoctone, sono imperativi per garantire la sostenibilità degli ecosistemi e il benessere della società, creando al contempo opportunità economiche per i giovani”. La consigliera Orrù ha anche ricordato che la Sardegna era rimasta l’unica regione italiana a non avere una normativa specifica per la salvaguardia e la valorizzazione delle specie vegetali autoctone, nonostante le richieste arrivate negli anni da vari fronti: Università, associazioni botaniche e cittadini.

Tra i punti chiave della nuova legge c’è la tutela della flora endemica e la lotta contro la “bio-pirateria”, praticata dalle multinazionali che in passato hanno sfruttato specie vegetali sarde per fini commerciali. La consigliera Orrù ha spiegato che “è successo che multinazionali straniere sono arrivate qui a prendere delle specie endemiche per utilizzarle a fini medici o cosmetici, ‘brevettando’ di fatto le nostre piante, che oggi non possiamo utilizzare perché costretti a chiedere l’autorizzazione.” Una vergogna!

Anche il Presidente della Commissione Ambiente, Roberto Li Gioi (M5S), che ha difeso il provvedimento sottolineando l’importanza di una normativa così attesa: “Questa legge colma un vuoto normativo ed è frutto del coinvolgimento di tutti i portatori di interesse. Consentirà di tutelare la flora autoctona, lasciando alle imprese la possibilità di sviluppare attività economiche". L’opposizione non ha votato a favore, accampando motivazioni a volte poco credibili. Nella legge uno degli aspetti più dibattuti ha riguardato la protezione delle 130 specie endemiche presenti nel Supramonte, un’area ricca di biodiversità che, insieme ad altre zone dell’isola, conta complessivamente 340 specie censite. Il territorio del Supramonte ha un’estensione di circa 35.000 HA ricadenti negli ambiti territoriali dei comuni di Orgosolo, Urzulei, Dorgali, Baunei, Oliena. Senza dimenticare che nel Supramonte di Orgosolo esiste ancora uno degli ultimi lembi di “Foresta Primaria” presenti in Europa, e anche per questo presenta una particolare ricchezza dal punto di vista floristico.

Tra le importanti specie endemiche presenti nel Supramonte possiamo indicarne diverse, eccone alcune. Il Ribes mulriflorum, varietà sandalioticum, l’Ephedra nebrodensis, il Thimus herba barona, il Buplerum fruticosum, l’Elicrisium microphillum, il Prunus prostata, la Peonia mascula, l’Alissum Tavolarae, la Ramnhus alpina, l’Aquilegia barbaricina, il Cerastium supramontanum. Il provvedimento appena approvato punta, dunque, a salvaguardare e a regolamentare la raccolta delle specie autoctone protette.

Cari amici, la Sardegna on l’approvazione di questa legge, si dota quindi di uno strumento normativo importante, volto a preservare e valorizzare il proprio patrimonio vegetale, cercando di trovare il giusto equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo economico; cosa indubbiamente non facile, visti anche i tanti dubbi espressi dall’opposizione, in quanto restano aperti diversi punti di discussione sulle modalità applicative della nuova legge. L’importante è aver iniziato a pensare alla salvaguardia del nostro meraviglioso patrimonio, perché, non dimentichiamolo mai, che “chi ben comincia è già a metà dell’opera”!

A domani.

Mario

 

giovedì, febbraio 27, 2025

LA GIURIA DELL'ORDINE DELLA CAMELIA HA ASSEGNATO “LA CAMELIA 2025” A FRANCA FENU, VERA, GRANDE DONNA DI SARTIGLIA.


Oristano 27 febbraio 2025

Cari amici,

Tra le manifestazioni collaterali legate alla nostra meravigliosa  SARTIGLIA, a partire dal 2015, grazie alla vulcanica mente di Filippo Martinez, ne è stata inserita una "NUOVA" che onora e premia le “donne di Sartiglia”. Seppure dietro le quinte, alquanto fuori dalle luci della ribalta, queste donne operano con grande dedizione, competenza e abilità, per garantire la migliore riuscita della manifestazione. Questo premio speciale ha preso il nome di “LA CAMELIA”, quello straordinario fiore che adorna il petto de Su COMPONIDORI. Priora dell'”Ordine della Camelia” e Presidente della giuria per la assegnazione del premio è Gabriella Collu, straordinario personaggio femminile che incarna questo grande impegno femminile dedicato alla Sartiglia. Il premio è costituito da una bella ceramica realizzata dall’artista Alessandra Raggio.

Il prestigioso premio viene ogni anno assegnato ad una donna, scelta tra le tante che, come recita la pergamena ufficiale “hanno contribuito e continuano a contribuire con amore a conservare la tradizione più intima, più sacra e più bella della Sartiglia”. Ebbene, anche quest’anno la giuria del Premio ha scelto la donna di Sartiglia che riceverà la Camelia 2025; il premio ha raggiunto una donna davvero speciale, scelta fra le tante che vivono attivamente e appassionatamente l’ebbrezza della Sartiglia. La Camelia 2025, come ha stabilito la giuria, andrà a Franca Fenu, che incarna da sempre lo spirito della Sartiglia, per la sua straordinaria, grande passione, che ha radici lontane, ancorata fortemente alla sua storia familiare.

Franca Fenu ha davvero la Sartiglia nel suo DNA: è figlia, sorella e moglie di Presidenti del Gremio dei Falegnami, tre volte Massaia Manna, cinque volte Massaiedda, ma, in qualsiasi mansione svolta, ha comunque e sempre dato il massimo di sé stessa, in tutti i ruoli, profondendo la sua dedizione ed il suo impegno con passione costante, per far sì che la straordinaria giostra della SARTIGLIA oristanese continuasse ad essere sempre all’altezza della sua antica tradizione e della sua fama.

La premiazione ufficiale è stata stabilita per lunedì 3 marzo al Teatro Garau, dove alle ore 20.00 avverrà la cerimonia di premiazione, nell'ambito della rassegna di Cori Tradizionali Sardi "Cantando a carnevale" organizzata dal Coro Maurizio Carta. Anche quest’anno il premio è costituito dalla magnifica ceramica realizzata da Alessandra Raggio che raffigura la camelia che is Massaieddas cuciono sulla parte sinistra del velo de Su Componidori, poco prima che egli salga sul cavallo per dare inizio al torneo. Franca, ha vissuto tante volte questi emozionanti momenti; li ha vissuti in primo luogo in famiglia, con il papà Alfonso Fenu decano degli artieri del legno Gremio dei Falegnami e il fratello Antonello, prima cavaliere, poi Componidori e oggi Majorale per lo stesso Gremio di San Giuseppe.

Franca Fenu con Gabriella Collu

Amici, quest’anno La Camelia 2025 ha raggiunto la sua protagonista, Franca Fenu, che con grande orgoglio riceverà il prestigioso riconoscimento destinato alle donne che con vera dedizione contribuiscono a preservare e tramandare la tradizione della storica giostra equestre. Quando ha ricevuto la visita di Gabriella Collu, priora dell'Ordine della Camelia, accompagnata da Patrizia Pala e Giorgia Mugheddu, rispettivamente Camelia nel 2023 e 2024, è stata vinta dall’emozione per l’inaspettato onore.  L’incontro è stato una felice occasione per ricordare insieme anche i tanti momenti delle numerose giostre vissute da Franca Fenu!

Cari amici lettori, fino ad oggi sono state assegnate 10 Camelie: Angela Solinas (2015), Gabriella Collu (’16), Maria Teresa Mereu (’17), Matilde Carta (’18), Anna Paola Corona (’19), Anna Contini (’20), Stefania Pinna (’21), Pina Soddu (‘22), Patrizia Pala (’23) e Giorgia Mugheddu (’24). Quella di Franca Fenu sarà l’undicesima! Speriamo di contarne tante altre! Ci vediamo tutti il 3 marzo al teatro Garau, per festeggiare Franca!

A domani.

Mario

 

mercoledì, febbraio 26, 2025

CLAUDIA KOLL E LA SUA CONVERSIONE, AVVENUTA NEL GIUBILEO DEL 2.OOO. ECCO COME CLAUDIA SI RACCONTA NEL LIBRO “QUALCOSA DI ME”.


Oristano 26 febbraio 2025

Cari amici,

Sul quotidiano  “l’AVVENIRE”, martedì 18 febbraio, è apparso un bell’articolo che parlava del recente libro scritto da Claudia Koll sulla sua conversione. A firmarlo, il giornalista Mimmo Muolo. Muolo, Vice Direttore del giornale vaticano, è un accreditato e serio professionista; giornalista professionista dal 1993, lavora per questa testata fin dagli inizi della carriera, sempre apprezzato in Vaticano. Nella sua lunga esperienza ha seguito be 3 pontificati: quello di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e di Francesco, partecipando a oltre un centinaio di viaggi organizzati dai tre pontefici in Italia e all’estero.

Autore di molti libri, pubblicazioni e recensioni, Mimmo Muolo, da grande professionista qual è, ha di recente radiografato il libro scritto da Claudia Koll, che, con grande stupore nel mondo dello spettacolo, ebbe il miracolo della conversione 25 anni fa, proprio durante il GIUBLEO del 2.000. Nel libro, che ha per titolo “QUALCOSA DI ME” (Tau editrice – prefazione di Giovanni Salonia e Post-fazione di Ezequiel del Corral), Claudia affronta il complesso problema della sua conversione ripercorrendo i particolari passaggi che l’hanno portata a cambiare vita. Oggi, cari lettori, ho deciso di riportare per Voi, integralmente, il bell’articolo sul libro di Claudia firmato da Mimmo Muolo.

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Fu il Giubileo del 2000 a innescare nell’attrice Claudia Koll il cambiamento interiore. Ecco il pensiero del filosofo Massimo Borghesi: «In lei un amore alla vita reso più intenso dalla grazia». Attraversare la Porta Santa del Grande Giubileo del 2000 ha innescato in lei il cambiamento di vita che l’ha portata alla conversione. Venticinque anni dopo, in occasione dell’Anno Santo della speranza, Claudia Koll racconta nel libro quella e altre esperienze della sua vita di attrice, conduttrice televisiva (memorabile la partecipazione al Festival di Sanremo, al fianco di Pippo Baudo nel 1995), scrittrice e anche counselor di nuovi attori; tutto ciò nel libro Qualcosa di me (Tau Editrice), fresco di stampa e presentato in coincidenza con il Giubileo degli artisti, sabato scorso alla Libreria San Paolo di via della Conciliazione a Roma.

Il titolo non deve trarre in inganno. Nelle oltre 150 pagine del volume, scritto in forma di dialogo con un’amica (Mariagiulia Verdi) e leggibilissimo per la forma piana ma accattivante, c’è molto di più di “qualcosa” di Claudia Koll. Ci sono le esperienze professionali, c’è il suo amore per gli animali e per l’arte a 360 grandi (la pittura, per esempio, con molti riferimenti all’amatissimo Vincent Van Gogh), ci sono le Opere del Padre, l’Associazione che ha fondato per aiutare i poveri in Italia e in Africa, c’è il suo metodo di insegnamento e di accompagnamento per i giovani attori, che attinge alle sue esperienze all’Actors Studio di New York e alle intuizioni di grandi del teatro come Giorgio Strehler e Eugene Ionescu. Ma soprattutto c’è la sua spiritualità, che, come ha detto il filosofo Massimo Borghesi presentando il libro, lungi dall’essere quella di una “suora laica” (luogo comune cucitole addosso da certa stampa e che nel libro è smentito decisamente), è invece la spiritualità di «una cristiana senza particolari consacrazioni».

«In Qualcosa di me – ha notato Massimo Borghesi – questa dimensione laicale della sua fede è ciò che colpisce». Citando il poeta francese Charles Peguy, il filosofo ha ricordato che «laico-cristiano non è espressione composta da termini antitetici: essi indicano l’amore al mondo, alla vita, al bello e al corpo reso più intenso dalla grazia». Claudia Koll, al pari di Peguy, «vive dunque intensamente la teologia dell’incarnazione e questa fisicità ha a che fare con il suo essere attrice che lavora sul corpo». È un’attitudine che determina capacità di entrare in relazione non solo con il personaggio sulla scena, ma anche con gli altri nella vita reale.

In un passaggio del volume è descritto l’episodio in cui un vecchietto vedovo e finito in condizioni di indigenza, si era rivolto all’Associazione di Claudia per un aiuto (un paio di pantaloni nuovi e puliti). «Ma capii – racconta l’attrice – che più di quello aveva bisogno di parlare con qualcuno che lo ascoltasse e non lo facesse sentire solo». In questa e altre pagine del volume, alcune delle quali sono state lette con maestria dall’attrice Daniela Poggi durante la presentazione, emerge un ritratto ancora oggi inedito dell’attrice, ma soprattutto della donna Claudia. E, soprattutto, si può cogliere la “morale della favola” di una parabola di vita che lei stessa sintetizza così: «Dio ha messo insieme la mia storia, le competenze della mia esperienza di artista e il mio desiderio di aiutare gli altri. Dio non toglie niente, cura le nostre ferite, dà significato e senso a quelli che sono i nostri interessi più profondi, che poi sono i nostri talenti».

Cari amici,  un sincero grazie a Claudia per il suo coraggio di raccontarsi, 25 anni dopo la sua conversione, avvenuta durante il Giubileo del 2.000, (quest'anno 2025 è di nuovo ANNO GIUBILARE: Giubileo "Pellegrini di speranza"); nel libro la sua meravigliosa visione del mondo e di quel Dio creatore che l'ha richiamata! Ovviamente, un altro grande grazie a Mimmo Muolo, per la sua attenta, efficace e profonda riflessione su Claudia!

A domani amici lettori!

Mario

 

martedì, febbraio 25, 2025

IN FUTURO SARÀ L'ENERGIA GEOTERMICA A DARE UNA GROSSA MANO ALLA CRESCENTE FAME DI ENERGIA PULITA DEL NOSTRO PIANETA.


Oristano 25 febbraio 2025

Cari amici,

Di recente in Finlandia è stato scoperto un giacimento geotermico senza precedenti: una miniera geotermica in grado di fornire energia per 20 milioni di anni! È stato già inaugurato il primo impianto di riscaldamento, tanto che la Finlandia si candida ad essere il “Paese leader globale”, relativamente alle energie rinnovabili, aprendo la strada verso un futuro carbon neutral entro il 2030. Una scoperta indubbiamente sensazionale, quella fatta, che fa di questo Paese un pioniere nel settore delle tanto agognate energie rinnovabili.

L’interessante progetto di riscaldamento geotermico in corso di realizzazione rappresenta un punto di svolta per le future esigenze energetiche del pianeta,  in quanto il giacimento geotermico rinvenuto risulta di grande ampiezza e portata, tanto da far presupporre che potrebbe soddisfare, come accennato, il fabbisogno energetico per un periodo lunghissimo: ben 20 milioni di anni. Questa straordinaria scoperta viene vista nel mondo con grande soddisfazione, in quanto la sua presenza rivoluziona i precedenti sforzi portati avanti nel mondo per cercare di avere in futuro la quantità necessaria di energia pulita e sostenibile, stimolando anche gli altri Paesi.

Amici, i Paesi scandinavi, si stanno dimostrando, più di altri, culturalmente più attenti alle tematiche green, precorrendo i tempi, e la Finlandia, con la scoperta recente, potrebbe essere il Paese guida. Nella città di Vantaa, poco distante dalla capitale Helsinki, nel sud del paese, è stato realizzato, come detto prima, un impianto di riscaldamento geotermico, il primo a produrre calore in modo rinnovabile e totalmente pulito; energia pulita che viene immessa e venduta nella rete già esistente. In realtà in Finlandia l’energia geotermica non è mai stata una novità, ma ora questa scoperta costituisce un grande balzo in avanti verso un futuro più pulito e sostenibile.

L’energia geotermica, amici, è un’energia praticamente inesauribile, che fa parte integrante della vita del nostro pianeta terra; un'energia che, a differenza di quella ricavata dai combustibili fossili, non solo non si esaurisce, ma non causa alcun danno ambientale! Questa recente scoperta, dunque, non solo garantisce energia rinnovabile a lungo termine, ma pone la Finlandia come modello di riferimento per altri Paesi. Attraverso l’uso del calore terrestre, infatti, questo Paese fa da apripista ad altri (l’energia geotermica, infatti, è presente in tanti altri Paesi, anche in Italia), dimostrando come uno sviluppo economico sostenibile possa nascere da soluzioni innovative.

Il primo impianto di riscaldamento geotermico costruito a Vantaa segna dunque una importante pietra miliare nella ricerca di fonti energetiche di energia pulita. Esso rappresenta la prima integrazione del calore geotermico nelle reti di riscaldamento presenti in Finlandia. L’impianto ha una capacità produttiva di 2.600 MW all’anno, sufficiente per riscaldare un buon pacchetto di abitazioni private. Inizia, pertanto, a calare notevolmente il consumo di combustibili fossili, facendo sì che la Finlandia si avvicini sempre di più al suo ambizioso obiettivo: quello di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030.

Amici, la Geotermia sarà in futuro una soluzione versatile e pulita, che consentirà di affrontare più facilmente le sfide climatiche che ci attendono. Seppure in Finlandia il clima sia alquanto rigido (gli inverni nordici sono da sempre ben noti), con l’uso dell’energia geotermica le emissioni derivanti si sono già drasticamente ridotte, risultando inferiori del 95% rispetto a quelle prodotte dai combustibili fossili. Questo rende la geotermia una risorsa ideale per i Paesi che vogliono ridurre con determinazione le loro emissioni di carbonio.

Cari amici lettori, c'è anche un altro fattore che gioca a favore dell'energia prodotta da fonti geotermiche! Rispetto alle energie rinnovabili, prodotte con il sole e il vento, l'energia geotermica risulta stabile e utilizzabile tutto l'anno, indipendentemente dalle stagioni e dal tempo, fornendo una continuità energetica che le altre fonti rinnovabili non sempre possono garantire. Insomma, incrementare l’uso dell’energia geotermica, significa dare un contributo molto importante alla lotta globale contro il cambiamento climatico in atto, garantendo al mondo un futuro energetico stabile e sostenibile. Credo che l'esempio della Finlandia debba essere seguito da molti altri Stati!

A domani.

Mario

 

lunedì, febbraio 24, 2025

LE GRANDI VIRTÙ DELLO ZENZERO, LA PIZZICANTE RADICE ORIENTALE. ECCO LE SUE IMPORTANTI PROPRIETÀ, TRA BENEFICI E CONTROINDICAZIONI.


Oristano 24 febbraio 2025

Cari amici,

Lo ZENZERO (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae; originaria dell'Estremo Oriente, contiene principi attivi quali: olio essenziale, gingeroli e shogaoli (che le danno il gusto pungente), resine e mucillagini. Nella cucina indocinese, lo zenzero è spesso utilizzato nella preparazione di zuppe e piatti con salse, mentre In Occidente questa spezia, viene trasformata in bevanda calda, che ha un effetto drenante, digestivo e depurativo per l'intestino. Nel nostro mondo occidentale lo zenzero risulta ben utilizzato come spezia, sia in forma essiccata e polverizzata, che  come prodotto fresco ridotto in fette sottili.

Amici, questa pianta erbacea orientale si è dimostrata alquanto benefica per la nostra salute. Il suo consumo ha dimostrato di avere un grande potere antinfiammatorio, favorisce la digestione e allieva i dolori articolari e mestruali. I benefici dello zenzero sono molteplici: oltre a drenare e sgonfiare l'addome aiuta ad eliminare il senso di nausea e a difendere il sistema immunitario durante la stagione invernale. Lo zenzero, inoltre, ha evidenziato di poter anche regolarizzare alcuni parametri importanti per la nostra salute, eccoli: il livello di glucosio nel sangue e il colesterolo, e, consumata in polvere, contribuisce ad abbassare la glicemia.

Per coloro, invece, che soffrono di pressione bassa, invece, lo zenzero aiuta a ridurre la pressione del sangue, grazie alla presenza di sostanze quali, antiossidanti e anticoagulanti. Lo zenzero è anche indicato nel caso di stati febbrili, mal di gola e raffreddore; il suo consumo, soprattutto sotto forma di tisana, aiuta a combattere i sintomi influenzali, dando una mano anche al  nostro sistema immunitario. Insomma, lo zenzero per il nostro organismo risulta alquanto benefico: migliora la circolazione del sangue, allevia il mal di denti e il mal di testa, contrastando anche colite e diarrea, grazie al suo effetto riequilibrante sulla flora batterica.

Amici, ovviamente però, così come per tante altri prodotti vegetali, anche il consumo dello zenzero va sempre dosato e verificato. Se è pur vero che lo zenzero è una spezia che non ha molte controindicazioni, tuttavia, è importante ricordare che “NON È ADATTO A TUTTI”. È, in modo particolare, sconsigliato per chi soffre di calcoli biliari, poiché stimola la secrezione della bile dalla cistifellea. Inoltre, le persone allergiche a questa pianta potrebbero manifestare sintomi come eruzioni cutanee o dolori allo stomaco accompagnati da gonfiore addominale. Da ciò ne deriva che, prima di introdurlo nella nostra dieta, usare una certa cautela non guasta! Meglio consultare il proprio medico, e, comunque, iniziare con una piccola quantità.

Tornando ai benefici, una tisana allo zenzero, per esempio, può risultare preziosa per drenare e sgonfiare l'addome, riuscendo anche a migliorare il funzionamento dell'organismo nel processo di dimagrimento attuato da una persona, fornendo un aiuto all’introduzione di un'alimentazione sana. Aggiungendo, poi, alla tisana il potere antiossidante del limone, oltre ad aggiungere profumo ed aroma alla tisana, aiuta a togliere il gonfiore della pancia ed a facilitare la digestione. Quanto al “quando” bere la tisana allo zenzero, il consiglio è quello di introdurla dopo i pasti, ma può essere utilizzata anche come bevanda calda in spuntini e merende sane e genuine, accompagnate spesso da biscotti.

Cari amici, Una volta accertata la tollerabilità, credo che una tisana allo zenzero ci faccia davvero bene! Risulta molto utile anche agli sportivi e a chi vuole tenersi in forma, o semplicemente a chi adora il suo gusto leggermente piccante. Utilizziamolo, quindi, lo zenzero nella nostra dieta, o almeno come bevanda! Iniziamo al mattino, ricavandone la giusta energia per la nostra giornata: dopo pranzo per favorire il processo di digestione, e dopo cena per migliorare il sonno e rilassarci! Ci farà sicuramente bene!

A domani.

Mario

domenica, febbraio 23, 2025

IL CAFFE' È UN PIACERE, MA QUELLO CHE BEVIAMO OGGI QUANTO È BUONO? LE DIVERSE SCELTE POSSIBILI.


Oristano 23 febbraio 2025

Cari amici,

Che gli italiani siano un popolo che ama il caffè è cosa alquanto nota nel mondo, tanto che il caffè bevuto in Italia (a farla da padrone è l’espresso) è considerato il migliore al mondo. Molti pensano addirittura che l’Italia sia il Paese dove si consuma più caffè, ma ciò non corrisponde alla realtà. I maggiori consumatori di caffè nel mondo sono i popoli nordici (Svezia e Norvegia) dove si consumano ben 12 kg dei preziosi chicchi per persona all’anno, mentre  l’Italia si colloca al dodicesimo posto, consumando in media quattro caffè al giorno, in genere due a casa e due fuori - in ufficio o al bar - distribuiti in tre momenti: a colazione, a metà mattina e dopo i pasti.

La nomea che il caffè italiano era tra i più buoni, ovvero eccellente, si diffuse in particolare negli anni Settanta del secolo scorso, quando una curiosa pubblicità in TV, affidata al grande Nino Manfredi, affermava: “Il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?”. Da allora ad oggi le tecniche per la preparazione e distribuzione delle varie miscele di caffè sono cambiate moltissimo, per cui, noi oggi possiamo trovare un’infinità di caffè già confezionati, oltre alle moderne macchine che lo preparano. In questo modo ciascuno di noi può fare la sua scelta personale per trovare il caffè dal gusto più adatto. Vediamo ora di saperne di più, partendo dalla pianta che lo produce.

 
Amici, le zone dove le coltivazioni di caffè trovano il clima migliore sono: in Brasile, Vietnam, Colombia, Indonesia ed Etiopia, che offrono a questa particolare, delicata pianta condizioni climatiche ideali per la sua coltivazione; questa pianta, infatti, predilige climi umidi e temperature costanti sopra i 15°C, ma che non superino i 30°C. In questi luoghi le varietà maggiormente coltivate sono principalmente due: Arabica, molto pregiata e delicata, e Robusta, che come suggerisce il nome stesso, è più resistente. La pianta di caffè produce un frutto, il cui termine botanico è drupa, che dopo circa 9 mesi raggiunge la maturità: diventa rossa, poco più piccola di una ciliegia. Il frutto a quel punto è pronto per essere raccolto; questa operazione viene fatta meccanicamente o manualmente, se i chicchi sono particolarmente pregiati. In questo modo infatti è possibile selezionare le drupe ad una ad una in base al grado di maturità.

Dopo la raccolta, il passo successivo è ottenere il chicco di caffè, contenuto all’interno della drupa, che si ottiene liberandolo dalla polpa. Il metodo più utilizzato consiste nel far seccare il frutto al sole per 4 settimane, rimuovendo poi  meccanicamente la polpa. In questo modo, la polpa rimane a contatto a lungo con il chicco, che assorbe gli zuccheri, dando al caffè prodotto un gusto finale fruttato e dolce. Una volta essiccati, i chicchi di caffè – ancora verdi e non tostati – sono pronti per essere spediti alle torrefazioni. Una volta giunti allo stabilimento, i chicchi vengono sottoposti principalmente a tre step: la tostatura, la macinatura e il confezionamento. Questi tre processi, per salvaguardare l’aroma, sono svolti in ambiente protetto, per non disperderne i profumi.

Amici, il caffè, come ben sappiamo, contiene una sostanza stimolante del sistema nervoso centrale, che aiuta a combattere la sonnolenza, aumentare la concentrazione e dare una sensazione di energia: è LA CAFFEINA. Bere troppi caffè significa, dunque, assumere tanta caffeina, per cui nel tempo si è cercato di rimediare diminuendo la caffeina contenuta nei chicchi di caffè, creando così il caffè decaffeinato. Il caffè normale contiene una dose di caffeina che può variare tra i 60 e i 120 mg per tazzina, a seconda della varietà di caffè e del metodo di preparazione, mentre la caffeina contenuta in un decaffeinato ha una quantità di caffeina significativamente ridotta.

Cari amici, oggi la tecnologia consente di bere un ottimo caffè anche a casa, raggiungendo quasi la qualità del caffè fornito dalle grandi macchine dei bar. Farsi un buon caffè con la macchinetta di casa, usando le giuste capsule sigillate, contenenti la porzione monodose di caffè macinato, è proprio molto semplice: basta inserirle nella macchinetta e, in pochi secondi, possiamo ottenere un espresso cremoso e aromatico come quello del bar! Ciò è possibile anche per il caffè decaffeinato. Cari lettori, quanto tempo è passato dal caffè preparato da mia nonna, che, da vecchietta, trascorreva gli ultimi anni seduta vicino al fuoco! Lei, con la sua caffettiera in RAME, posta accanto al fuoco del camino, quando l'acqua era calda ci versava tre cucchiaini di caffè macinato, girava e rigirava il composto e poi lo lasciava riposare per un po'. Poi riprendeva la caffettiera e, delicatamente, ne riempiva una mezza tazzina. Era questo un rito che ripeteva diverse volte al giorno, sia da sola che con le amiche che venivano a trovarla!

A domani.

Mario

sabato, febbraio 22, 2025

UN PRIMO STOP ALLA VORACE INVASIONE DEL GRANCHIO BLU: L’INTRODUZIONE DELLA VONGOLA PORTOGHESE.


Oristano 22 febbraio 2025

Cari amici,

Che l’invasione delle specie aliene nei nostri mari sia diventato un serio problema è ormai una triste certezza. Negli ultimi anni, per esempio, nei nostri mari stiamo vivendo con grande preoccupazione l’invasione del GRANCHIO BLU, che ha già messo in crisi la pesca delle vongole, in particolare nel Delta del Po. Questa specie, fortemente invasiva, oltre a mettere in crisi il millenario ecosistema, sta mettendo in ginocchio l’economia locale (secondo le stime, il settore della pesca ha subito perdite che superano i 100 milioni di euro), con rilevanti danni sia ecologici che economici. I pescatori del Delta del Po hanno provato in ogni modo ad allontanare il granchio blu, ma senza successo; poi, finalmente, una luce è apparsa all’orizzonte, che pare capace di  dare scacco matto al granchio blu.

Gli studiosi, che da tempo sono alla ricerca di soluzioni, hanno ipotizzato, per contrastare questo terribile granchio blu, di importare (per ripopolare le zone devastate), le VONGOLE PORTOGHESI. Si è mosso anche il Governo italiano, che ha promosso un piano straordinario del valore di 54 milioni di euro, che prevede diverse fasi: dalla bonifica delle acque alla protezione delle aree di produzione, e, in particolare, proprio l’importazione delle vongole portoghesi, da utilizzare sia per il ripopolamento delle zone colpite, ma soprattutto in quanto in grado di resistere ai predatori come il granchio blu.

Si, amici, ripopolare gli allevamenti del Nord Italia decimati dal granchio blu, facendo arrivare le vongole dal Portogallo, appare oggi una valida soluzione. Pescate in banchi naturali sulla costa Atlantica, potrebbero essere immesse nel Delta del Po, andando così a rivitalizzare, con il tempo, un'economia in ginocchio. Un recente studio di Confcooperative Fedagripesca conferma la validità della soluzione ipotizzata, riaccendendo la speranza di riportare nelle tavole le vongole veraci made in Italy. Questo, dopo aver necessariamente bonificato le acque infestate dal killer e recintato adeguatamente le aree di produzione delle nostre.

Se è pur vero che le Vongole portoghesi (Cerastoderma edule), rispetto alle nostre, si sono dimostrate estremamente resistenti a condizioni avverse e a predatori come il granchio blu, avendo queste vongole una capacità di adattamento molto elevata, riproducendosi rapidamente anche in ambienti difficili, è anche vero che, in realtà, sono molto più piccole di quelle nostrane.  A differenza delle vongole veraci italiane, che stanno soffrendo la presenza del granchio blu, le vongole portoghesi, però, presentano una forte resistenza agli attacchi dei nemici come questo temibile granchio alieno.

Una caratteristica, quella della resistenza, che le rende una risorsa preziosa nelle nostre aree colpite dal granchio blu, poiché riescono a stabilirsi e riprodursi velocemente, creando popolazioni alquanto resistenti. Una delle ragioni per cui sono meno appetibili per il granchio blu è la loro struttura: formano banchi molto densi e le loro dimensioni ridotte le rendono meno attraenti come preda rispetto alle vongole veraci italiane, più grandi e vulnerabili. Lo studio prima ricordato, inoltre, ha stabilito che l’introduzione delle vongole portoghesi risulterebbe utilissima come “barriera protettiva”, impedendo al granchio blu di attaccare direttamente le colture di vongole italiane, riducendo, in questo modo. l’impatto devastante sulle risorse locali.

Conti alla mano, per far tornare attivi gli impianti già devastati, servirebbero almeno 200 quintali al giorno di vongole portoghesi, per un minimo di 10mila quintali, solo per iniziare; un quantitativo che raddoppia, se si prende in considerazione anche il polo produttivo dell’Emilia-Romagna. Ma a frenare l'entusiasmo dei produttori ci sono anche ostacoli amministrativi. La vongola portoghese, infatti, come spiega Fedagripesca, ha una taglia minima di cattura di 35 millimetri e quindi occorre una deroga per i pescatori portoghesi che consenta loro di rivendere esemplari più piccoli, adatti all'immersione nelle nostre acque.

Cari amici, purtroppo l’introduzione casuale o voluta di specie aliene continua ad essere un grande pericolo per l’equilibrio millenario sia dei mari che della nostra terra. Quanto ai modi per combattere il granchio blu e porre rimedio ai danni fatti, la soluzione delle vongole portoghesi potrebbe essere una buona opportunità per cercare di tamponare il danno fatto. Tuttavia, anche questa soluzione non è scevra da pericoli, poiché introdurre una specie non nativa potrebbe, comunque, alterare gli originari equilibri naturali. Tuttavia, considerata l’emergenza, il ripopolamento con vongole portoghesi appare, al momento, la scelta oggi più sostenibile, anche se richiede una gestione attenta dell’intervento per minimizzare i rischi.

A domani.

Mario