domenica, febbraio 23, 2025

IL CAFFE' È UN PIACERE, MA QUELLO CHE BEVIAMO OGGI QUANTO È BUONO? LE DIVERSE SCELTE POSSIBILI.


Oristano 23 febbraio 2025

Cari amici,

Che gli italiani siano un popolo che ama il caffè è cosa alquanto nota nel mondo, tanto che il caffè bevuto in Italia (a farla da padrone è l’espresso) è considerato il migliore al mondo. Molti pensano addirittura che l’Italia sia il Paese dove si consuma più caffè, ma ciò non corrisponde alla realtà. I maggiori consumatori di caffè nel mondo sono i popoli nordici (Svezia e Norvegia) dove si consumano ben 12 kg dei preziosi chicchi per persona all’anno, mentre  l’Italia si colloca al dodicesimo posto, consumando in media quattro caffè al giorno, in genere due a casa e due fuori - in ufficio o al bar - distribuiti in tre momenti: a colazione, a metà mattina e dopo i pasti.

La nomea che il caffè italiano era tra i più buoni, ovvero eccellente, si diffuse in particolare negli anni Settanta del secolo scorso, quando una curiosa pubblicità in TV, affidata al grande Nino Manfredi, affermava: “Il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?”. Da allora ad oggi le tecniche per la preparazione e distribuzione delle varie miscele di caffè sono cambiate moltissimo, per cui, noi oggi possiamo trovare un’infinità di caffè già confezionati, oltre alle moderne macchine che lo preparano. In questo modo ciascuno di noi può fare la sua scelta personale per trovare il caffè dal gusto più adatto. Vediamo ora di saperne di più, partendo dalla pianta che lo produce.

 
Amici, le zone dove le coltivazioni di caffè trovano il clima migliore sono: in Brasile, Vietnam, Colombia, Indonesia ed Etiopia, che offrono a questa particolare, delicata pianta condizioni climatiche ideali per la sua coltivazione; questa pianta, infatti, predilige climi umidi e temperature costanti sopra i 15°C, ma che non superino i 30°C. In questi luoghi le varietà maggiormente coltivate sono principalmente due: Arabica, molto pregiata e delicata, e Robusta, che come suggerisce il nome stesso, è più resistente. La pianta di caffè produce un frutto, il cui termine botanico è drupa, che dopo circa 9 mesi raggiunge la maturità: diventa rossa, poco più piccola di una ciliegia. Il frutto a quel punto è pronto per essere raccolto; questa operazione viene fatta meccanicamente o manualmente, se i chicchi sono particolarmente pregiati. In questo modo infatti è possibile selezionare le drupe ad una ad una in base al grado di maturità.

Dopo la raccolta, il passo successivo è ottenere il chicco di caffè, contenuto all’interno della drupa, che si ottiene liberandolo dalla polpa. Il metodo più utilizzato consiste nel far seccare il frutto al sole per 4 settimane, rimuovendo poi  meccanicamente la polpa. In questo modo, la polpa rimane a contatto a lungo con il chicco, che assorbe gli zuccheri, dando al caffè prodotto un gusto finale fruttato e dolce. Una volta essiccati, i chicchi di caffè – ancora verdi e non tostati – sono pronti per essere spediti alle torrefazioni. Una volta giunti allo stabilimento, i chicchi vengono sottoposti principalmente a tre step: la tostatura, la macinatura e il confezionamento. Questi tre processi, per salvaguardare l’aroma, sono svolti in ambiente protetto, per non disperderne i profumi.

Amici, il caffè, come ben sappiamo, contiene una sostanza stimolante del sistema nervoso centrale, che aiuta a combattere la sonnolenza, aumentare la concentrazione e dare una sensazione di energia: è LA CAFFEINA. Bere troppi caffè significa, dunque, assumere tanta caffeina, per cui nel tempo si è cercato di rimediare diminuendo la caffeina contenuta nei chicchi di caffè, creando così il caffè decaffeinato. Il caffè normale contiene una dose di caffeina che può variare tra i 60 e i 120 mg per tazzina, a seconda della varietà di caffè e del metodo di preparazione, mentre la caffeina contenuta in un decaffeinato ha una quantità di caffeina significativamente ridotta.

Cari amici, oggi la tecnologia consente di bere un ottimo caffè anche a casa, raggiungendo quasi la qualità del caffè fornito dalle grandi macchine dei bar. Farsi un buon caffè con la macchinetta di casa, usando le giuste capsule sigillate, contenenti la porzione monodose di caffè macinato, è proprio molto semplice: basta inserirle nella macchinetta e, in pochi secondi, possiamo ottenere un espresso cremoso e aromatico come quello del bar! Ciò è possibile anche per il caffè decaffeinato. Cari lettori, quanto tempo è passato dal caffè preparato da mia nonna, che, da vecchietta, trascorreva gli ultimi anni seduta vicino al fuoco! Lei, con la sua caffettiera in RAME, posta accanto al fuoco del camino, quando l'acqua era calda ci versava tre cucchiaini di caffè macinato, girava e rigirava il composto e poi lo lasciava riposare per un po'. Poi riprendeva la caffettiera e, delicatamente, ne riempiva una mezza tazzina. Era questo un rito che ripeteva diverse volte al giorno, sia da sola che con le amiche che venivano a trovarla!

A domani.

Mario

Nessun commento:

Posta un commento