Oristano 12 dicembre 2023
Cari amici,
Quando diversi lustri fa
decisi di raccontare la mia infanzia di “figlio della guerra”, essendo nato praticamente al termine della Seconda guerra mondiale, lo feci dopo grande
meditazione. La mia fanciullezza si era svolta in un periodo nel quale mancava
tutto, anche il necessario per consumare un pasto frugale (figuriamoci se c'erano i giocattoli
e tutto il resto). La mia decisione di descrivere la mia infanzia fu sofferta, presa dopo una profonda
riflessione.
Ero afflitto da mille
timori, oscure paure difficili da superare, perché parlare di sé stessi credo non
sia mai stata una cosa facile, figuriamoci mettere la propria vita "nero su bianco" in un libro! La bozza
del difficile libro la tenni nel cassetto un paio d’anni, praticamente fino a che non ero
riuscito a superare i timori iniziali. Una volta presa la decisione accompagnai
il racconto con una prefazione, dove spiegai le mie ansie e le remore a scriverlo, che però ero riuscito
a superare.
Il libro in effetti
racconta, per filo e per segno, la mia infanzia travagliata, e per titolo scelsi
semplicemente il mio nome: “MARIEDDU, ricordi di gioventù”; Marieddu, diminutivo
di Mario, è il nome con cui tutti mi chiamavano da ragazzino e gli anziani
anche ora. Il titolo lo accompagnai con il seguente sottotitolo: “Bauladu e…dintorni,
frammenti di vita quotidiana nella
Sardegna del dopoguerra, nei ricordi di un ragazzo che ‘non vestiva alla
marinara’”. Oggi Marieddu è il più letto dei 10 libri che ho scritto.
Amici, parlare della vita
degli altri è spesso ben più semplice che parlare della propria. Parlare di sé
stessi, magari di fronte ad un uditorio, è sempre stato un compito
difficilissimo, arduo da svolgere anche dalle persone di provata esperienza,
figuriamoci raccontarsi senza remore per iscritto! Facendo la prefazione al
libro citato prima, Marieddu, scrissi che “Due erano le ragioni più
profonde che mi avevano spinto a mettere in piazza i miei ricordi personali,
superando quella riservatezza e quel pudore che ci porta, invece, a custodirli
gelosamente dentro di noi”.
La prima ragione è che
mettendoli per iscritto ho potuto rivivere, anche intensamente, momenti per me
non solo significativi ma anche formativi. Tornando con la mente indietro nel
tempo mi sono rivisto ragazzo, esuberante e sognatore, che non accettava passivamente
di stare a guardare, ma era fortemente determinato a raggiungere il compimento
dei suoi sogni, i suoi traguardi. Ero convinto che con determinazione, lottando, sarei arrivato, seppure con mille sacrifici, alla meta.
La seconda ragione è
certamente più importante della prima. Mi è sembrato giusto far conoscere ai
giovani di oggi un mondo a loro sconosciuto, tanto diverso da quello che vivono
oggi; in circa mezzo secolo la vita è tanto cambiata: loro vivono in un pianeta totalmente diverso! Mi è
sembrato utile far conoscere loro dei “fotogrammi” di un modo di vivere ormai
scomparso, che sembra, oggi, appartenere ad un passato remoto, mentre invece è
ancora dietro l’angolo, ancora così vicino a noi: dagli anni ’50 ad oggi, come
dicevo, è passato solo poco più di mezzo secolo, anche se sembrano anni luce.
Amici, lo scopo di questo
libro, a parte il fatto che è riuscito a sbloccare le mie remore convincendomi
a “raccontarmi, a parlare di me”, è stato quello di voler trasmettere ai
giovani un messaggio forte e chiaro: non piangetevi addosso, lottate per
arrivare alla Vostra meta, senza tentennamenti o paure. C’è chi lo ha fatto
prima di Voi, in condizioni più precarie; per Voi sarà molto più semplice se vi
accompagnerà la speranza. La Vostra, rispetto a ieri, è una condizione di
privilegio, tanto diversa da quella dei Vostri genitori o dei Vostri nonni. È
confrontandovi con il passato che il presente può essere da Voi vissuto con
maggiore consapevolezza, e il futuro programmato con maggiore attenzione e
determinazione.
Amici, dopo questo primo
libro il mio coraggio, oramai, aveva superato le remore! Si, volli dare anche
un seguito a “Marieddu” (che io considero il racconto della mia formazione), scrivendone
un altro sulla mia successiva realizzazione nella vita. L’ho intitolato “TRACCE,
ORME FRAGILI NEL CAMMINO DELLA VITA”, partendo dalla considerazione che nel
nostro percorso di vita contano non i passi che facciamo ma le tracce che
lasciamo! Nel libro, che riporta il mio percorso nella vita sociale e
lavorativa, metto a fuoco i diversi personaggi con i quali ho avuto a che fare; figure che in me hanno lasciato delle tracce anche profonde, sia in positivo che in
negativo. Personaggi che hanno, comunque, contribuito alla mia realizzazione, lasciando
tracce indelebili su di me.
Cari amici lettori, credetemi
sono felice di essere riuscito a superare le remore insite in tutti noi, quelle
del “mostrarci senza timore per quello che realmente siamo”, con tutti i nostri
difetti e i nostri pregi. Sono sicuro che questa mia riflessione può stimolare
anche Voi a farlo! Non abbiate paura, ascoltate gli altri e parlate di Voi
senza remore; ognuno di noi dal dialogo senza remore può trarne riflessione o
insegnamento, perché nella vita si può apprendere a tutte le età e da qualsiasi
età! Anche oggi io, nonostante la mia non più giovane età, curioso come sono,
continuo nella strada della conoscenza, e ho ogni giorno il piacere di
apprendere da giovani e meno giovani! Il mio invito, dunque, è questo: “Coraggio, non
abbiate mai paura di raccontarvi”!
A domani.
Mario
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