Oristano 31 agosto 2023
Cari amici,
Voglio chiudere i post di agosto parlando con Voi di futuro, in particolare quello delle nuove generazioni. Gli ultimi dati sulla “DE-NATALITÀ”
da allarmanti stanno diventando angoscianti. In campo previdenziale di recente l’ex
Presidente dell’INPS Tito Boeri in un’intervista ha dichiarato: “Per mantenere
il rapporto tra chi percepisce una pensione e chi lavora su livelli
sostenibili, è cruciale il numero di immigrati che lavoreranno nel nostro
Paese”. Continuando ha poi aggiunto: “Non possiamo pensare di fare a meno
dell’immigrazione, anche se la scelta appare drammatica (noi italiani il
fenomeno migratorio lo conosciamo bene, venendo da generazioni di migranti); un
declino demografico accentuato come il nostro, che ha di fronte una prospettiva
di avere un pensionato per ogni lavoratore, metterà in crisi il sistema pensionistico, che arriverebbe presto al collasso".
Molti italiani forse non
sanno che nel nostro sistema pensionistico, che funziona per ripartizioni, sono i contributi degli attuali lavoratori che vengono utilizzati per pagare gli attuali pensionati; ciò significa che ogni lavoratore si deve mettere sulle sue spalle la pensione di un pensionato. E in
passato, come ben sappiamo, i trattamenti pensionistici erano molto più
generosi di quelli che invece arriveranno alle future generazioni. “È molto
importante, dunque – ha concluso Tito Boeri - che arrivino immigrati e che paghino i
contributi. È importante, direi vitale, per permettere la sostenibilità del nostro sistema
previdenziale”.
Nell’Unione Europea ci
sono 34 milioni di persone straniere, che costituiscono il 6,7% della
popolazione complessiva. I Paesi con più stranieri sono la Germania, il Regno
Unito, oltre all’Italia, mentre in alcuni Paesi più piccoli come la Svizzera queste
percentuali sono ancora più elevate anche se prevalentemente riferite a
persone provenienti da Paesi europei limitrofi. Nei Paesi del Nord Europa gli
immigrati mantengono dei tassi di occupazione piuttosto elevati (in Germania
c’è un tasso di occupazione degli immigrati prossimo al 63%, nel Regno Unito
siamo prossimi al 70%).
Oggi in Italia ci sono
circa 5 milioni di persone residenti in Italia di origine straniera. L’incidenza
degli stranieri sulla popolazione era in passato del 3,8%, mentre oggi è dell’8,2%,
superando la media europea, che è del 6,7%. Ovviamente non stiamo semplicemente
parlando di fenomeni migratori da Paesi più poveri o in guerra, ma stiamo parlando
di fenomeni migratori su tutte le direttrici. Le previsioni dell’Istat ci
dicono che questa incidenza andrà aumentando. In dieci anni dovrebbe
raggiungere almeno il 13%. Su 5 milioni di residenti stranieri, 3 milioni e 460
mila sono contribuenti: ovvero contribuiscono al fisco e alle assicurazioni sociali.
Eppure, amici, molte persone
e molte aziende sono convinte che non sono gli stranieri quelli da inserire nei
processi lavorativi ma i ROBOT! I Robot, dunque, al posto delle persone? Il
dilemma è: l'economia globale ha bisogno dell'immigrazione o dell'automazione? Secondo
studi importanti, preferire i dispositivi tecnologici (Robot) alle persone è un errore. Porta il
mondo a perdere i reali vantaggi economici e umanitari che deriverebbero dal
lasciare che le persone si spostino dove c'è bisogno di loro, invece di cercare
di inventare macchine che possano sostituire gli esseri umani.
D’accordo che l’epoca tecnologica che stiamo vivendo
sforna macchine capaci di sostituire tantissimi lavoratori; già oggi i robot operano
nelle fabbriche, guidano auto senza conducente, governeranno uffici e imprese e
domani l'intelligenza artificiale governerà anche settori dello Stato. Politici
e analisti si preoccupano delle conseguenze di questi progressi, temendo i
danni che saranno arrecati alle industrie e agli individui. Il ritmo del
cambiamento sembra irrefrenabile: le nuove tecnologie, viene sostenuto con
forza, cambieranno le società. Tutto ciò che si può fare, però, è capire come
affrontarlo al meglio questo cambiamento.
Amici, se è pur vero che la
tecnologia ha migliorato radicalmente la vita dell'uomo, l’uomo deve restare il
perno su cui tutto ruota! L'automazione, stiamo attenti, non è inevitabile, è
una scelta. Una scelta che non può e non deve ignorare che milioni di persone
sono in diverse parti del mondo senza lavoro e migrano. Che farne? Ignoriamo le loro esigenze, dando la precedenza
alle macchine senza pensare a cosa, in realtà, potrebbe succedere dopo? L'automazione
esagerata, stiamo attenti, potrebbe essere più un problema che una soluzione!
Cari amici, la mia non è
certo un’opinione importante, ma personalmente sono convinto che preferire i Robot
alle persone è un errore madornale! Porta il mondo a perdere i reali vantaggi
economici e umanitari che deriverebbero dal lasciare che le persone si spostino
dove c'è bisogno di loro, invece di cercare di inventare macchine che possano
sostituire gli esseri umani. Se siamo al mondo convinti di essere persone, con quei sentimenti che nella vita sociale significano anche altruismo e collaborazione reciproca, la scelta appare ovvia.
L’intelligenza artificiale, pensiamoci seriamente, deve contribuire a creare nel mondo il benessere di tutti, non
quello dei pochi che continuano a guadagnare sulla pelle degli altri!
A domani.
Mario