Oristano 27 agosto 2023
Cari amici,
Il nostro pianeta è
sicuramente in crisi. Aumenta in modo inusuale la temperatura dei mari, i
ghiacci iniziano a sciogliersi, specie marine aliene attraversano l’oceano per
riversarsi sui nostri mari, siccità in alcune regioni e clima tropicale in
altri, stanno mettendo a dura prova la tranquillità di molti cittadini del
mondo. È una preoccupazione reale, perché il destino ambientale del pianeta
appare in questo momenti alquanto in pericolo. In particolare la preoccupazione assale le persone più
giovani e quelle più sensibili ai temi legati alla salute del pianeta.
Questo stato di preoccupazione
crea mancanza di serenità, e un tipo particolare di ansia detta “ansia
climatica” che può manifestarsi con sintomi specifici di stress. Certo,
ogni individuo esprime questa preoccupazione in modo personale, ma i sintomi,
nella generalità, possono sintetizzarsi in tutta una serie di manifestazioni/preoccupazioni,
che derivano dalla paura di vivere in un mondo sempre più malato, inadatto e
pericoloso per il benessere in particolare delle generazioni future. Ecco i
sintomi più frequenti.
1- nervosismo e ansia
legati all’impatto dei propri comportamenti sull’ambiente, alla propria
responsabilità nell’aiutare ad affrontare i problemi ambientali, a notizie che
riguardano il clima e i cambiamenti climatici. 2 crisi di ansia quando si
affrontano tematiche sull’ambiente, difficoltà a non pensare ai problemi
associati al cambiamento climatico, nonché il non riuscire a fermare o
controllare le preoccupazioni per l’ambiente; 3- prendere decisioni radicali
sulla propria vita, come ad esempio il non avere figli perché potrebbe non
essere etico o sostenibile per le risorse disponibili del pianeta; 4- difficoltà
a vivere serenamente le situazioni sociali con la famiglia e gli amici,
difficoltà a concentrarsi nel lavoro e/o nello studio, difficoltà a dormire; 5-
solastalgia, stato caratterizzato da emozioni di nostalgia, senso di
perdita, ansia, disturbi del sonno, stress, dolore, depressione, pensieri
suicidi e aggressività. La solastalgia in genere si può provare quando la propria
casa o l’ambiente vicino vengono distrutti da eventi naturali improvvisi.
Oramai gli sconvolgimenti
climatici recenti (quelli di quest’estate, per esempio) come grandine in piena
estate, temporali violenti, trombe d'aria in città, caldo estremo anche in
montagna, alluvioni improvvise, sono fenomeni che stanno incidendo sempre più
sullo stato d'animo della popolazione mondiale. Alcuni hanno addirittura sviluppato
un senso di ansia e nervosismo che crea uno stato di malessere psicologico,
definita proprio “Eco ansia” dagli specialisti del settore. Questo sentirsi impotenti
di fronte alle numerose e costanti manifestazioni del cambiamento climatico,
alimenta una profonda sensazione di disagio e di paura, in particolare per il
futuro. Avvenimenti drammatici, che impattano sulla psiche umana.
Ad avere la maggiore
preoccupazione sono le persone impegnate in attività lavorativa strettamente
legata alle condizioni climatiche: gli agricoltori, gli allevatori e i
pescatori; oltre alle popolazioni indigene che toccano con mano gli effetti
dello sfruttamento di risorse delle aree naturali in cui vivono. Ricerche
effettuate dalla Union of Concerned Scientists hanno stimato che tra il
25 e il 50% delle persone che hanno subito le conseguenze di disastri
meteorologici, subiscono effetti sulla salute mentale; inoltre, secondo i dati dell’American
Psychological Association, i sopravvissuti a disastri naturali manifestano
un aumento notevole di depressione, disturbo da stress post-traumatico, ansia e
suicidio.
Cari amici, cosa
consigliare, dunque, a chi soffre in modo particolare di eco-ansia?
Innanzitutto, secondo gli esperti, il consiglio principale è quello di ridurre
l’esposizione alle notizie dei media durante la giornata; inoltre sarebbe bene
impegnarsi anche con piccole cose ad arginare gli effetti del cambiamento
climatico, come ad esempio utilizzare i mezzi pubblici, acquistare locale,
effettuare la raccolta differenziata, sensibilizzare le persone a noi vicine ad
adottare comportamenti similari. Risulta utile anche trascorrere il tempo
libero in un parco, a contatto con la natura e fare esercizio fisico all'aria
aperta. Tutti strumenti adatti per uscire dall'eco ansia.
A domani.
Mario
Più che di riscaldamento globale bisognerebbe parlare di raffreddamento globale, visto che molti oceanografi temono che una delle componenti della Corrente del Golfo, l'AMOC, stia per collassare! Ma non è finita: con l'attività solare al minimo ( https://electroverse.info/global-warming-the-fingerprints-of-failure/ ) si ha un raffreddamento globale, non un aumento! La partita è fatta con carte truccate!
RispondiEliminaSaluti!