Oristano 29 agosto 2023
Cari amici,
Siamo arrivati ad una moderna spartizione del
mare! Acque internazionali, acque territoriali, Zone Economiche Esclusive e
confini marittimi: imperversa giorno dopo giorno il “risiko del mare”, ovvero il
sistema con cui gli Stati si stanno spartendo i mari ben al di là della fascia
costiera, in modo da poter ampliare il proprio controllo delle acque. Questo pericoloso
fenomeno prende il nome di territorializzazione del mare, e, come nel caso che
sto per riportare, la Sardegna ne esce terribilmente penalizzata. Come tuona
Mauro PILI, “L’Algeria si frega il mare sardo”!
La Repubblica democratica
d’Algeria, infatti, allo scopo di estendere la superficie di mare d’interesse
economico intorno alle proprie coste, ha proclamato unilateralmente una ZONA
ECONOMICA ESCLUSIVA (ZEE) al largo delle proprie coste; con un provvedimento
formale (Presidential decree N. 18-96 of 2 RAJAB A.H. 1439) depositato presso
il segretariato UNCLOS: la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del
mare. Questo allargamento, pensate, arriva a lambire le acque territoriali
italiane! La Convenzione ONU, nota anche come Montego Bay Convention, dal nome
della località della Giamaica dove il 10 dicembre 1982 venne firmata, è entrata
in vigore il 16 novembre 1994, ovvero un anno dopo la firma della Guyana quale
sessantesimo Stato contraente della Convenzione medesima.
L’estensione della
superficie di mare d’interesse economico algerino arriva, come detto, a lambire le acque territoriali
italiane che - come noto - si estendono per 12 miglia nautiche a partire dalla
linea di base. Come riporta Aurelio Caligiore su GreenReport.it, la Zona
economica esclusiva algerina non tiene in alcuna considerazione la proclamata “Zona
di protezione ecologica italiana”, avvenuta ai sensi dell’articolo 1, della
legge 8 febbraio 2006, n.61, che istituisce la Zona di protezione ecologica del
Mediterraneo nord-occidentale, del Mar Ligure e del Mar Tirreno, nel rispetto
della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, a partire dal
limite esterno del mare territoriale italiano, con esclusione dello stretto di
Sicilia e fino ai limiti stabiliti dal decreto istitutivo. Questa non meglio
definibile anomalia - almeno per ora non riscontrabile in altre aree del
Mediterraneo, fortunatamente - andrebbe risolta quanto prima.
Sul piano pratico, l’eventuale
mancata risoluzione della controversia in atto creerebbe, infatti, non poche
incertezze nella gestione degli spazi marittimi da destinare, ad esempio, allo
sfruttamento energetico della risorse, da quelle della pesca a quelle delle
energie rinnovabili come quella eolica, notoriamente abbondante nei mari del
versante occidentale che circondano la Sardegna. Si fa molta fatica, infatti, a
credere che la Sardegna, isola fra le più grandi del Mediterraneo, col mare
più bello d’Italia, si trovi ad essere stata considerata come un semplice
scoglio e, allo stato attuale, visto che con la ZEE algerina si ritrova con le
coste sud-occidentali sostanzialmente circondate, proprio come se fosse un piccolo,
insignificante scoglio!
Cari amici, non ho parole
per ribadire la mia amarezza sul nostro triste destino di abitanti di quest’isola
che meriterebbe ben di più di quello che ha! Quello che penso è che, forse,
anche questa volta per “Ragioni di Stato” (purtroppo è sempre avvenuto per tante ragioni), l’isola sarà sacrificata e i sardi dovranno
accettare anche questa ignominia! Io spero proprio di no, ma conoscendo i
precedenti….
A domani.
Mario
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