giovedì, ottobre 31, 2024

LE “PANADAS”, UN ECCELLENTE PRODOTTO DELLA CUCINA SARDA DALL'ANTICA ORIGINE: FORSE ROMANA, EBRAICA O ADDIRITTURA NURAGICA!


Oristano 31 ottobre 2024

Cari amici,

Sulle origini della PANADA, quel particolare piatto sardo a forma di cestino ripieno, realizzato con una particolare pasta e che viene poi riempito con diversi ingredienti come carne di agnello, oppure anguille e diverse verdure, non vi è proprio certezza. C’è chi afferma che le Panadas siano un cibo di origine romana (lo stesso nome discendente del latino “Panem”), e chi, invece, come lo studioso ebraico  Pinhás Ben Abrahamle, deciso assertore che le Panadas trovano le loro radici nell’antica tradizione ebraica, quando gli ebrei, in fuga dalle persecuzioni, utilizzavano questo particolare “cestino di pane” ripieno di carne, o di anguille con  degli ortaggi, come cibo di sopravvivenza.

Gli studiosi dell’antica storia e cultura della Sardegna sono invece convinti che “Sa Panada” è la prosecuzione di un’antichissima ricetta che risale addirittura alla civiltà nuragica! Fin dal Neolitico e fino all’età del Bronzo, nell’isola risulta esserci stato uno sviluppo importante, sia culturale che culinario d’eccellenza. Secondo questi studi la Panada veniva preparata e consumata in modo simile a quello attuale: un involucro di pasta, ripieno di uva passa e carne d’agnello (in alcune ricette si impiegava l’anguilla); una particolare preparazione consumata specialmente dai pastori. Per moltissimo tempo, infatti, questo piatto è stato la base dell’alimentazione pastorale.

Quanto all’attuale termine “PANADA”, esso risulta utilizzato solo a partire dal XV secolo, derivato dalla lingua spagnola (che allora dominava la Sardegna), quasi certamente proprio dall’EMPANADA spagnola. Gli spagnoli, importando da noi la loro ricetta, cercarono di cambiare la nostra modificando gli ingredienti (al posto della carne, iniziavano ad essere utilizzati vari pesci e legumi), ma i sardi non apprezzarono particolarmente le modifiche alla ricetta originale, preferendo quella nostrana.

Amici, la Panada, comunque, ha varcato i secoli, ed è arrivata fino a noi, anche se con tante varianti nella sua composizione. Proviamo a vedere le più importanti. che variano notevolmente da zona a zona. I comuni più noti per le Panadas sono quelli di Assemini, Oschiri e Cuglieri. Tra queste, la più famosa è “Sa Panada” di Assemini, che recentemente è entrata nell’Elenco Nazionale dei prodotti tradizionali. Questa certificazione attesta qualità e origine della specialità della cittadina, posta a pochi km da Cagliari.

Ad Assemini la prima sagra de Sa Panada risale al 1987 e continua a tenersi nel primo fine settimana di settembre. Si tratta di un momento importante nel percorso di conoscenza di questo eccellente prodotto. Anche Roberto Pili, medico facente parte dell’associazione Comunità mondiale della Longevità, ha avuto modo di confermare la qualità e bontà di questa gustosa pietanza: “SA PANADA – ha affermato Pili - è da considerarsi alla stregua di un bene culturale-antropologico, che riassume le esigenze nutrizionali di un pasto completo: un vero e proprio gioiello della dieta sardo-mediterranea, una riuscita sintesi tra gusto e salute“.

Per la curiosità e la conoscenza da parte di Voi lettori, ecco come è realizzata Sa Panada asseminese. Ha una forma rotonda, quasi come una pentola, ed è costituita da una grande sfoglia di pasta lavorata che funge da recipiente. I bordi sono alti dai 5 ai 10 centimetri e all’interno viene riposto il gustoso ripieno, rigorosamente crudo. Per quanto riguarda il condimento, può essere a base di anguille o di carne d’agnello, con l’aggiunta di patate o carciofi, pomodori secchi e olio extravergine d’oliva. Ovviamente, in base alla stagione, le verdure possono variare: nei mesi primaverili Sa Panada può essere gustata anche con favette e piselli.

Amici, anche la preparazione di questo ottimo piatto non è tanto difficile. Ecco i passaggi della preparazione. Si parte dell’impasto; si versa in una ciotola la farina di semola, si unisce lo strutto e si inizia a impastare; poco a poco, aggiungendo l’acqua salata. Dopo aver lavorato il composto, fino a ottenere un impasto liscio e compatto, si  forma una palla che viene lasciata riposare per un’ora in frigorifero. Al termine con questa pallina si prepara una sfoglia che sarà la base della Panada, collocandola all’interno di una teglia; si alzano con le dita poi i bordi e si versa olio, sale, pepe, prezzemolo e aglio. Si aggiunge poi il contenuto: patate, verdure, carne d’agnello o anguille sopra i condimenti. 

Al termine, si chiude la Panada con un coperchio di pasta, sigillato con le dita. Al termine Sa Panada viene infornata a 180/190 gradi per almeno 90 minuti. Terminata la cottura, viene steso un velo di strutto di maiale così da conferirle maggiore lucentezza. Una volta pronta, si consiglia di gustarla tiepida, accompagnandola con un buon vino: magari un Vermentino di Gallura!

Cari amici, come ho scritto tante altre volte, la Sardegna è uno straordinario scrigno, pieno di ricchezze anche alimentari, e Sa Panada (io propendo per la tesi che quella attuale è la prosecuzione di una nostra ricetta nuragica) è uno di questi nostri gioielli. Facciamo in modo di farli conoscere questi tesori, queste prelibatezze culinarie, ai nostri visitatori!

A domani.

Mario

Nessun commento:

Posta un commento