Oristano 23 dicembre 2023
Cari amici,
Il “MES”,
abbreviazione di “Meccanismo europeo di stabilità”, è un particolare
intervento finanziario creato, sulla scia degli interventi resisi necessari nella
crisi del debito sovrano del 2010, per concedere a condizioni prestabilite assistenza finanziaria ai Paesi membri in difficoltà. Fu istituito nel 2012,
con un trattato intergovernativo, per concedere finanziamenti a quei Paesi in serie difficoltà finanziarie. L’approvazione dell’Italia avvenne durante il Governo
tecnico di Mario Monti. A Montecitorio l'ok arriva con 325 voti favorevoli, 53
contrari, 36 astenuti e 214 assenti. Tutti i 168 deputati del Pd presenti
votano a favore, così come 83 parlamentari del Popolo della Libertà, 30
dell'Unione di Centro e 14 di Futuro e Liberà.
Il MES è guidato da un Consiglio
dei Governatori, composto dai 19 ministri delle Finanze dell'area dell’euro,
e assume all'unanimità le principali decisioni. Ha un capitale sottoscritto di
704,8 miliardi di euro (80,5 miliardi già versati), con una capacità di prestito di 500
miliardi. L'Italia, terzo socio dopo Germania e Francia, ne ha sottoscritto il
capitale per 125,1 miliardi, versandone oltre 14,3 miliardi. Questo strumento
fu riformato nel 2021 (dopo la pandemia), ma, seppure praticamente tutti gli
Stati europei ne abbiano approvato la riforma, manca l'Italia, che a tutt’oggi è l’unico
Paese che continua a rimandarne la ratifica.
Fino ad ora il MES è
intervenuto in aiuto di Irlanda, Portogallo, Cipro, Spagna e Grecia (per 295
miliardi totali considerando anche gli interventi dal 2010). Questo strumento
di assistenza agli Stati, in realtà entra in gioco anche nelle crisi bancarie, un passaggio centrale questo, per completare l'Unione bancaria europea. Si prevede, tra
l'altro, che il MES possa fare da mediatore tra Stati e investitori privati,
nel caso servisse la ristrutturazione di un debito pubblico.
Nel dicembre 2022, dopo
che la Germania (dopo aver ricevuto l'Ok della Corte Costituzionale tedesca) approvò la ratifica del MES, l'Italia restò l’unico
dei Paesi della zona Euro a non aver approvato la riforma. La realtà è che, per far decollare
il meccanismo, l'unanimità è necessaria! Il governo italiano, dunque, deve
decidere se ratificare il trattato, scartando le contrarietà e i dubbi posti da una parte dei partiti della maggioranza, oppure DIRE NO e mandare al macero un testo già
approvato da tutti gli Stati europei. Per ora il nostro Paese continua a
rimandare la ratifica della riforma.
Numerose, come si può immaginare, sono state le polemiche in campo politico, che hanno accompagnato la richiesta di ratifica della riforma; anche tra le
forze politiche dell’attuale maggioranza ci sono state e permangono divisioni di non poco conto. Di
recente, proprio a ridosso delle imminenti festività natalizie, alla Camera si
è concretizzato l’ennesimo “NO” alla ratifica della riforma del MES, creando
perplessità, dubbi e malumori all’interno dell’Unione Europea. Tante sono state
le ripicche tra i vari schieramenti politici, con ripetuti rimpalli di
responsabilità. Per ora si rimanda...ma il momento della verità si ripresenterà ad
inizio 2024. Vedremo cosa succederà.
Amici, con il no del
Parlamento alla ratifica delle modifiche al MES, l’Italia resta totalmente isolata in
Europa, e questo appare un dato fortemente negativo. Come prima conseguenza, per ora, il nostro sistema bancario appare "privo di un’assicurazione".
La via d’uscita per l'Italia potrebbe essere la presentazione di una proposta sul vero punto critico del
Meccanismo: la sua GOVERNANCE. Ci sono state delle proposte della Commissione Europea per
inserire il MES all’interno della legislazione comunitaria, ma finora sono state tutte respinte.
Se l’Italia è convinta che il MES sia uno strumento
utile, anche se ha necessità di ulteriore riforma, il governo di Giorgia Meloni
dovrebbe far sapere chiaramente all'UE i motivi che le impediscono di approvare il MES così com'è, lavorando alacremente per presentare una proposta di riforma da portare avanti e chiederne l'approvazione.
Cari amici, rendere più
sicuro il sistema bancario europeo credo che sia interesse di tutti, perché il
default in uno Stato, in tempi brevissimi può contagiare tutti gli altri. Credo
che l’Italia, anziché intervenire con proposte positive motivate, stia comportandosi, in questo momento, come un riottoso Don Chisciotte che lotta contro i mulini a vento!
A domani.
Mario
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