Oristano 12 dicembre 2020
Cari amici,
Sul forte gradimento mostrato
dai giovani nei confronti di Internet e in particolare delle piattaforme
digitali, credo che non via dubbio alcuno, tanto che diversi sono gli studi,
già effettuati ed in corso, per comprenderne l’evoluzione. Un recente studio,
portato avanti dall'Osservatorio scientifico della “No profit Social
Warning-Movimento Etico Digitale”, proprio nel periodo in cui la pandemia
per il Covid-19 aveva già reso lo smartphone l'unico mezzo di comunicazione con
il mondo esterno, ha rilevato dati a dir poco allarmanti. Otto ragazzi su 10,
tra gli 11 e i 18 anni trascorrono due mesi all'anno sui social network, ovvero
circa quattro ore al giorno!
Trascorrere ben 4 ore al giorno
davanti agli schermi di smartphone e device digitali risulta essere un tempo
lunghissimo, sottratto ad occupazioni certamente più proficue, come nuove
esperienze culturali, relazionali, sportive e quant’altro, e che, spesso vede i
genitori impotenti e incerti sul da farsi per cercare di cambiare le abitudini
dei ragazzi. Genitori spesso disperati, come ad esempio Nicoletta, mamma di una
ragazza adolescente che lamenta: “È sempre in camera con smartphone,
tablet e computer. Dice che lì ha tutto quello che le serve e che non devo
rompere. Non so cosa fare, vedo solo disperazione e sofferenza”.
Sofferenza che attanaglia
genitori e ragazzi allo stesso tempo, come Giorgia, per esempio, che ad appena
16 anni confessa candidamente che impazzirebbe se le fossero proibiti i social.
Un consumo, quello dei social, che crea piacere ma che si trasforma spesso in
una vera e propria dipendenza, di cui, tra l’altro, i ragazzi appaiono più
consapevoli di quanto si pensi. Secondo le stime raccolte da Social Warning il
33% degli adolescenti è cosciente di fare un uso eccessivo dei social, il 52%
ha provato invano a ridurre il tempo passato davanti agli schermi e ai media
digitali. E l’assuefazione, purtroppo, non è scevra di pericoli: provoca
irritabilità, esattamente come avviene per altre dipendenze; un ragazzo su due
dichiara di scattare o rispondere male se disturbato mentre è alle prese con il
proprio smartphone.
“Sempre più genitori - spiega il
referente dell’Osservatorio Scientifico per Social Warning Ceccone -
descrivono i propri figli come irascibili, nervosi e aggressivi specialmente
quando viene chiesto loro di interrompere l’uso dei device. Questo aumento
dell’aggressività nasce dall’eccessivo techno-stress a cui sono esposti e dalla
dipendenza dagli strumenti digitali”. Insomma, una dipendenza che si sta
rivelando sempre più pericolosa per i nostri ragazzi. Si, amici, una patologia
sempre più diffusa che già viene chiamata “FOMO” acronimo della frase
inglese “Fear of missing out”, che letteralmente significa “Paura di
essere tagliati fuori”. È questa la nuova ansia che cova all’interno dei nostri
giovani, uno stato di tensione e frustrazione sempre più diffuso, causato ai
nostri ragazzi dal flusso costante di dati e contenuti, spesso evanescenti,
pubblicati in tempo reale su social network e media digitali. Per gli psicologi
questa patologia è uno dei primi passi di quello che sta diventando un problema
epocale e generazionale: la dipendenza da smartphone. Un problema che
evidentemente non riguarda solo i più giovani, ma che colpisce in special modo
adolescenti e nativi digitali.
Davide Dal Maso, il
giovane fondatore di Social Warning, ha elaborato quattro consigli per le
famiglie per evitare la dipendenza dai social. Il primo suggerisce di
prestare attenzione al tempo di uso dei social da parte dei ragazzi. Esistono
numerose funzionalità e app che permettono di tenere traccia delle ore passate
davanti allo schermo, è possibile anche impostare notifiche o blocchi quando si
eccede un determinato numero di ore (utile specialmente nel caso di dispositivi
utilizzati dai più giovani). Il secondo è quello di stabilire delle “no-smartphone-zones”:
creare delle vere e proprie zone della casa dove il telefono “non può entrare”,
può dare un aiuto significativo nel limitarne l’uso. È vietato anche tenere il
telefono sul tavolo durante i pasti. Il terzo è quello di tenere lontano
il telefono quando si è alla guida di un’auto, mentre il quarto è quello
di disattivare le notifiche. Questi 4 consigli costituiscono un modo semplice
ed efficace per frenare il circolo vizioso che spinge a controllare il telefono
in continuazione.
Cari amici, l’idea del
giovane Dal Maso appare semplice e allo stesso tempo efficace. A due anni dalla nascita e grazie al lavoro
di 150 formatori volontari, la no-profit ha raggiunto, tramite incontri in
presenza e corsi e-learning, oltre 35mila ragazzi e 13mila genitori,
sensibilizzandoli su come approcciare la rete in maniera corretta. Ora De Maso ha
lanciato una campagna nazionale di sensibilizzazione contro la dipendenza da
smartphone (è stato già attivato un crowdfunding, #consapevolidigitali, con
l’intento di poter lavorare nelle scuole sulla dipendenza e con l’obiettivo di
raccogliere fondi per raggiungere cento nuove scuole in tutta Italia, anche in
modalità di e-learning). Il Movimento punta a formare anche migliaia di
genitori per affrontare insieme tematiche legate ai Social Network, ai rischi
(fake news, cyberbullismo) e alle opportunità (influencer, e-commerce).
C’è da ben sperare…
A domani.
Mario
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