Grifone, foto di Alfonso Campus
Oristano 8 Settembre 2017
Cari amici,
Il Grifone, termine
scientifico Gyps fulvus, è un grosso avvoltoio carnivoro appartenente
all’ordine degli Accipitriformi e alla famiglia degli Accipitridi. In Sardegna in
passato era una delle specie di volatili più caratteristiche dell’Isola e viveva
da erratico un po’ in tutto il territorio regionale. Oggi in Sardegna i grifoni volano ancora, ma
i loro areale (così come il loro numero) si è alquanto ristretto: volano e si
riproducono, sulla costa alta fra Alghero, Bosa e Villanova Monteleone.
La loro vita si svolte fra boschi di
sughere, macchia mediterranea, rocce e falesi: quelle di Capo Marrargiu, Tentizzos, Torre Argentina,
Punta Cristallo.
Colonia residua,
potremmo dire, considerato che anticamente essi volavano dai Sette Fratelli al
Supramonte, dove nidificavano fino a trent’anni fa e dove un progetto del Comune
di Oliena, dell’Assessorato all’ambiente della Provincia di Nuoro e dell’Ente
foreste della Sardegna ne vorrebbe la reintroduzione, anche se il recente
fallimento della reintroduzione del Gipeto (Gypaetus barbatus), determinato dall’insensato
uso dei bocconi avvelenati, pesa ancora come un macigno. Per chiarezza è meglio
precisare che perseguitare questi volatili con bocconi avvelenati e fucili, è
un retaggio del passato: deriva dalla falsa credenza e accusa che il grifone
decimasse le greggi (mentre invece si ciba di carcasse, fungendo da spazzino dell’ambiente),
essendo uno dei quattro avvoltoi europei, un necrofago, al vertice della catena
alimentare.
La lenta e
inarrestabile riduzione della presenza di questo volatile ha oggi portato a
stimare che la sua presenza non superi il centinaio di esemplari, con una
trentina di coppie nidificanti. Già nel 2010 si tentò la reintroduzione di una coppia nei
cieli di Punta Cristallo (Alghero), nel parco naturale regionale di “Porto Conte”
(dove soggiornavano altri 4-5 esemplari e la cui alimentazione era garantita da un “carnaio”);
i due giovani Grifoni, trovatisi però in difficoltà, (un maschio e una femmina)
tempo dopo furono recuperati e riabilitati dal Centro di recupero della fauna
selvatica (Bonassai) dell’Ente foreste della Sardegna. Oggi possiamo dire che abbiamo due esemplari
in più in volo sui cieli sardi.
La presenza del Grifone,
oltre quella modesta della Sardegna, è oggi numerosa in Marocco, Algeria,
Spagna (8.100 coppie), Croazia (soprattutto nelle isole Cres e Rab), in Grecia
(circa 450 coppie), Turchia, fino all’Iran ed all’Irak. Dalla Slovenia arriva fino all’Austria, dove
dallo zoo di Salisburgo (che accoglie una colonia in stato semi-libero) e sale
fino agli Alti Tauri. E’ stato anche reintrodotto nel Massiccio Centrale
francese (circa 220 coppie) e nel Giura svizzero (54 coppie). La popolazione
complessiva al momento sembra crescere.
In totale, vi è una stima di 17-18 mila individui.
In Italia il grifone è
stato reintrodotto nel parco naturale regionale dei Nebrodi (Sicilia), dove
conta ad oggi circa 50 individui tra adulti e giovani. A seguito di
un’operazione di ripopolamento seguita dal Corpo forestale dello Stato, sono
presenti diversi esemplari nell’area Velino – Gran Sasso (agosto 2006), mentre
recenti avvistamenti ci sono stati anche sulle Dolomiti, in Veneto, sul
massiccio della Marmolada. Anche la Regione Friuli – Venezia Giulia è
promotrice, da alcuni anni, di un progetto di reintroduzione del Grifone nella
zona di Forgaria. Anche nel Parco nazionale del Pollino (Calabria), nel
territorio di Civita in provincia di Cosenza, è in atto un progetto di
reintroduzione. Per il momento ci sono
27 esemplari tenuti in una voliera a picco sulle Gole del Raganello per
acclimatarsi al nuovo ambiente.
Cari amici, nonostante
tutto questo attivismo in Sardegna l’attenzione nei confronti del grifone
appare ancora scarsa. Eppure nell’Isola esso non si è mai estinto: il nucleo
storico è rimasto presente ininterrottamente: è parte della nostra Terra, della
nostra identità, e dobbiamo difenderlo. In più occasioni le associazioni
ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico,
Lega per l’Abolizione della Caccia e Amici della Terra, si sono battute, in
campo legale, per fermare opere pubbliche (in particolare speculazioni
immobiliari e elettrodotti ad alta tensione) e costruzioni private che ponevano
in pericolo l’areale di riproduzione del nostro avvoltoio, prendendo anche
"posizioni forti" nei confronti di allevatori vigliacchi che continuano a distruggere la riproduzione con l'uso dei bocconi avvelenati.
Si, amici, l’areale
attuale del maestoso rapace, quella nota come ‘costa dei Grifoni’ posta fra
Bosa e Alghero, è ancora minacciato dalla nota società immobiliare, che se
mettesse in atto l’enorme colata di cemento richiesta, metterebbe in serio pericolo la
vita stessa di questa, per ora, sparuta colonia di rapaci. A combattere, in
splendida e amara solitudine, come detto, solo le associazioni ecologiste Amici
della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico, che chiedono a gran voce la
creazione di un’area naturale protetta sul litorale Bosa-Algero, in grado di salvaguardare
le colonie nidificanti del Grifone.
Sarebbe anche un vero beneficio per l’equilibrata crescita
economico-sociale della Planargia.
Cari amici, il futuro - non
dimentichiamolo mai - in Sardegna potrà essere ancora luminoso e produttivo se
salvaguardiamo al massimo la nostra natura, la nostra indiscussa, ecologica biodiversità. Altrimenti cosa lasceremo alle nuove generazioni?
A domani.
Mario
Gipeto e grifoni
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