Oristano
23 Ottobre 2015
Cari amici,
Un’equipe di scienziati
americani ha di recente scoperto che una sostanza contenuta in una particolare
specie di licheni (trattasi del pigmento arancione chiamato PARIETIN), potrebbe
diventare presto un potente alleato della medicina nella lotta contro i tumori.
Nello specifico trattasi della specie del “Lichene
Arancione”, abbastanza diffuso, presente sulle rocce, dove crea splendide
macchie di colore. Prima di addentrarci nel ‘corpo della bella notizia’, vediamo prima di
ripassare, insieme, una breve lezione di botanica: quella incentrata proprio sui
licheni.
I licheni sono
organismi misti, composti dalla simbiosi di un fungo con un'alga. Questo necessario
connubio tra i due, grazie al processo di fotosintesi, è in grado di produrre le
biomolecole quali il DNA, l'RNA e i carboidrati, elementi necessari al funzionamento
del sistema vitale dell’organismo misto, che in questo caso vive in perfetta simbiosi.
La parte fungina svolge una funzione di protezione e sostegno, dando così
all'alga una struttura solida che la protegge dai fattori esterni; il lichene, invece, ha la capacità di sviluppare nell'organismo una specie di "stato di sonno", dove i
processi biologici vengono bloccati senza però subire delle conseguenze dannose. In questo mutuo
rapporto simbiotico c’è chi procura e chi conserva l’acqua e chi blocca o
rallenta i cicli vitali in caso di necessità.
L'uso del termine
"LICHEN" per descrivere questi curiosi organismi, si deve allo
studioso greco Teofrasto e risale a
circa 2.300 anni fa. Solo molto più tardi, nel 1867, Simon Schwendener dimostrò
che ogni lichene è formato dalla stretta alleanza fra due organismi molto
diversi fra loro: proprio un fungo e un’alga. E’ proprio l'unione tra il
micobionte (fungo) e il fotobionte (alga o cianobatterio) che dà
luogo, in modo simbiotico, alla formazione di un organismo vegetale
completamente nuovo, il lichene, appunto.
I licheni sono stati i
primi colonizzatori delle rocce, substrato che non consente molte crescite vegetali,
per cui solo organismi come i licheni potevano installarsi e vegetare in ambienti così inospitali. All’osservazione
essi si presentano come chiazze di colore rosso, giallo, arancio, verde, grigio o
nero; oltre che installarsi sulle rocce possono ricoprire anche la vecchia corteccia degli alberi o altre
superfici libere. Alcuni licheni sono gelatinosi, altri aderiscono fortemente alla
superficie, altri sembrano foglie appiattite, altri ancora, detti fruticosi,
formano dei piccoli cespugli. Tra le varietà più note c’è il lichene delle
renne, di cui si nutrono appunto queste bestie, e la barba di bosco o
barba di larice, facile da riconoscere perché pende come una barba verdastra dai
rami di alcuni alberi, soprattutto conifere.
I licheni, per le loro particolari proprietà, al giorno d’oggi
sono considerati dei veri e propri “bioindicatori”. Poiché sono sprovvisti di
strutture protettive come cuticola e stomi, essi sono in grado di assorbire diverse
sostanze presenti nell’aria; questa proprietà li porta ad essere utilizzati (in
quanto ottimi bio-accumulatori), per monitorare le tracce dei metalli presenti
nell’aria che nel suolo. Dalla composizione chimica dei loro tessuti si può risalire dunque agli
inquinanti presenti in quella zona. Proprio per questa loro capacità
assorbente essi sono estremamente sensibili all’inquinamento atmosferico, e questo li
ha fatti scomparire da molte aree urbane e industriali.
Le proprietà curative
possedute dai licheni furono scoperte migliaia di anni fa. Il Lichene islandico,
per esempio, è quello a cui da molti secoli vengono attribuite spiccate proprietà
antimicrobiche. I ricercatori moderni ne hanno confermato la validità, in
quanto una sostanza posseduta, «l’acido usnico», risulta ancora oggi particolarmente
efficace allo scopo. Nell’uso domestico questo lichene è utilizzato come emolliente sulle
mucose irritate e come espettorante nelle tossi. Ricco di mucillagini, ha un
buon effetto lenitivo sulle pareti intestinali irritate e può fungere da
antiemetico e antidiarroico. Per uso esterno può essere utilizzato su
foruncoli, pustole, acne e come detergente e blando disinfettante di emergenza
su piaghe e ferite. Nei paesi nordici il Lichene islandico viene utilizzato anche come alimento.
Venendo alla recente
scoperta, fatta da un’equipe di scienziati del Winship Cancer Institute della
Emory University di Atlanta (Usa), è stato accertato che il pigmento arancione
chiamato Parietin, contenuto in alcuni specifici licheni, ha la
capacità di rallentare la crescita dei tumori e uccidere le cellule leucemiche
umane. A detta dei ricercatori il principio attivo isolato non sarebbe risultato tossico
e potrebbe inibire efficacemente la crescita dei tumori
polmonari e cerebrali. L'interessante scoperta è stata riportata anche sulle pagine della
prestigiosa rivista Nature Cell Biology.
I primi test di
laboratorio condotti sui topi si sono rivelati positivi e gli scienziati si
sono detti ampiamente soddisfatti del risultato. La Parietin, dicono gli scienziati dell’equipe,
riesce a rallentare, e progressivamente fermare, l'enzima metabolico 6PGD,
uno dei principali responsabili della crescita esponenziale dei tumori. "La
nostra scoperta sembra confermare l’effetto Warburg'”, spiega Chen Sumin Kang
responsabile della ricerca, ossia il fatto che le cellule tumorali si
sviluppano in un ambiente acido, aggiungendo: “Grazie al nostro studio abbiamo scoperto
che l’enzima 6PGD è direttamente responsabile delle disfunzioni metaboliche in
diversi tipi di cellule tumorali". L’equipe di scienziati della
Emory University, dopo aver prelevato cellule tumorali da un paziente affetto
da leucemia linfoblastica acuta, è riuscita ad “uccidere” oltre la metà delle
cellule leucemiche in meno di 48 ore. Modificando le dosi con un derivato più
potente del medesimo pigmento (chiamato S3) si potrebbe invece ridurre
drasticamente la crescita di un tumore polmonare in appena 11 giorni.
Cari amici, l’interessante
scoperta è solo agli inizi, ovvero ancora nella prima fase sperimentale. Gli stessi scienziati
evidenziano la necessità di effettuare ulteriori studi tossicologici, anche se
il Parietin è già presente in alcuni coloranti alimentari. Sicuramente però la
scoperta è comunque un grande passo in avanti nella cura di malattie gravi come il cancro, che al
momento sono da considerare ancora ad alta mortalità.
Prima di chiudere una
delle mie solite battute finali. L’ho detto e ripetuto mille volte: la natura al
suo interno possiede tutto per la salute e la salvezza dell’uomo! Sta a noi,
alla nostra capacità ed alla nostra intelligenza, scoprire, giorno dopo giorno,
i suoi segreti.
Ciao, a domani.
Mario
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