Oristano
30 Luglio 2015
Cari amici,
ho già avuto occasione
su questo blog di parlare delle moderne stampanti in 3D, capaci di costruire
con assoluta precisione pezzi di ricambio di macchine e attrezzi, oppure di
creare oggetti scaturiti della fantasia umana. Che su questo filone si
sarebbero innestate chissà quali altre applicazioni era ovviamente nell’aria! Ed
ecco, appena arrivata, la notizia che queste meravigliose macchine sono state
usate anche per ricreare “pezzi di ricambio” per il nostro corpo umano.
I primi esperimenti
sono stati effettuati presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, primo in
Italia ad utilizzare questo nuovo strumento terapeutico. Fino ad oggi, secondo
la letteratura medica, c'era stato un solo caso in Inghilterra, nel febbraio
2014. Ora, grazie all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, alcuni giovani
pazienti hanno risolto i loro problemi mediante l’inserimento di protesi ossee
stampate in 3D. I ricoverati, tutti giovanissimi (età media sui 25 anni),
avevano le ossa del bacino compromesse a causa di un tumore maligno o dal
fallimento di una protesi precedente che aveva messo a rischio la possibilità
futura di poter camminare. Questi sono stati i primi cinque pazienti ad
utilizzare in Italia impianti di questo tipo.
La progettazione delle
protesi "su misura" - spiegano al Rizzoli - si basa sui dati del
paziente, ricavati sia mediante la TAC che la Risonanza Magnetica. Con questi
dati precisi viene ricavato all’interno dell’apposito computer uno “scheletro
virtuale”, sul quale poi lavorerà la stampante 3D. Una volta identificato il “pezzo”
da ricostruire la stampante realizza le protesi, con precisione millimetrica,
mettendo a disposizione il nuovo “pezzo di ricambio”, da inserire al posto di
quello compromesso, come fosse il pezzo mancante di un puzzle tridimensionale! Considerata
la precisione di costruzione, il nuovo pezzo si incastrerà esattamente dove i
chirurghi hanno asportato la parte d'osso malata. Così, dopo l'intervento, i
pazienti hanno una maggiore possibilità di riprendere a camminare
correttamente.
La protesi 3D è realizzata
in titanio trabecolare, materiale che riproduce cioè il tessuto osseo da
sostituire, caratterizzato da una struttura che ricorda una trave. Davide
Donati, direttore dell’Oncologia Ortopedica del Rizzoli che ha eseguito gli
interventi con il suo staff, in una recente intervista ha detto: "Il
grande vantaggio per il paziente è la ricostruzione nel modo più appropriato
possibile, dal punto di vista anatomico, dei rapporti tra il suo femore e il
suo bacino, che significa la possibilità di una deambulazione corretta dopo
l’intervento". Al progetto della stampa 3D delle protesi al Rizzoli
hanno lavorato una quindicina di persone.
La nuova strada aperta
dalla realizzazione delle protesi in 3D, porta ad ipotesi ancora più straordinarie:
la realizzazione di protesi realizzate con sostanze biologiche, quindi
bio-compatibili. Questi dispositivi, fatti di sostanze biologiche, rappresentano
un ulteriore ambito di ricerca, che l’Istituto Rizzoli sta approfondendo: verrà
attivata quanto prima una piattaforma di “bioprinting” per la fabbricazione di
dispositivi su misura, da realizzarsi tramite l’acquisizione di immagini
radiologiche ricavate da una tac “dual energy”.
I dispositivi potranno
essere stampati in tre dimensioni utilizzando diversi tipi di materiali che, in
alcuni casi, saranno scelti per la capacità di veicolare cellule al loro
interno. Con queste potenzialità, nel Centro di Ricerca del Rizzoli si potranno
realizzare modernissime applicazioni di medicina rigenerativa dell’apparato
muscolo-scheletrico e maxillo-facciale, a cui faranno seguito specifiche
applicazioni sui pazienti. Una moderna chirurgia quasi da fantascienza!
Si, sembra proprio
fantascienza, ma quello che è stato realizzato a Bologna, pur essendo
certamente un fatto straordinario, è una storia vera! Stampanti 3D e creazione
di protesi: un connubio che potrebbe cambiare la vita di molti in tempi
brevissimi! La strada è ormai tracciata e notizie di stampa come “diciottenne
salvato con trapianto di bacino (è stata la prima volta al mondo)”, oppure “Realizzata
una mano stampata in 3D”, così come “Realizzato
un orecchio bionico”, diventeranno quasi la normalità: sono, credetemi, la ‘Nuova
frontiera’ della chirurgia plastica.
Cari amici, forse per
il Bioprinting è ancora presto, anche se non troppo. Nella nostra mente si accavallano
sensazioni che a volte oltrepassano la linea tra realtà e fantasia. La mente,
lo sappiamo, è capace di spaziare senza confini, abbandonarsi a suggestioni,
tramutare la fantasia in realtà! A qualcuno viene in mente il mondo dei Replicanti, costruiti in laboratorio,
ma, credo sia meglio abbandonare certi voli pindarici: meglio rimettere “i
piedi per terra”. Lasciamo rientrare Blade Runner in uno dei file della nostra
fantasia: consolandoci, però, nella certezza che la medicina saprà essere
sempre più vicina alle esigenze dell’uomo e dei suoi mali.
Il futuro ci riserverà ancora
meravigliose sorprese!
Grazie, a domani.
Mario
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