Oristano 19 Novembre 2012
Cari amici,
questa mattina mentre facevo la mia
solita passeggiata in città ho avuto occasione di osservare, mentre
chiacchieravano sedute al tavolino di un bar abbastanza frequentato, tre
ragazze molto giovani. Credo fossero ancora sotto i 18 anni, anno più anno
meno. La mia attenzione è stata attratta soprattutto da una di esse, forse la
più giovane, che appoggiata allo schienale della poltroncina d’alluminio,
fumava una lunga sigaretta ben stretta dalle Sue labbra; con forza,
mantenendola tra l’indice ed il medio della mano, effettuava una lunghissima
inspirazione, quasi volesse consumare in un solo istante la sigaretta. Sembrava
un bisogno forte, un desiderio da appagare in modo totale, senza indugi. Anche
le altre due, al tavolino con Lei, fumavano ma in modo più distaccato.
L’immagine di questa forte “voglia di
tabacco” mi è rimasta impressa e, continuando la mia strada, mi sono trovato a
riflettere, ad interrogarmi, su cosa abbiamo fatto in questi anni per scoraggiare questa cattiva
abitudine al fumo, questo “vizio”, che tanto danno crea non solo agli individui
ma alla collettività intera. L’Italia fino al 2004 figurava al secondo
posto nella classifica mondiale dei paesi importatori di tabacco pur avendo una
produzione interna considerevole. La legge, che a partire dal 2004 ha bandito
il fumo dai locali pubblici e aperti al pubblico, ha portato l’Italia ad essere
il Paese all'avanguardia nel mondo nella battaglia scatenata contro il fumo.
Gli studi condotti dalla Doxa per conto dell’Osservatorio su Fumo Alcol e
Droghe (OSSFAD) dell’Istituto Superiore di Sanità hanno dimostrato che il
provvedimento legislativo ha iniziato a produrre la sua efficacia e confermato
la seppur lenta ma costante diminuzione della percentuale di fumatori nel
nostro Paese.
L’abitudine al fumo in Italia è un’abitudine ancora molto radicata. Se gli effetti
della Legge del 2004 hanno inizialmente fatto calare lentamente il consumo (il
picco del calo è stato raggiunto nel 2008), secondo il "Rapporto sul fumo
in Italia – 2009” i dati ricavati dall'OSSFAD evidenziano, già a partire dal
2009, una brusca risalita nella crescita del numero degli italiani che fumano.
Stando alle statistiche effettuate su un campione rappresentativo della
popolazione, in Italia ci sono oggi circa 13 milioni di fumatori (circa 7,1
milioni, pari al 54,6%, di uomini e 5,9 milioni, pari al 45,4%, di donne). L’età
media alla quale si accende la prima sigaretta resta pericolosamente al di
sotto dei 18 anni e la diffusione del fumo tra i giovani, nella fascia di età
tra i 15 e i 24 anni, è alta: un maschio su tre e una femmina su cinque fumano,
e la percentuale sale addirittura un po’ nella fascia di età tra i 25 e i 44. Anche
sugli effetti delle legge del 2004 il dato “giovanile” risulta in controtendenza e deve, perciò, costituire motivo
di grande attenzione; emerge, dalla lettura delle statistiche, che ad una
generale tendenza alla diminuzione dei fumatori fa eccezione la fascia di età
più giovane: la sigaretta, nonostante il divieto, è riuscita ad accrescere il
suo fascino tra giovani fumatori sia maschi che femmine. In sostanza il numero
globale dei fumatori diminuisce, mentre il numero dei fumatori e delle
fumatrici “giovani” aumenta.
Se in passato le donne fumatrici
erano molto meno degli uomini, ora le statistiche dicono che sono quasi in
parità. In Italia il tabagismo è diffuso tra li 19,7 per cento della
popolazione femminile (quella maschile è al 23,9 per cento). Nella sostanza ben
5,2 milioni di italiane sono dipendenti dalle sigarette! I nostri dati non sono
molto diversi da quelli del resto del mondo. Di fronte a questi dati,
l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di orientare la campagna
anti-tabacco proprio verso le donne e ha dato vita alla “World No-Tobacco Day”, alla giornata mondiale senza tabacco.
Particolarmente
preoccupante è la crescita del consumo di tabacco tra le ragazze: il nuovo
rapporto dell'OMS "Donne e Salute" ha evidenziato che la pubblicità
del tabacco è sempre più indirizzata alle giovani.
“I dati provenienti da 151 Paesi
mostrano che circa il 7 per cento delle adolescenti fuma sigarette, rispetto al
12 per cento dei ragazzi", ha dichiarato Enrico Garaci, Presidente
dell'Istituto Superiore di Sanità in occasione dell'inaugurazione del XII
Convengo Nazionale sul Tabagismo e Servizio Sanitario Nazionale. Oltre a
fermare al più presto il consumo di sigarette tra gli adolescenti, è
fondamentale e prioritario "Che le generazioni di italiane tra i 40 e i 60
anni smettano di fumare" afferma Carlo La Vecchia, dell'Istituto di
ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, "È infatti tra queste
generazioni di donne che cominciano ora a diffondersi le malattie e le morti
legate al fumo".
Le statistiche sul fumo, a leggerle,
sono proprio impietose. I fumatori nel mondo sono più di 1 miliardo e 100
milioni (800 milioni nel Terzo Mondo; 300 milioni in Occidente). Ecco qualche
dato. I tredici milioni di fumatori italiani spendono “in fumo” circa 13 miliardi
di Euro ! Di questa cifra lo Stato ne introita una buona parte: circa 11
miliardi. All’apparenza queste cifre indicherebbero un buon introito per lo
Stato, ma cosi non è. Il costo annuo per curare le patologie dei fumatori in Italia
oscilla tra i 10 ed i 25 miliardi di Euro! In Italia ogni anno il fumo causa la
morte di 80-90.000 persone (è come se ogni giorno precipitasse un jumbo jet
senza alcun superstite a bordo), il fumo
è responsabile di 1/3 di tutte le morti per cancro e del 15% di tutte le cause
di morte: una morte ogni 6-7 è attribuibile al fumo; il fumo fa una vittima
ogni 7 minuti: un numero di morti circa 10 volte superiore a quello di tutti
gli incidenti stradali e circa 100 volte superiore a tutti gli omicidi.
Cari amici che dire? Il fumo,
questa voluttuosa nuvola profumata che ammalia, è capace di “mandare in fumo” almeno tre cose importanti della nostra vita: SOLDI, SESSO E SALUTE. i Soldi, che,
spesi per il fumo, mancano per altri acquisti importanti e minano il già magro
bilancio della nostra famiglia; il
sesso, in quanto la normale vita di coppia risente pesantemente del fattore
fumo. Basti pensare che il fumo è tra i maggiori colpevoli delle disfunzioni
sessuali. Nella cura delle disfunzioni erettili si è appurato che oltre il 48%
del campione esaminato era fumatore o lo era stato. Tale disfunzione era
presente anche nel campione esaminato dei giovani sotto i 40 anni, dove il fumo
incideva in modo credibile; la salute in generale, soprattutto quella relativa
all’apparato respiratorio e cardio circolatorio, risente in modo concreto dei danni causati
dal fumo.
"Il fumo
uccide". Questa la frase scritta sui pacchetti di sigarette che ha
colpito gli italiani più delle altre che obbligatoriamente compaiono su tutti i
prodotti da fumo. Se la ricorda l'83.4% dei fumatori. Seguono "il fumo provoca cancro mortale ai
polmoni" (57.8%), "il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta
intorno" (51.6%), "fumare
in gravidanza fa male al bambino" (45.7% ), "il fumo ostruisce le arterie e provoca infarti e ictus" 37%.
Una stessa percentuale di fumatori (il 36.8%), sensibile alla perdita della
bellezza, ricorda bene che "il fumo
invecchia la pelle", mentre al 35% è rimasto maggiormente impresso che
"smettere di fumare riduce il
rischio di malattie cardiovascolari e polmonari mortali" e il 30.4%
del campione ha avuto un forte impatto di fronte alla frase "proteggi i bambini: non far loro
respirare il tuo fumo".
E’ tempo, davvero, di trovare una valida
soluzione per una drastica riduzione del consumo di tabacco. Non aspettiamo che
siano le leggi o la pubblicità positiva a farlo. Possiamo farlo noi, da soli,
in modo responsabile. Io sono stato un accanito fumatore per oltre vent’anni.
Quando ho deciso di smettere (circa trent’anni fa) l’ho fatto senza usare
prodotti o consulenze psicologiche: ho usato solo la mia forza di volontà e ci
sono riuscito. Credo che in tanti possano farcela!
Cari amici, la scoperta dell’America,
fatta da Colombo nel 1492, ha aperto all’Europa le porte del Nuovo Mondo, ma ha
anche portato “nuovi prodotti”, come il tabacco, che hanno radicalmente cambiato
il modo di vivere precedente! Utilizziamo, sempre, il “nuovo” con saggezza.
Anche quando il ‘nuovo’ sembra portarci la felicità!
Grazie dell’attenzione.
Mario
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