domenica, giugno 29, 2025

ECCO COME GLI ANTICHI POPOLI RIUSCIVANO A CONSERVARE LA NEVE E IL GHIACCIO NEL PERIODO CALDO. I SARDI E SA CARAPIGNA.


Oristano 29 giugno 2025

Cari amici,

L’astuzia intelligente dell’uomo, ovvero quella sua capacità di utilizzare l'intelligenza in modo efficace e creativo, c’è sempre stata, anche in epoche lontanissime. L’alternarsi delle stagioni, con periodi di grande freddo, neve e ghiaccio, ad altri, invece, con temperature torride, gli fece aguzzare l’ingegno per trovare soluzioni valide sia per la conservazione dei cibi che per trovare rimedio alle alte temperature, rinfrescandosi. Già più di duemila anni fa, in Persia, gli abitanti studiarono un'incredibile sistema, che possiamo chiamare di alta ingegneria, per riuscire a conservare il ghiaccio in mezzo al deserto!

Un gruppo di intelligenti persiani costruì una curiosa struttura di forma conica, chiamata YAKHCHAL (che significa "Pozzo di ghiaccio"), che consentiva di conservare il ghiaccio anche con un caldo torrido. Questa struttura a forma di cupola con cono a punta, spesso realizzata con mattoni di fango, veniva utilizzata per mantenere fresco il ghiaccio attraverso una combinazione di isolamento e design alquanto intelligente. Lo Yakhchal, in realtà, lavorava sfruttando il potere della natura. In che modo, direte Voi? Eccolo.

Questo il procedimento. Durante le fredde notti d'inverno, l'acqua veniva incanalata in piscine poco profonde dove si ghiacciava; il ghiaccio veniva poi tagliato in blocchi e conservato all'interno dello Yakhchal. Le pareti spesse e lo spazio sotterraneo fornivano un ottimo isolamento, evitando che il ghiaccio si sciogliesse anche nei mesi più caldi. Alcuni YAKHCHAL presentavano anche degli “ACCHIAPPAVENTO”, delle particolari fessure che incanalavano aria fresca nella struttura, preservando ulteriormente il ghiaccio.

Amici, questa antica tecnologia risultava davvero valida e intelligente, tant’è che non solo forniva un modo eccellente per conservare il ghiaccio, ma permetteva anche ai persiani di gustare cibi e bevande ben freschi, molto prima della moderna refrigerazione! Lo Yakhchal è una testimonianza dell’intelligenza e dell'ingegno delle civiltà antiche, che mostrava le loro capacità di adattarsi all’ambiente utilizzando soluzioni innovative. Ancora oggi queste strutture rimangono un affascinante esempio di ingegneria precoce, e un promemoria della capacità dell'umanità di superare le sfide con creatività e abilità.

Amici lettori, nei libri di storia troviamo tante notizie sulle civiltà del passato, compresa quella di cui parliamo oggi. Purtroppo, però, c’è una civiltà che, a mio avviso, non è stata ancora studiata a sufficienza, ed è proprio quella della nostra isola: la Civiltà nuragica e pre-nuragica! In Italia i libri di scuola poco o nulla dicono su questo nostro antico popolo che, già molti millenni fa, ha fatto cose eccelse, a partire dalla costruzione dei meravigliosi NURAGHI, che ancora numerosi svettano nelle diverse zone della Sardegna!

Si, amici, anche la civiltà nuragica aveva anch’essa trovato un sistema simile a quello raccontato prima inventato dai persiani. Erano le NEVIERE, o "domos de su nie”, particolari strutture in pietra, alcune delle quali sono ancora oggi presenti. Erano realizzate come pozzi circolari profondi, talvolta sotterranei, rivestiti con dei muretti a secco. All’interno la neve veniva raccolta, costipata, e poi ricoperta con strati di paglia, felci e terra per isolarla dall'aria calda. Ovviamente erano in zone di montagna, come Desulo, Fonni, Aritzo, Tonara, Belvì etc., luoghi dove la neve rimaneva più a lungo nei canaloni.

Da questi canaloni la neve veniva raccolta con secchi e cestini, e poi stivata nei pozzi delle neviere. La neve raccolta, ricoperta, come anticipato prima, con un isolante naturale come paglia, felci e terra si conservava a lungo, rallentando il processo di fusione. La neve così conservata veniva poi venduta nei mesi estivi, utilizzata in particolare per la preparazione del "sorbetto" (in sardo "SA CARAPIGNA"). Per diversi paesi di montagna il commercio della neve era molto importante per l'economia, in particolare nella Barbagia e nell'area del Gennargentu.

Cari amici, con il crescere dell’inurbamento, si svilupparono città come Cagliari, dove i montagnini realizzarono (con la neve trasportata dalla montagna, dei depositi sotterranei ("SAS NIERAS"), dove la neve veniva conservata in modo simile. SA CARAPIGNA, insomma, funzionava alla grande! Cari lettori, anche in Sardegna funzionò in passato un’antica e redditizia catena del freddo, che funzionava senza frigoriferi! Basti pensare che interessò anche il fisco: dalla metà del Seicento, la vendita della neve aveva fatto drizzare le orecchie al fisco spagnolo, che impose delle tasse anche su questa attività!

A domani, amici lettori.

Mario

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