Oristano 16 maggio 2025
Cari amici,
Che siano “LE MODE” a costruire
le fortune commerciali in tutti i campi, è una realtà incontestabile! L’affermazione
di un qualsiasi prodotto richiede grande ingegno e capacità da parte di chi lo
reclamizza, e, come è avvenuto per tanti prodotti, ciò è successo anche nelle
bevande. Una di queste, per esempio è il “VERMOUTH”, una bevanda alcolica
aromatizzata di invenzione piemontese, in particolare di Torino, che nacque nel
XVIII secolo, sviluppandosi successivamente non solo in Piemonte. Il successo
fece sviluppare in questa regione una vera e propria aristocrazia di produttori
di vermouth, come Carpano, Cora, Cinzano, Martini & Rossi, Gancia, Gamondi,
Anselmo, Ballor, Calissano e Chazalettes, che fecero conoscere questo prodotto
anche all’estero.
Il trascorrere del tempo,
come ben sappiamo, cambia inesorabilmente anche le MODE, tanto che oggi molte
di queste aziende non sono più sul mercato. Il Vermouth fu inizialmente
prodotto con il Moscato Bianco di Canelli, addizionato con un infuso di erbe
aromatiche e spezie (un mix realizzato secondo ricette segrete, gelosamente
custodite dai singoli fabbricanti), reso amabile con l’aggiunta di zucchero, ma
senza l’impiego di coloranti. Dopo la grande diffusione iniziale però, col passare del
tempo il Vermouth entrò nell’oblio, scomparendo quasi dalla
circolazione. Ma, spesso, la rinascita avviene.
In epoca recente, infatti,
grazie anche alle novità apportate dalle nuove generazioni, il Vermouth ha
iniziato ad essere riscoperto, riacquisendo fama e notorietà, grazie in
particolare al successo della mixology. Infatti, nei cocktail oggi più diffusi (Negroni,
Americano e Martini), è tornato ad essere obbligatoriamente presente. Insomma,
per il Vermouth, un vero, importante, ritorno di fiamma, cosa che ha invogliato
anche aziende vinicole del Sud Italia a cimentarsi nella produzione di questa particolare
bevanda alcolica.
Si, amici, la riscoperta
di questo particolare vino aromatizzato ha, in primis, rivitalizzato i
produttori Piemontesi, tant’è che il Consorzio del Vermouth di Torino ha
iniziato a spingere nuovamente sul mercato per esaltare la storica bevanda,
orgogliosamente nata piemontese, in modo da diffondere nuovamente il prodotto sia
in Italia che nel resto del mondo. La riscoperta giovanile di questa eccellente
bevanda, come possiamo immaginare, ha allertato anche altre regioni italiane,
in particolare quelle del Meridione d’Italia, a partire dalla Puglia.
La Puglia, amici, è una
delle regioni protagoniste di questa new wave. Borgo Egnazia, la celeberrima
masseria che incarna il lusso dell’ospitalità nel Salento, si è messa a
produrre l’Egnazia Vermouth Rosso, il primo vermouth di origine pugliese
interamente ideato tra gli ulivi di Puglia e le bianche mura del Borgo.
Realizzato partendo da un vino, il Verdeca Igp Puglia,
vendemmiato in Valle D’Itria e impreziosito con erbe e spezie che ricordano i
profumi tipici della macchia mediterranea: rosmarino, timo, lavanda, scorze di
agrumi del Gargano e soprattutto l’ulivo, simbolo per eccellenza della Puglia,
capace di donare il carattere distintivo a questo vino liquoroso ed
aromatizzato che esalta tutte le sfumature aromatiche della Puglia.
Sulla stessa scia seguita
dalla Puglia, diverse altre regioni si sono cimentate nella produzione del
riscoperto Vermouth: fra i maggiori produttori di vini, destinati
all’elaborazione di Vermouth, troviamo anche la Sicilia e l’Emilia-Romagna. Come
succede quando un prodotto viene replicato in altre località, i prodotti-base,
sotto alcuni aspetti cambiano: ora fra i vini impiegati per la produzione del
Vermouth troviamo vini bianchi e secchi, sia di origine piemontese che di altre
regioni italiane, che, ovviamente, presentino una alcolicità moderata e
un’acidità contenuta.
Amici, con le diversità
prima evidenziate, ogni nuovo Vermouth ha caratteristiche organolettiche differenti,
aromi che giocano un importantissimo ruolo nella caratterizzazione finale del
Vermouth. Le spezie aromatiche utilizzate, infatti, sono oltre una trentina, utilizzate,
con modalità e quantità che rimangono spesso un segreto del produttore. Le erbe
e le spezie che risultano maggiormente impiegate sono: l’artemisia maggiore, la
melissa, la maggiorana, il timo, la salvia, la camomilla, il sambuco, l’anice
stellato, il coriandolo, la noce moscata, lo zafferano, lo zenzero, la
genziana, la china, la cannella, il cardamomo e… molte altre ancora.
Insomma, oggi il Vermouth
è tornato in auge, anche se viene consumato in modo molto diverso dal passato:
viene utilizzato sia per la composizione di cocktail che per le diverse miscelazioni
alquanto preferite dai giovani! Una cosa, però, risulta importante: il
Vermouth, relegato tra le bevande del passato, ignorato per molto tempo dalle
mode, oggi è tornato di moda: è di nuovo protagonista di una vera e propria
tendenza giovanile. Anche la Guida Vini buoni d’Italia ha
registrato questo interessante fenomeno, proponendo il Vermouth all’attenzione
dei suoi lettori.
Cari amici, il mondo di
oggi è molto diverso da quello di ieri: cambiano i rituali, il modo di
incontrarsi e di stare insieme; i giovani hanno riscoperto il Vermouth in modo
diverso dal passato: lo utilizzano nell’ora dell’aperitivo, ma anche declinato
nei vari cocktail, nei diversi momenti della giornata e della notte. Insomma, dopo
tutto questo tempo, il vermouth è tornato tra noi, senza, però, perdere nulla del suo antico fascino! A
domani amici lettori.
Mario
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