Oristano 1° marzo 2025
Cari amici,
Inizio le mie riflessioni di Marzo parlando con Voi di un serio problema che riguarda in particolare gli anziani: la SOLITUDINE. In un'Europa dove la natalità è in costante diminuzione (in Sardegna il calo è addirittura impressionante), gli anziani vivono una vita fatta in gran parte di solitudine, vissuta soprattutto in piccoli paesi anch'essi destinati all'estinzione. Chi governa la Comunità poco fa per un possibile cambio di rotta, sottovalutando un problema serissimo.
In ogni paese, piccolo o grande che sia, questo stuolo di persone che vivono la terza età, si avviano verso una vecchiaia triste e sconsolata entrando nel tunnel della SOLITUDINE. Un male, quest'ultimo, spesso
sottovalutato, mentre invece è un male alquanto insidioso, che alimenta numerose altre problematiche. Vivere isolati
dal contesto sociale, trascorrere le giornate dentro il rifugio
domestico, comporta, lentamente ma inesorabilmente, modifiche nell'organismo, tali da condurre ad una lunga serie di patologie, minando così irrimediabilmente la
nostra salute. I diversi studi sull’isolamento, praticato in particolare dagli
anziani, ha dimostrato un sicuro rapporto di concausa tra la praticata
solitudine e le diverse malattie successivamente sofferte.
Il gruppo di ricercatori,
guidati dalla PhD Yannis Yan Liang, docente neuropsichiatra, ha cercato di fare luce sul triste fenomeno
della solitudine, cercando il possibile collegamento con le malattie successivamente
sopravvenute; non riuscendo, però, a dimostrare il diretto rapporto di
causa-effetto tra solitudine e malattie, hanno continuato la ricerca combinando
dati genetici, abitudini e dati riguardanti la salute dei partecipanti alla
ricerca, monitorandoli poi in continuazione per un lungo periodo: una media di
oltre 12 anni.
Lo studio ha analizzato l'associazione
tra la solitudine e 56 malattie diverse: per 30 di queste, soprattutto disturbo da
stress post-traumatico, depressione, ansia, schizofrenia e broncopneumopatia
cronica ostruttiva (una malattia che causa difficoltà a respirare), è emersa
una forte correlazione tra solitudine e aumento del rischio. Liang e colleghi
hanno quindi scavato più a fondo, analizzando anche i dati genetici disponibili
per 26 delle 30 patologie: i risultati negano l'esistenza di una relazione
diretta di causa-effetto per almeno 20 disturbi su 26, tra cui malattie
cardiovascolari, diabete di tipo 2 e malattie epatiche croniche. Da ciò, i
ricercatori hanno capito che la solitudine non è una causa diretta ma è senza
dubbio un'importante concausa, per quanto riguarda lo stato di salute di un
individuo.
Amici, nel mondo sono diversi
gli studi inerenti la solitudine. Dei ricercatori irlandesi, svizzeri,
francesi, statunitensi e cinesi, per esempio, cercando di approfondire il
legame tra solitudine e insorgenza di malattie, hanno combinato i dati di 21
studi sull'invecchiamento in tutto il mondo, rilevando un sicuro legame tra
solitudine, demenza e declino cognitivo. "Esistono diversi tipi e fonti
di solitudine che possono influenzare i sintomi cognitivi lungo il continuum
della demenza", ha dichiarato in un comunicato la professoressa Martina
Luchetti, autrice principale dello studio e assistente presso la Florida
State University negli Stati Uniti.
Amici, sintetizzando
credo si possa dire che LA SOLITUDINE, nella mezza età e nella vecchiaia,
aumenta il rischio di demenza senile del 31 per cento, come ha rilevato una
nuova importante analisi condotta su quasi 609mila persone in tutto il mondo.
Per la demenza, poi, non esiste una cura, nonostante colpisca circa 7,9 milioni
di persone nell'Unione Europea. Certo, tante le concause, dai fattori genetici allo
stile di vita, dalla scarsa attività fisica al fumo, dal consumo di alcolici,
alla qualità dei nostri legami sociali.
Lo studio prima ricordato,
pubblicato sulla rivista Nature Mental Health, ha rilevato che la solitudine
aumenta il rischio di demenza per tutte le cause di Alzheimer e di demenza
vascolare, un rischio maggiore per gli anziani con diabete o obesità. Inoltre,
aumenta del 15 per cento il rischio di deterioramento cognitivo, un problema
più generale che comprende la perdita di memoria e la difficoltà a prendere
decisioni, concentrarsi o portare a termine le attività. I risultati sono stati
confermati anche quando i ricercatori hanno preso in considerazione la
depressione, l'isolamento sociale e altri potenziali fattori di rischio.
Cari amici, isolarsi,
chiudersi al mondo, rallentare o eliminare i rapporti sociali, sono una “Spada
di Damocle” che noi stessi appendiamo sul nostro capo! Credo che ci sia un’unica
soluzione: volersi bene e voler bene agli altri, con l’incontro e la
condivisione! L’età senile non è un’età facile, e proprio per questo deve
essere vissuta con gli altri, aiutandosi e sopportandosi a vicenda, perché solo
insieme sarà possibile affrontare il percorso finale, trascorrendo una
vecchiaia serena! Molto dipende da noi!
A domani.
Mario
Con un Amico comeario non mi sento mai solo qui sul social e quando vado in vacanza perché abita 200da casa . Lunga vita a noi e grazie Amico Mario
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