Oristano 1° ottobre 2024
Cari amici,
Intendo iniziare i post di ottobre parlando con Voi lettori di "errato consumo di suolo". oltre che di abbandono e perdita di parte del nostro patrimonio storico e culturale. In Italia, secondo i
dati forniti dall’ISTAT e dal centro di statistica CESCAT, nel 2020 si
contavano circa 7 milioni di immobili inutilizzati. Di questi, quasi la metà
erano seconde abitazioni, quindi case non abitate ma in normale stato d’uso, mentre oltre
2 milioni risultano case realmente disabitate e inabitabili, in quanto chiuse e
lasciate al loro destino. Questi immobili, distribuiti tra centri più o meno
grandi, oppure costituiti da casolari, baite, case cantoniere, caserme, teatri, stazioni e
ospedali e quant’altro, costituiscono uno stupido spreco, oltre che una essere
un pugno nell’occhio di chi li vede.
Continuare a creare nuovi
Piani Regolatori con la nascita di nuovi quartieri, significa sbagliare due
volte: consumare in modo pessimo il suolo sottraendolo a scopi produttivi, e
sprecare delle risorse a volte anche molto ingenti. Nelle metropoli, il
fenomeno del degrado urbano è meno pronunciato, ma ancora significativo, con
una media di un’abitazione abbandonata ogni dieci. Causa principale di questo
abbandono in primis il calo demografico, a cui fa subito seguito, in
particolare nelle regioni del Sud, l’emigrazione dei giovani verso il Nord e
verso l’Estero.
Le statistiche ISTAT continuano dunque a mettere il dito nella
piaga, e sarebbe compito della politica trovare le soluzioni più adeguate per
il recupero “con apposite leggi”, considerato anche che in questi immobili
abbandonati sono ricompresi anche antichi palazzi storici e abitazioni
nobiliari. A questi immobili di pregio si aggiungono le oltre 20 mila strutture
religiose andate in disuso. Questi edifici, se recuperati, potrebbero
rappresentare una risorsa significativa per il sociale, per il turismo e la
cultura.
Amici, predichiamo ogni
giorno l’abbandono della politica dello spreco, invitando tutti a privilegiare
quella del recupero, mentre invece vediamo l’inerzia del potere politico su
questo importante argomento. La riqualificazione di questi numerosi immobili
inutilizzati, potrebbe offrire delle opportunità per il rilancio economico e
sociale, in particolare delle aree depresse. Certo, sarebbero necessari
investimenti significativi e sagge politiche mirate, ma con gli incentivi
fiscali e gli adeguati progetti di ripristino, il recupero di questi immobili potrebbe
giocare un ruolo cruciale nell’agevolare e incrementare il settore turistico e
culturale.
Amici, l’argomento è
alquanto importante e c’è da dire che la politica, tempo addietro, cercò di
provare ad intervenire lanciando una interessante proposta di legge che, a mio
avviso, potrebbe oggi tornare a galla. Nel 2016 l’on. COSIMO LATRONICO (del
COR, Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto), assieme ad altri
parlamentari, presentò una Proposta di
legge in materia di acquisizione ai Comuni e recupero degli immobili, anche di
interesse culturale, lasciati in stato di degrado o abbandono. Già allora nel
nostro Paese questo fenomeno era ritenuto
grave, e la politica cercava di fare qualcosa per il recupero.
Ecco come l’On. Latronico
commentò all’epoca l’iniziativa: "La nostra proposta introduce una
procedura volta a stimolare il recupero di questi immobili, nonché, nei comuni
ad elevato rischio antisismico, oltre il recupero, anche l’adeguamento
antisismico. In questa procedura si
stabilisce un termine di adeguamento a carico dei proprietari, decorso il quale
gli immobili vengono acquisiti al patrimonio dei comuni ove sono ubicati e da
questi riutilizzati o immessi sul mercato, previo ripristino o nello stato in
cui si trovano”.
Cari amici, credo che la
direzione da seguire sia proprio questa: recuperare, con l’aiuto dello Stato,
il grande patrimonio edilizio in abbandono, evitando da un lato di continuare a
consumare nuovo suolo, e dall’altro di recuperare un grande patrimonio, anche
storico e culturale, che sta andando in rovina!
A domani.
Mario
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