Oristano 18 agosto 2024
Cari amici,
La Sardegna è una terra
antichissima, e questa sua vetustà ha di certo consentito che sul suo suolo (e
anche nel suo mare) si conservassero specie antichissime, risalenti anche più
di 30 milioni di anni fa. Sono le così dette specie endemiche, che si sono
conservate in areali limitati, risultando assolutamente assenti negli altri territori. La flora endemica sarda è oggetto di continui, importanti ritrovamenti
anche in tempi attuali, che fanno sì che nell’isola alberga circa il 13% del
totale di queste particolari specie (ARRIGONI, 2014). Esse si concentrano, soprattutto,
negli habitat costieri e montani.
Nella straordinaria,
antica terra sarda, uno dei patrimoni floristici più importanti è dislocato presso l’Arcipelago
della Maddalena: si calcola intorno alle 750 entità, che rappresentano circa un
terzo della flora sarda. Di queste, circa 52 specie sono endemismi, e
rappresentano circa il 25% della componente endemica complessiva della
Sardegna. Due, tra questi 52 endemismi, la Silene velutina e il Limonium
strictissimum, sono inserite nell’Allegato II della Direttiva Habitat, in quanto
meritevoli di misure speciali di conservazione.
Ebbene, amici, oggi
voglio parlare con Voi di un rarissimo endemismo che cresce solo in Sardegna:
un “fossile vivente” comparso oltre 30 milioni di anni fa: il FIORDALISO
SPINOSO, il cui termine botanico è “Centaurea Horrida”, vegetale che è protetto dalla
Convenzione di Berna, relativamente alla Conservazione della vita selvatica e
dell’ambiente naturale in Europa, che comprende solo 20 piante italiane. Questa
rarissima pianta è presente solo in determinate zone del Nord dell’Isola, una rarità, insomma, che le fa rivestire un forte interesse naturalistico e che imprime alla nostra
terra peculiarità di grande rilievo.
La Centaurea Horrida fu
scoperta e descritta dal medico ligure Giovanni Badarò nel 1824 e fu indicata
dall’autore genericamente per i luoghi sassosi marittimi della Sardegna.
L’Isola dell’Asinara fu una delle prime località in cui questa particolare pianta
fu segnalata. La Centaurea Horrida è un endemismo da gariga costiera,
presente all’Asinara da Punta Salippi sino alle rupi più alte di Punta dello
Scorno. Vive sugli scisti, sul granito e sul calcare, formando popolamenti puri
in presenza di particolari condizioni climatiche. Sicuramente fu l'habitat
particolarmente ostile di questa pianta a permetterne la conservazione nel
tempo, impedendo ad altre specie di affermarsi e soppiantarla nel suo ambiente.
Questo Fiordaliso spinoso
che si conservato in Sardegna è davvero un “fossile vivente”: la sua comparsa
sulla Terra risale, infatti, ad oltre 30 milioni di anni fa, prima del distacco
della placca sardo-corsa dal blocco continentale. Sicuramente deve il suo nome all’aspetto particolarmente irto, ispido, aspro, insomma “orrido” che esso presenta.
Per proteggersi dai venti impregnati di sale e per mantenere l’umidità del
suolo necessaria per la sua vita assume un portamento caratteristico, formando
cespugli aderenti al suolo che raggiungono molto spesso dimensioni notevoli,
dalla forma tondeggiante come “cuscini”, con rami corti, ravvicinati e
spinosissimi (in alcune zone della Sardegna è noto anche come “cuscino della
suocera” proprio per la sua forma e le spine).
La pianta ha foglie
spinose rigide, grigie per la presenza di minuta e fitta peluria. I fiori sono
dei capolini terminali, riuniti in gruppetti di 3-4, con corolla bianco-rosata,
purpurea all'apice. La fioritura avviene a maggio – giugno, con fruttificazione
che si completa a luglio. Il frutto è un achenio grigio, sormontato da un breve
pappo setoloso breve, costituito da setole rigide. Gli studiosi confermano che risulta
presente solamente in 5 areali puntiformi, distribuiti tra l'Isola
dell'Asinara, Stintino, Capo Caccia e l'Isola di Tavolara.
Cari amici, la Sardegna
ha davvero una flora straordinaria! Sicuramente per il suo clima, caratterizzato
da inverni miti ed estati secche; la vegetazione, oltre quella boschiva, è
ricca di formazioni cespugliose: corbezzolo, lentisco, ginepro, olivastro, cisti,
mirto, fillirea, erica, ginestra, rosmarino, viburno, euforbia e molto altro,
che, insieme costituiscono la meravigliosa “macchia mediterranea”. Queste
formazioni, di grande interesse ecologico, sono le più rappresentative dell’area
mediterranea. Nei terreni degradati, inoltre, la macchia lascia il posto alla
“gariga”, costituita da specie come il timo, l’elicriso, il cisto e l’euforbia. È
in quest’ambiente meraviglioso che gli endemismi hanno conservato casa e vita! La SARDEGNA è una meta unica!
A domani.
Mario
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